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Inviato: 31 Mag 2017 22:42
Oggetto: Giro. PUNTO. Versione 1 e 1/2 - Tutta colpa del WestGP!
Venerdì mattina vedo il topic del giro proposto da Bertran del WestGP, giro monstre. Mi stuzzica, il col de la Croix de Fer è tra quelli che non ho mai percorso e poi... è una vita che non vedo gli amici occidentali.
Faccio due calcoli e il giro completo più il trasferimento autostradale sarebbero più di 1000km... un po' tanti. Però potrei rientrare dal Monginevro, come mi suggerisce anche BurnOut... comunque non riuscirei ad essere a casa per le 18, orario al quale ho un impegno. A malincuore rinuncio.
La scimmia è ormai salita sulla spalla e reclama il suo quarto d'ora di celebrità . Tra venerdì e sabato penso e rimugino ed esce l'idea balzana: il giro me lo faccio domenica. In solitaria perché ogni tanto essere da solo con la mia moto mi piace.
Metto l'itinerario sul fido TomTom, mi sovviene che dalle parti di Briançon c'è anche il col du Granon che manca alla mia personale collezione e lo aggiungo al tour. Rientro dal Monginevro poiché i chilometri totali sono già tanti così.
Parto presto, alle 7.10 sono già in moto. Colazione e pieno fatti, mi sorbisco la noia dell'autostrada fino ad Avigliana Ovest. Un po' di val di Susa fino a Chianocco, nuovamente in autostrada per raggiungere velocemente Susa. Nonostante l'orario e la stagione fa caldo. La termica che mi ero portato per ogni evenienza rimane nel bauletto. Finalmente si comincia a salire, direzione Moncenisio. Poco traffico e buona andatura. Al passo giusto una sosta foto e scendo verso Lanslebourg e Termignon dove decido di raggiungere Modane per la strada panoramica che non avevo mai fatto. Bella, vale veramente la pena.
A Modane mentre faccio rifornimento agli economici prezzi del supermarché Casino incrocio due ducatisti che faranno il giro classico per il Galibier. Proseguo lungo la valle dell'Arc fino a Saint Jean de Maurienne. Vedo un cartello che indica il Col du Mollard e mentalmente me lo appunto per un prossimo giro da queste parti proseguendo in direzione col de la Croix de Fer. Arrivato nei pressi della diga di Belleville vedo un altro cartello che indica il Col du Mollard, mi rammarico poiché sarei potuto passare di lì . Vedo anche la distanza di soli 6km dal colle e decido di salire: questa è una delle libertà che apprezzo di più nel viaggiare da solo.
Il col du Mollard che si trova in prossimità di un alpeggio e che d'inverno è luogo per amanti dello sci di fondo offre uno splendido panorama dominato dalle Aiguilles d'Arves, tre guglie granitiche delle Alpi del Delfinato.
Il caldo si fa sentire, nonostante la quota superiore ai 1600m. Scendo nuovamente alla diga di Belleville e risalgo alla meta principe di giornata: il col de la Croix de Fer. Poco traffico anche qui, qualche ciclista disciplinato. Arrivato al colle non trovo molto refrigerio , faccio qualche foto e noto che la maggior parte dei ciclisti è di lingua inglese. C'è anche una ciclista bionda molto carina. Non mi fermo molto al colle, comincio a sentire i morsi della fame e della sete e non ho con me né viveri né acqua. Percorro i pochi chilometri che mi separano dal bivio per il Col du Glandon, la strada che conduce al colle è chiusa ma, dato che dal bivio al colle non ci sono che 100 metri, mi ci infilo ugualmente e scatto la foto di rito al cartello del passo. La salita completa al colle la farò in un'altra occasione. Non vi è nemmeno l'ombra di un bar aperto percui scendo a valle cercando un ristoro. Mi pento di non aver seguito l'idea iniziale che prevedeva l'acquisto di viveri ad un supermercato a Modane: la pigrizia di ritirare casco, guanti e navigatore nel bauletto.
Oltrepasso la diga di Grand Maison e nel paese di Le Rivier d'Allemont mi fermo in un bar/ristorante/creperie dove placo la fame con una crepe ai tre formaggi e una fetta di torta noci e cioccolato. Bevo anche un caffé, lungo ma buono. Si fermano alla creperie anche i ciclisti inglesi incontrati al colle (ovviamente noto la bionda).
Scendo ad Allemond e al bivio con la strada che porta al col de Lautaret mi faccio fregare come un pollo dal cartello giallo di deviazione per Briançon . E' la seconda volta che mi succede, lo scorso anno a Briançon me la cavai chiedendo informazioni e ricevendo una notizia che in realtà gia conoscevo: la strada principale è interrotta al lac du Chambon ma è presente una strada provvisoria che aggira il blocco. Questa volta nessuna mademoiselle mandata dalla provvidenza ad evitarmi la cavolata. Arrivo a Vizille e da lì proseguo per la Mure prima di rendermi conto che Briançon è dall'altra parte: sarà il caldo, la digestione o sarò proprio bollito di mio?
Un cartello indicante il col d'Ornon giunge in aiuto, passando di lì ritornerei sulla strada per il Lautaret e così faccio.
Al colle mi fermo a bere qualcosa, con questo caldo anomalo per la fine di maggio sono a rischio disidratazione. Uscito dal bar vedo arrivare al colle, dal lato opposto al mio, i ciclisti inglesi della Croix de Fer (sempre la bionda noto...): o sono professionisti in allenamento per il prossimo giro del Delfinato oppure ho proprio fatto il giro dell'oca... propendo per la seconda ipotesi, confermata dal fatto che in pochi chilometri sono a Le Bourg d'Oisans e da lì alla strada provvisoria del lac du Chambon. Verso La Grave mi prendo anche un po' d'acqua che non ho mai apprezzato così tanto , un po' di refrigerio in questa torrida domenica. Passo il col de Lautaret senza fermarmi e scendo ad andatura allegra verso Serre Chevalier.
A Saint Chaffrey prendo la strada verso il col du Granon. Un cartello mi avvisa che è chiusa dopo 9km. Salgo ugualmente. Al parcheggio di Saint Joseph c'è un cartello di divieto di transito che ignoro e proseguo. Incontro e supero, nei trenta centimetri di asfalto puliti, una prima lingua di neve, la stessa cosa per la seconda finché, all'altezza del Refuge Brigadiers, una terza lingua di neve sbarra completamente la strada: game over. Non posso proseguire.
Il colle è proprio sopra di me, riesco a vederlo, non fossero già le 17:30 lo raggiungerei a piedi . Scendo, dopo essermi fatto cullare per qualche minuto dalla frescura del luogo.
A Briançon è tempo di fare nuovamente rifornimento, in compagnia di una moltitudine di motociclisti targati in prevalenza Torino. La sempre piacevole salita al Monginevro, pur con l'asfalto un po' rovinato e la discesa verso Cesana (per le gallerie, molto fresche) e in seguito fino a Susa sono gli ultimi momenti piacevoli della giornata. Il resto è noia autostradale fino a casa.
Gran bella giornata. 785 km all'attivo. Tutta colpa del WestGP!