Ace ha scritto:
se uno si vuole ammazzare puo farlo!!
Purtroppo no cito dalla Costituzione Italiana:
Citazione:
Articolo 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Il punto è proprio l'interesse della comunità e secondo i giuristi (e poi le leggi susseguenti) interesse della comunità è che una persona non si "uccida".
Citazione:
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Il secondo comma invece è quello su cui fanno leva i favorevoli al cosiddetto "testamento biologico" e/o all'eutanasia adducendo come giustificazione legale che il dolore sofferto da una persona che non ha nessuna possibilità di guarigione è contrario al rispetto della persona umana.
Fin dall'inizio, a mio parere, vanno distinte le due cose:
1) Il "testamento biologico" dovrebbe servire, almeno da come se ne parla in questi giorni, affinchè una persona (che al momento della decisione sia in pieno possesso delle facoltà mentali) decida di rifiutare il cosiddetto "accanimento terapeutico" ossia che nel momento in cui non possa più continuare a vivere se non collegata a una macchina (respiratori o quant'altro) essa non sia sottoposta a questi trattamenti;
2) l'eutanasia invece è quel processo attraverso il quale una persona che ha una malattia non curabile pone fine (attraverso e con l'aiuto della struttura sanitaria) alla propria esistenza;
Personalmente sono favorevole alla prima e profondamente contrario alla seconda in quanto, tralasciando la possibilità che qualcuno (famigliari e co) abusino (purtroppo l'essere umano è più bestia di qualsiasi animale) per fini personali dell'eutanasia, avere una malattia anche se non curabile al momento lascia una speranza che prima del decorso finale della stessa si trovi una cura infatti se pur aiutato tramite medicine e trattamenti il corpo e quindi la persona sono ancora in grado di combattere la malattia.
Nel caso dell'accanimento terapeutico invece il decorso della malattia è già terminato ossia anche nel caso di una scoperta della cura difficilmente(o meglio è quasi impossibile) che la stessa possa portare alcun giovamento a un corpo (perchè questo è secondo me) ormai sconfitto.
Al momento sia la prima che la secondo sono comunque vietete dalla legge italiana in quanto si configura il reato di omicidio (se non ricordo male il CP lo definisce "Chiunque cagiona la morte di un uomo").
Seconda me le vere domande sono: posso io decidere adesso come condurre e concludere la mia vita? Il limite massimo delle cure che mi si possono applicare lo posso decidere?
Tutto ciò IMHO spero di non aver offeso nessuno essendo questo un argomento molto ma molto delicato, e mi scuso per la lunghezza del post.