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Inviato: 4 Mag 2017 23:05
Oggetto: Tra i laghi di Lugano e di Como
Sabato 29 Aprile, dopo alcuni giorni di brutto tempo che hanno portato anche neve tardiva sulle alture, è una giornata splendida, cielo azzurro, nemmeno una nuvola da est a ovest, da nord a sud.
Mi alzo dal letto non prestissimo, nessuna sveglia in questo giorno festivo, e guardando dalla finestra, sale prepotente la voglia di un giro in moto.
Dove andare? Non avevo previsto nulla. Mi affido alle mappe cartacee e online e "disegno" un percorso che, per comodità, trasferisco sul navigatore. L'obiettivo è sempre il solito quando viaggio da solo: strade nuove e passi da aggiungere alla collezione! Niente autostrada.
Parto da casa che l'orologio segna già le 11.20 e mi dirigo lesto verso Besozzo e la Valcuvia per poi deviare verso Ferrera di Varese e salire verso Cunardo, svalicare a Marchirolo verso il lago di Lugano, braccio di Ponte Tresa.
Giunto in riva al lago i profumi provenienti dalle cucine mi fanno decidere per una sosta cibo, ho previsto di fare un po' di strada in Svizzera e nel paese confinante non sono certo famosi per la qualità e soprattutto l'economicità del cibo.
Mi concedo un panino kebab, e qualcuno potrebbe sollevare delle obiezioni sulla qualità di ciò che ho mangiato , dopo aver parcheggiato la moto lato strada proprio di fianco al dehor di una pizzeria.
Passegiata sul lungolago popolato di svassi maggiori e folaghe e caffé al bar gelateria che occupa i locali della stazione della ex ferrovia della Valganna.
Tornato al parcheggio resto folgorato dagli occhi azzurri di una bionda seduta ad uno dei tavoli del dehor. Non riesco a staccare i miei occhi dai suoi. Devono avere qualcosa di magnetico. La ragazza se ne accorge e sorride ma la mia proverbiale timidezza mi fa semplicemente balbettare un ciao mentre salgo sulla moto, sfioro il clacson e lo faccio suonare, innesto la marcia con il cavalletto abbassato, insomma faccio una figura di cui non andare proprio fieri
Due curve quasi ben fatte (c'è traffico...) lungo il fiume Tresa, sono al valico di frontiera di Ponte Cremenaga ed entro in Svizzera. Appena varcato il confine vengo fermato dalle Guardie di Frontiera che mi controllano il bauletto, i documenti e dopo aver comunicato le mie generalità alla centrale mi lasciano andare. Comincio a salire verso l'Alto Malcantone, Sessa, Astano, Noveggio, Miglieglia (dove mi si aprono i cassetti della memoria, qui c'ero già stato, anni fa, scendendo dal monte Lema raggiunto in un'escursione dal vicino monte Tamaro) quindi per Breno e Vezio arrivo al primo passo di giornata: Arosio, in realtà un semplice spartiacque. La strada da Astano fino a Vezio si dipana quasi in piano a mezzacosta con un susseguirsi di curve che mi ricorda, in piccolo, la Centovalli!
Scendo verso il fondovalle del Vedeggio percorrendo una serie ravvicinata di tornanti che impegnano parecchio gli avambracci.
Dopo pochi chilometri di piano riprendo a salire verso Cademario, secondo "passo" di giornata, un altro spartiacque per ridiscendere verso Agno e proseguire verso Lugano e la riva dell'omonimo lago. A Melide, prima di oltrepassare il lago sul ponte-diga verso Bissone, lo sguardo si posa sulla cima del Monte Generoso attratto da quello che definirei senza mezzi termini un ecomostro: una volta a casa scopro essere il fiore di pietra, una struttura polifunzionale di ben 5 piani di altezza che porta la firma dell'architetto Mario Botta, che in fatto di ecomostri già aveva detto la sua con la chiesa di Santa Maria degli Angeli sul monte Tamaro.
Oltrepassato il lago salgo lungo la Val Mara per rientrare in Italia e passare in Val d'Intelvi (altra strada stretta con sequenza ravvicinata di tornanti). In cima trovo neve a bordo strada, sono poco oltre i 1000 metri di quota ed è fine aprile
Appena varcato il confine vedo il Crotto Dogana, anche qui i cassetti della memoria mi ricordano che c'ero stato a pranzo una ventina d'anni fa quando frequentavo per lavoro la val d'Intelvi; ai tempi non mi ero reso conto che fosse così vicino al confine. La tappa successiva è il Belvedere di Lanzo d'Intelvi, balcone, meno famoso della vicina vetta della Sighignola - Balcone d'Italia, sul lago di Lugano, sull'enclave di Campione d'Italia e sulle alture circostanti e stazione di arrivo della funicolare di Lanzo d'Intelvi che saliva dalla riva del lago lungo il confine con la Svizzera: abbandonata da anni, sembra ci siano un progetto e fondi europei per rimetterla in funzione.
Dopo un caffé riparto e passando per Ramponio Verna (altra serie di tornanti spaccabraccia) e Laino scendo nuovamente sulla riva del Ceresio, questa volta sul braccio di Porlezza.
Il percorso prevede ora la risalita della val Rezzo verso il passo della Cava che la divide dalla val Cavargna quindi la discesa verso Bene Lario e il passaggio per la sella di Cardano, spartiacque tra Lago di Lugano e lago di Como.
Giungo a Menaggio e percorro la trafficata sponda comasca del Lario. Nei pressi di Como c'è ancora il tempo per salire a San Fermo della Battaglia (c'è un colle pure qua), costeggiare il parco Spina Verde di Como, passare in Svizzera dal valico di frontiera di Ronago con il solo scopo di fare rifornimento a prezzi svizzeri (benzina a 1,38€/litro), rientrare in Italia dal valico di Bizzarrone (ultimo colle della giornata) e dirigermi verso casa dove giungo intorno alle 20 con 340 km sotto le gomme e un altro bel giro in moto da mettere in archivio e consegnare ai ricordi.