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Inviato: 28 Lug 2014 21:01
Oggetto: In giro tra natura e storia sul Grappa.
Piccola cronaca di un giretto tra amici, avevamo poco tempo ma voglia di girellare; unico neo: ho scordato la macchina fotografica..
Venerdì sera, sono ancora in ferie ed avrei voglia di una sgroppata in moto, non da solo però;
le solitarie non mi dispiacciono, ma stavolta vorrei avere un compagno con cui condividere curve, sensazioni e parole.
Giusto il tempo di formulare il pensiero e il telefono squilla: “Ehi vecchio, domani sono a riposo, so che il meteo non promette bene ma...azzardiamo?
Magari niente di lontanissimo ma muoviamoci, dai!”
Mio buon vecchio Steno, sei la mia ancora di salvezza!
Il tempo di concordare il punto di ritrovo, una rapida occhiata alla cartina e poi a nanna.
Le 8 del mattino dopo ci trovano già col casco in testa, io sulla mia Transalp e Steno sulla sua Hornet; dentro la prima e via in direzione Pederobba dove, dopo una sosta caffè in un bar gremito di ciclisti, guiardo il mio amico sorridere mentre gli dico “Ok, cominciamo a giocare?”.
Imbocchiamo la strada delle malghe e 11 tornanti ci alzano rapidamente alla quota del Monfenera, dove una breve sosta ci regala il primo panorama della giornata ed uno scambio di battute sul tratto di strada percorso, godibile ma ancora umido e sporco a causa del maltempo dei giorni precedenti.
Proseguiamo in saliscendi tra i rinomati castagneti, un'occhiata al piazzale del Monte Tomba e, all'altezza di Malga il Doc inizia la vera e propria salita verso il Grappa; la strada, sempre asfaltata ma ora più stretta, richiede attenzione per la presenza di buche e brecciolino causati dal maltempo, a cui aggiungere le nuvole che, già viste dal fondovalle, dobbiamo attraversare.
Tra le nuvole scendiamo dalle moto per visitare le trincee del monte Palon che, ristrutturate con ammirevole impegno dal locale Gruppo Alpini, permettono di capire in che condizioni dovessero vivere le truppe che operavano quassù; in più la nebbia che ci circonda e ci isola dona al contesto una sensazione particolare; ti aspetti quasi di vedere spuntare un soldato col suo elmetto Adrian, la mantellina e il '91 in spalla...
Riprese le moto, proseguiamo fin sotto il sacello sommitale di Cima della Mandria, dove la strada volge a nord entrando in Val Archeson per disegnare una “V” rovesciata e congiungersi con Val delle Mure girando intorno al Boccaor; lasciando che lo sguardo vaghi sui pendii notiamo ancora le tracce di trincee e camminamenti, mentre poco dopo incontriamo sulla sinistra i ruderi del Cason Boccaor.
Poco più avanti un'altra sosta ci permette di ammirare i lavori di recupero della trincea Meatte-Boccaor e da qui , con 15 minuti di passeggiata, di mettere i piedi sull'ardita strada omonima, intagliata sugli strapiombanti bastioni sud del massiccio, da cui in giornate limpide lo sguardo può spaziare a perdita d'occhio sulla pianura sottostante.
Ora di nuovo in sella, tre gallerie non illuminate e con un fondo un po' sconnesso e qualche altra fitta nuvola richiedono ancora concentrazione nella guida, ma dopo poco siamo finalmente a Cima Grappa dove, dopo una meritata visita al complesso fortificato della Galleria Vittorio Emanuele III°, ci concediamo una sosta ristoratrice al Rifugio Bassano, gremito di motociclisti e ciclisti (complimenti!).
Da qui scendiamo prendendo la direzione di Feltre, uno scivolo asfaltato che ci dona viste impagabili verso nord e ci fa fermare a Caupo per un sorso di fresca acqua ad una vecchia fontana che porta incastonata l'ogiva di un proiettile d'artiglieria.
Seguiamo la statale fino allo svincolo per Arsiè, dalla cui piazza imbocchiamo la strada del Col Perer, altra fonte di motogodimento che ci porterà verso Cima Campo.
In corrispondenza di un tornante un cartello indica Forte Leone; la strada si fa sterrata, ma ciò non impensierisce il mio compagno su Hornet, che affronta qualche centinaio di metri con prudente sicurezza fino all'ingresso del forte; qui veniamo accolti dalla cortesia e competenza di un ragazzo che, alla modica cifra di 5€ a...casco, ci guida nella visita di uno dei forti più ben conservati della zona e tuttora in fase di restauro, a tutela di un patrimonio storico irrinunciabile; dalla copertura sommitale si gode una vista a 360° su Veneto e Trentino, che spazia su 4 province.
In realtà questa fortificazione esula da quello che è il complesso difensivo del Massiccio del Monte Grappa, facendo parte del cossiddetto “Sbarramento Brenta-Cismon”, nato in altri tempi e con altri intenti, ma per noi è stato un po' come mettere un segnalibro: speriamo di avere l'occasione di riprendere il discorso.
Nel frattempo le nuvole si sono addensate e scurite, il buonsenso consiglia il ritorno, quindi ci avviamo sulla strada di casa.
A Mogliano Veneto, che per inciso fu sede del Comando della III^ armata guidata dal Duca d'Aosta, concludiamo il nostro breve giro; ultime battute, due pacche sulle spalle e la promessa di rivederci ancora per un altro itinerario...in grigioverde.