Ciao a tutti! Ho deciso di scrivere questo articolo dopo che ho letto diversi topic aperti da amici del Tinga che si erano imbattuti in incidenti stradali più ho meno gravi. Inutile scansare la realtà: tutti purtroppo possiamo incappare nella spiacevole situazione di essere spettatori o, peggio, protagonisti di incidenti stradali.
Ovviamente il primo consiglio fondamentale che a tutti viene in mente è l’uso della testa (e di quello che c’è dentro!), di una buona dose di prudenza, che non è mai troppa e del buonsenso unito alla capacità di prevenire situazioni pericolose.
Detto ciò, iniziamo ad esaminare cosa bisogna fare nell’eventualità di un incidente con motociclista a terra.
- Fermiamo il nostro mezzo in posizione visibile e sicura per
gli altri utenti della strada, a non meno di 10 metri di distanza dalle
persone coinvolte: questo per lasciare spazio ai mezzi di soccorso.
- Ci togliamo il casco e lo posizioniamo ben visibile in
mezzo alla strada prima della nostra moto; la moto e il casco, specie
se di colori sgargianti come spesso accade, contribuiranno ad allertare
eventuali veicoli che sopraggiungono della situazione di emergenza,
rendendo più sicura la zona.
- Eseguite questa semplici ma utili operazioni, ci
avviciniamo al luogo dell’impatto, avendo cura di spegnere la
moto dell’incidentato nel caso questa sia ancora accesa. A
questo punto la zona dovrebbe essere sicura e dovremmo aver
scongiurato, tramite lo spegnimento del mezzo, la
possibilità di esplosioni, incendi o altri spiacevoli
inconvenienti che potrebbero aggravare la situazione.
- Chiamiamo il 118, riferiamo esattamente il luogo dell’incidente, il numero di persone coinvolte e se queste sono coscienti e, infine, lasciamo il nostro numero di cellulare nel caso in cui i paramedici dell’ambulanza abbiano bisogno di ulteriori indicazioni. In questa fase è fondamentale mantenere la calma ma agire con rapidità e precisione: non ci curiamo di chiamare polizia o carabinieri, visto che sono in ascolto delle chiamate che vengono fatte ai centralini del 118 e quindi inviano le volanti autonomamente.
ATTENZIONE: questo non è un manuale di pronto soccorso. Sono informazioni che potrebbero venire utili in certe situazioni, ma non fanno di voi paramedici. In ogni caso, voi avete il dovere di fermarvi e chiamare il 118, altrimenti sarebbe omissione di soccorso, ma non siete costretti a intervenire sul campo se non vi sentite o se vi ritenete inesperti. In situazioni mediche visibilmente gravi, non tentate manovre sugli incidentati per evitare di aggravare le loro condizioni.
Nel caso di una persona infortunata, solitamente riusciamo subito, anche da lontano, a vedere se è cosciente o svenuta. Anche se l’istinto ci spinge naturalmente a prestare aiuto ad una persona che lo invoca, la precedenza assoluta va data alle persone incoscienti; se una persona è in grado di parlare e muoversi, allora c’è da supporre che le sue condizioni non siano eccessivamente gravi.
PERSONA SVENUTA: importantissimo è non sfilare il casco, ma aprire solo la visiera per agevolare la respirazione. Non somministriamo ne farmaci ne liquidi per via orale, perché c’è un reale rischio di soffocamento. In presenza di perdite di sangue, di qualsiasi sorta, è buona norma avvolgere intorno alla ferita un panno pulito e legarlo stretto quantomeno per rallentare la fuoriuscita di sangue; nel caso in cui la bendatura si imbeva completamente di sangue, non rimuoverla per evitare di ostacolare il coagulo, ma applicare sopra di essa nuove fasce asciutte. Qualora nella ferita siano presenti corpi estranei, non tentare la rimozione. Il laccio emostatico, che in genere è usato per fermare le emorragie, necessita di un uso oculato, onde evitare danni irreparabili ai tessuti dovuti alla mancanza di sangue ossigenato: va allentato per 5 minuti ogni 10 di utilizzo. Nel caso di traumi evidenti all’apparato scheletrico, l’unica cosa da fare è l’applicazione di ghiaccio, sconsigliato l’uso di pomate o unguenti.
PERSONA COSCIENTE: la costringiamo a restare nella posizione in cui si trova, tranquillizzandola e parlandole da vicino e guardandola in faccia. Anche qui è fuori luogo l’asportazione del casco. Non somministrare né acqua né medicinali di alcun genere. Le eventuali ferite si medicano nel modo sopra descritto, usando però la massima delicatezza visto che stiamo trattando con una persona in grado di avvertire dolore.
Negli incidenti motociclistici i traumi più diffusi sono la rottura del bacino, danni alla colonna vertebrale, specie alle vertebre cervicali (collo). In casi minori si hanno episodi di distorsione o rotture alle articolazioni degli arti inferiori dovuti al fatto che all’istante della caduta/impatto le gambe del motociclista rimangono “pressate” tra asfalto e moto. Proprio a causa di questi traumi è necessario agire con molta cautele, evitando movimenti bruschi dell’incidentato, che se possibile va lasciato nella posizione in cui si trova. Ci sono serie possibilità che le schegge provenienti dalle vertebre fratturate recidano il midollo spinale, paralizzando la persona dal taglio in giù.
All’arrivo dei paramedici non ve ne andate, ma fornite quante più indicazioni possibili sull’incidente per aiutarli a individuare ulteriori ferite magari non visibili sul corpo degli incidentati.
La polizia o i carabinieri probabilmente vorranno vedervi per farvi alcune domande di prassi: esponete solamente i fatti che conoscete, senza le vostre supposizioni.
Sperando che nessuno di noi si imbatta mai in una situazione del genere, spero questo mio articolo vi sia stato utile.
E ricordate, “prevenire è meglio che curare”