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Giro intorno al Bianco
15656486
15656486 Inviato: 6 Lug 2016 22:51
Oggetto: Giro intorno al Bianco
 

Sono le 7,00 esco dal cancello con una buona mezz'ora di ritardo rispetto ai propositi e la cosa un po' mi indispettisce. Mi aspetta un giro che occuperà per intero la giornata, ed in queste occasioni preferisco essere più in anticipo che in ritardo. Praticamente l'esatto contrario di quello che mi capita nella vita. Non sono un ritardatario cronico, ma la vittima sacrificale di ripetuti eventi contrastanti. 0509_si_picchiano.gif Questo mi crea un po' di tensione e passano indifferenti il cielo terso,la fresca brezza mattutina e la possibilità, finalmente, di fare un giro come si deve. In realtà c'è qualche cosa di più, vedremo se verrà fuori cammin facendo. Passo davanti all'ospedale..., imbocco le “canne”dell'attraversamento e mi avvio spedito sulla ss36 in direzione Milano , quindi alla stazione d'ingresso dell'autostrada per Torino. Praticamente 50 km condensati in mezza riga. Oggi è così. Un po' per volta prendo possesso delle mie facoltà e la vista dell'orizzonte senza una nuvola contribuisce ad alimentare le mie speranze. L'autostrada per Torino, la solita “palla”, poi si devia per Aosta, la guida diventa meno monotona, fino praticamente a Pont Saint Martin, la porta della Valle, dove il solito vento, a folate, mi obbliga a più miti consigli. Questa deve essere la patria di Eolo, perché non c'è volta che passi e non mi scompigli la permanente ... “prenditi un paio di giorni di ferie ...no?” A Châtillon fermo in un'area di servizio per rifornire ed approfitto per caffè e briosces. Sono alla cassa ed un imbecille , eh, avrà avuto giusto la mia età..., proprio mentre toccava il mio turno, “scusi è,...io sono con la signora avanti a lei,…….mi fa passare ?-/.prego s'accomodi.” Di fatto la signora ordina e paga,... per lei, e se ne va; sto c******e a sua volta ordina per i c***i suoi, paga….e mi guarda con un sorrisetto e prova ad allontanarsi. Prova... E no , non è giornata, ….se poi mi fai anche il sorrisetto, ...te la sei proprio cercata….. Se mi dovevo sfogare ...l'ho fatto….bel carattere eh?..., però il caffè era proprio buono.
Rimonto la mia “belva” e riprendo la via maestra. A Nus l'autostrada finisce, le indicazioni per il San Bernardo, traforo e passo sono ben chiare. Percorro due lunghe gallerie, la strada comincia a salire, si vedono in lontananza le indicazioni che indicano l'entrata al tunnel, subito a lato , sulla destra quelle relative al valico. Un autobus prova a sbagliare strada, il conduttore si ravvede e nasce una piccola coda. Tutto si risolve in un attimo e finalmente.....finalmente si comincia. La moto va bene, lo scorso anno mi sono fatto il giro, praticamente senza la 2a marcia, ora è un'altra cosa in più comincio ad essere più sereno.
Quest'anno è un momento che ho aspettato a lungo, che cazz... volete c'è chi s'accontenta anche di poco, quel poco che per me ha una valenza importante, mi fa sentire vivo, mi toglie i carichi e e le preoccupazione del lavoro, del tempo bastardo che passa imperturbabile e scandisce senza pietà i cicli della vita. Ma non si può ricadere in depressione con questi paesaggi, questi colori esaltati da quel meteo impazzito che mi ha costretto per lunghi week end a sconquassarmi la schiena su un divano, che ora mi ripaga con un'apoteosi di meravigliosi colori.
Intanto si continua a salire, traffico inesistente, qualche moto mi svernicia, ma come sempre sono attento a non intralciare chi è più sveglio di me, il ringraziamento,..una gamba penzoloni, ma è bello anche così. Anzi, questo è il bello.
A volte la mia andatura è discreta, ma spesso rallento per cogliere qualche particolare del paesaggio, qualche parete di nuda roccia che trasuda acqua e rilascia riflessi iridescenti, per poi subito cambiare cromaticità come cambia l'angolo di visuale. Picchi che si ergono solitari con le forme più strane, che contrastano in maniera anche sensibile con quelli a loro più vicini, ma nel complesso si sposano in un'affascinante armonia. Che volete... la montagna è parte di me, anche se non sono un rocciatore, un alpinista, ma l'ho percorsa su sentieri, qualche ferrata, sui campi da sci, e nelle risalite sugli skylift o più recentemente accomodati come pascià sulle seggiovie, non potevo fare a meno di rimanere affascinato da quello spettacolo di potenza, irrazionalità e timore che sprigionano.
Qualche macchia di neve ancora persistente si scioglie e rilascia scorrere il suo contenuto sull'asfalto, la temperatura si è di molto rinfrescata, ho infilato un paio di guanti a cui ho tagliato le dita per trafficare con la telecamerina e ho le mani rattrappite dal freddo, ma dietro una curva la pendenza scema, la strada diventa pianeggiante e sullo sfondo di un laghetto di cristallo troneggia imponente il tozzo complesso dell'ospizio del Gran San Bernardo.
Mi piace questo posto....e non so spiegare il perché, mi ricorda le vecchie fiabe che il mio maestro delle elementari ci leggeva come premio quando non lo facevamo dannare. Erano storie di montagna, che non sono mai banali, che svelavano segreti, magie, buone e malvagie, con pochi fronzoli e come morale la saggezza di chi convive, affrontando fatica e privazioni, con questi giganti.
Però pensavo ci fosse meno gente, l'anno scorso era deserto, ora pure i pullman. Verranno a vedere l'allevamento dei famosi molossi.
Scollino e sono un po' impaziente, sopratutto perché sono curioso. Non è una curiosità morbosa, ma ho aggiunto a questo giro un tratto nuovo rispetto a quello praticato l'anno scorso e sono impaziente di vedere se è stata una scelta azzeccata. Intanto il versante svizzero è più dolce di quello italiano e dopo aver disceso un paio di tornanti la strada si snoda con una lunga frequenza di curve e contro curve su fianchi di una ampia valle, costeggiando un torrentello, reso impetuoso dalle ultime precipitazioni. Il verde è sempre il colore dominante su uno sfondo di un azzurro intenso. Per un attimo quando ero sul valico sono arrivate un paio di nuvole, bambagia impalpabile che ora si è già dissolta. Al bivio per Aosta e Martigny, non sbaglio come lo scorso anno e mi infilo nel tratto di strada coperto, quella specie di gallerie con un fianco scoperto dove posso sbirciare e ricordare la presenza di un verdissimo laghetto. La discesa è bella, veloce, divertente, non c'è nemmeno la gendarmerie.....cosa posso volere di più?
L'attenzione è focalizzata sull'abitato di Orsières,da qui le indicazione per il Col du Champex ed il lago omonimo.
Dopo aver attraversato il minuscolo paesino, uscendone, si imbocca la deviazione sulla destra dove con precisione svizzera il percorso è segnalato da un appropriato cartello. Questo tratto l'ho ricavato da un libro che raccoglie i 100 passi alpini meno conosciuti, nella didascalia è scritto “percorso adatto a conducenti esperti”. Anche per questo sono curioso,...mia moglie direbbe “un altro bricco di posto”.....
La carreggiata non è larga e dopo un breve tratto si stringe ancora di più, l'asfalto è ottimo e comunque riesco a sorpassare anche due macchine che mi precedono. Poi, non ho trovato più un anima. Procedendo e salendo di quota si può ammirare nella sua lunghezza la valle che sale al Gran San Bernardo, la vista è totale e le peculiarità della giornata la rendono sfavillante. Non c'è un tratto rettilineo, ma curve in sequenza, senza particolari controindicazioni. Il manuale citava, “24 tornati in 32 Km”....?
Ma ….ecco il primo, poi subito in serie altri e così via. Avevo paura fossero molto stretti,....capirete con il mio catafalco, invece si affrontano benissimo, poi piano piano fra uno e l'altro la distanza aumenta, la strada pur rimanendo tortuosa si percorre agevolmente e l'ambientazione a dir poco è stupenda. Ma non ho fatto 24 tornanti...! Incomincia a vedersi un po' di gente, scorro davanti a qualche chalet, la strada finisce di salire e mi trovo a costeggiare un laghetto, insomma un bel laghetto verde smeraldo, acqua limpida, meraviglioso,...ma non ci farei il bagno, l'impressione è che sia alquanto gelida. Faccio una sosta, scendo dalla moto, “ravano” nella borsa termica fino a trovare una Sprite, mi “spaparanzo” su una panchina e,...il mio animo è sereno.
Tornano i pensieri che mi tormentavano alla partenza, ma in una cornice così particolare hanno un'essenza diversa, quando si perde una persona a cui si tiene molto, non serve ragionare, non bastano le giustificazioni, dominano le emozioni. La vita ti scorre davanti in un flash, e rivivi condensati momenti che sai non potrai più avere. Rammenti sguardi, espressioni, ricordi di una vita che ti hanno reso quello che sei, a cui non sarai mai in grado di restituire quanto ti è stato dato. Non serve esser cresciuti, non serve nemmeno esser preparati, quando si perde un genitore anche una parte di te vola via. Ci si sente come un viaggiatore che ha smarrito la via di casa. Non ho cercato questi luoghi per caso, volevo dedicare questo giro a chi con pazienza ascoltava i miei racconti , quando con sguardo indagatore e un misto fra il divertito e il rassegnato guardava questo figlio con questa strana malattia, dapprima contrastata, poi come spesso fanno i genitori accettata. E mi viene un sorriso pensare che ogni volta che la andavo a trovare, con tre soli o una scarpa di neve, una domanda era scontata e suonava a volte come una canzonatura, a volte come un rimprovero....”sei venuto in moto?” Ciao mamma...quando ci riconteremo forse saprò cosa risponderti.
Mi alzo con malavoglia, faccio fatica a staccarmi dal luogo ma sopratutto dai pensieri. Riparto.
Strada sempre stretta che si fa largo in una fitta vegetazione tipicamente alpina, percorro la valle fino al momento in cui la strada comincia a scendere e,....ho trovato dove sono finiti i tornanti mancanti, uno dietro l'altro, anche la pendenza si fa sentire. Ora sono veramente stretti e a volte molto ravvicinati. Incrocio un paio di auto e ci passiamo al pelo. Ma la sensazione è veramente gratificante. Poi si raggiunge il fondo valle, la strada principale con direzione Martigny.
La temperatura si è decisamente alzata, ma la percorrenza è limitata a pochi km. Oltrepassata Martigny-Combe, alla prima rotonda si prende tutta a sinistra, anche qui le indicazioni sono chiare, la strada si vede serpeggiare e salire in fretta sul pendio della montagna, Route de la Forclaz che ci porterà, salito il colle omonimo in Francia alla corte della grande montagna.
Ho deciso di saltare il tratto di Chamony che credo tutti conoscano per riprendere da Saint Gervais-les-Bains attraverso Megeve fino alla deviazione di Flumet.
Non avevo potuto apprezzare questo tratto del percorso perché quando ero passato lo scorso anno, era in corso una manifestazione ciclistica amatoriale con migliaia di partecipanti. La tensione per schivarli e non incappare in qualche brutta avventura era tale che della strada non ricordo nulla. Certo qualche immagine, qualche flash mi sono rimasti nella memoria, giusto per avere qualche punto di riferimento, ma in effetti è stato come percorrerla per la 1a volta. Dispiegata fra boschi e verdi colline è un continuo su e giù senza fine, pochi tratti rettilinei, qualche rappezzamento del manto stradale qua e la, e un pezzo ancora pieno di buche, questo me lo sono rammentato benissimo. Nel complesso però molto divertente e appagante.
Incomincio ad avvertire i primi segnali di fame, anche perché è proprio mezzo giorno. Non ho di che preoccuparmi perché ho la colazione al sacco,...questa volta c'è davvero... ma tutte le aree predisposte per una sosta che ho fino ad ora incrociato erano già tutte occupate. Poi, mannaggia a loro, capisco che in tempi di cinghia tirata, ogni stato fa la crosta dove può, ma in tutto il territorio francese non ho trovato una, dico una area di sosta, o di emergenza di quelle che si trovano su tutte le strade di montagna e non, per permettere una fermata momentanea, che sia asfaltata. Tutte in terra battuta, ghiaia, o al massimo erba ovviamente incolta, dove la stampella del cavalletto della mia moto affonda inesorabilmente. Mi fermerò a Beaufort.... Invece giunto ad un bivio, che comunque ricordavo, al posto di prendere la direzione segnalata dal cartello, il navigatore mi spinge su quella opposta, ci avrei giurato.... proviamo.....La strada diventa ancora più stretta, forse neanche due metri, ma l'asfalto è stato rinnovato da poco, quindi molto invitante e,....si comincia a salire, tanto per cambiare. Ora si costeggia un piccolo torrente, con la strada che lo attraversa ripetutamente, procedo lentamente perché ho l'impressione di aver sbagliato, eh....oggi non era ancora accaduto.....Poi ad un tratto un rumore sordo, che si fa sempre più pressante, negli specchietti vedo che ho in coda altri centauri. Allora non ho sbagliato. La strada improvvisamente si allarga, c'è una segheria con un piazzale stracolmo di tronchi tagliati. Come posso mi scanso e faccio passare. Sono quattro moto, tutte sportive, da tutti ricevo un gesto di saluto, l'ultimo

mi affianca, che quasi non finisco a bagno nel torrente, ...sorriso di circostanza, pollice alzato e in risposta in un battibaleno chiedo se per Beaufort vado bene, alzata la visiera del casco la risposta è “arrivè”. Piccolo tornate , che quasi mi tocca far manovra, una breve ripida discesa che sembravo un jet in picchiata e aggancio alla strada principale. Solo...solo che....per Beaufort dovrei tornare indietro, il cartello dice: Beaufort a destra , Lago di Roseland a sinistra. Sti c***i, sono le 13,30, manca solo che torno indietro, ...proseguo , mi fermerò al lago,...posto incantevole. La strada riprende come le montagne russe, a fianco un altro torrente ben più corposo del precedente, come la carreggiata si allarga mi fermo e......tiro il fiato. L'ultimo tratto, un po' quelli dietro, che sembravano segugi alla caccia alla lepre.... un po' la tensione perché la stradina bella ma tosta, praticamente l'ho fatta in apnea. Mi riposo un attimo, cambio la batteria e la schedina sd alla telecamera, guardo se sul bordo del torrente riesco a recuperare un posticino per mangiare, sarebbe l'ideale,...ma la moto è messa li come il mercoledì, un po' troppo in mezzo alla strada.....c***o l'altra volta ho dimenticato il pranzo, questa volta ce l'ho, ma finisce che digiuno lo stesso.
Riprendo con destinazione il lago, arrivo sul Col... de Meraillet....pensavate che erano finiti?...un par di ciufoli, ce ne sono ancora due...a memoria. Dal Col de Meraillet si ha una splendida vista sul lago,....ma c***o quanta gente c'è ? L'altra volta non si vedeva un'anima, ora le rive sono gremite di persone e anche alcuni chalet adibiti a bar e posti di ristoro sono stracolmi. Ho capito, vado avanti e dopo aver costeggiato brevemente la sponda nord del lago artificiale si torna nuovamente a salire con buona pendenza. Sono rassegnato, come la strada si allarga un po', le macchine sono parcheggiate su entrambi i lati della carreggiata, ma dove vanno....? Arrivo in cima, il cippo dice Cormet de Roseland altiutude 1968. Qui il posto per parcheggiare c'è, recupero la borsa termica, mi siedo su un bel prato proprio dietro al cippo e ci do di “ganascia”...finalmente.
La temperatura è ideale, il sole scotta ma c'è una brezza leggera e fresca il cielo è blu e i prati sono meglio dei materassi di Mastrota. Infatti mi sdraio e mi faccio una meritata “pennica”.
Mi sveglio e l'orologio dice che sono le 15,30, è ora. Torno a stivare quello che resta delle mie libagioni...praticamente nulla, solo poveri avanzi, nelle borse della Voyager, torno a trafficare con telecamera e navigatore, imbocco la discesa in direzione Bourg-St-Maurice dove giungo dopo una ventina di km spettacolari. Da Bourg-St-Maurice si sale per l'ultima ma non meno bella salita della giornata, quella al Colle del piccolo san Bernardo. Non mi fermo sul valico perché comincio a sentire un briciolo di stanchezza, rientrato in Italia e sceso sul fondo valle devo fare anche i conti con un po' di traffico. Poco prima di Aosta entro in autostrada, accendo la musica e penso a chi mi ha accompagnato in questo viaggio. Ora comunque vada avrò sempre chi mi terràcompagnia e potrò a mia volta domandare....”sei venuta in moto ?”...ti voglio bene...!
Sono partito da Lecco alle 7,00, ho percorso 792 km, di cui 370 su queste strade, gli altri sono in autostrada, Sono rincasato alle 19,30.
 
15656520
15656520 Inviato: 6 Lug 2016 23:15
 

Bellissimo racconto, quasi poetico e.... spiace per l'aneddoto familiare icon_cry.gif
 
15656613
15656613 Inviato: 7 Lug 2016 7:39
 

Complimenti per il racconto, davvero scritto con il cuore, sopratutto la parte che riguardava la famiglia.

doppio_lamp.gif
 
15657277
15657277 Inviato: 7 Lug 2016 23:15
 

Racconto toccante,belle parole eusa_clap.gif
Però..vogliamo qualche foto!!
 
15657755
15657755 Inviato: 8 Lug 2016 18:12
 

Racconto toccante,belle parole eusa_clap.gif
Però..vogliamo qualche foto!![/quote]
Sto montando i video , ....ma ci vuole in po' di tempo
[quote="Andrea_97"#15657277]
questa è la salita al Gran San Bernardo....poi c'è il resto..... icon_wink.gif
 
15657903
15657903 Inviato: 8 Lug 2016 22:21
 
 
15658491
15658491 Inviato: 10 Lug 2016 10:50
 
 
15658492
15658492 Inviato: 10 Lug 2016 10:51
 
 
15672576
15672576 Inviato: 2 Ago 2016 15:23
 
 
15675454
15675454 Inviato: 8 Ago 2016 8:37
 

Sei venuto sulle nostre strade (west Piemonte), mi fa piacere, e questo è sempre un gran bel giro. eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif

0510_saluto.gif

Edo
 
15676140
15676140 Inviato: 9 Ago 2016 12:17
 

prussianblue ha scritto:
Sei venuto sulle nostre strade (west Piemonte), mi fa piacere, e questo è sempre un gran bel giro. eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif

0510_saluto.gif

Edo

Grazie. Io lo trovo splendido 0509_up.gif Come lo scorso anno sono rimasto incantato dal Nivolet. Peccato ci sia di mezzo il trasferimento autostradale ma ne vale sempre la pena. Ciao
 
15678925
15678925 Inviato: 16 Ago 2016 8:23
 

Bello, sia il giro che il racconto. 0509_up.gif
 
15685945
15685945 Inviato: 29 Ago 2016 16:09
 

Il rammarico è non essere proprio a "due passi" da quelle zone.
Bellissimo.
Grazie per il report multimediale e per le dritte!

ditaV
doppio_lamp.gif
 
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