FiltroMan ha scritto:
Ciao! Sfortunatamente è raro che io riesca a trovare tempo per poter scrivere in generale sul forum, figuriamoci in questa neonata sezione che non gode di ottima visibilità. Chiudendo questo noioso preambolo, sfrutto lo spazio messoci a disposizione per interloquire con Motociclismo per chiedere:
Che percorso dovrei seguire per diventare redattore? Necessito di particolare formazione e/o cultura?
Grazie in anticipo per le risposte che riceverò, o almeno spero di ricevere
.
Redattore è una cosa, tester è un'altra.
Per diventare redattore c'è una bella trafila, che può comprendere una scuola di giornalismo o un corso di laurea o simili. Non è che basti saper scrivere bene, ci vuole anche un certo mestiere, ma soprattutto capire bene il lavoro che si va a fare. Il lavoro del giornalista ha molte sfaccettature che da fuori non si vedono. Fare informazione è ovviamente una cosa diversa dal semplice scrivere un report per Facebook o per un forum. E poi farlo una volta ogni tanto è un conto, tutti i giorni è altra roba.
Buon italiano, capacità di sintesi, occhio per le notizie, stile corretto ma che all'occorrenza sappia anche cambiare faccia adattandosi di volta in volta alle esigenze. Poi bisogna saper scrivere a tema, su ordinazione e in breve tempo, sapendo che si deve fare i conti con degli spazi definiti e mai decisi dal giornalista. Fantasia e creatività sono ben accette, ma per certi versi non indispensabili. Avere idee sui servizi, questo sì.
Ma per cominciare si può fare esperienza anche come correttori di bozze, raccoglitori di news, curatori di spazi internet, ecc.
Altra cosa importante, bisogna avere un certo occhio per le belle immagini. Innanzitutto perché bisogna assistere i grafici cercando di interagire con loro in modo da impaginare i pezzi con un look accattivante e fresco, ma comunque in accordo con la linea editoriale e il progetto grafico decisi dalla direzione e dalla proprietà. Se si sa maneggiare un programma di ritocco fotografico, poi, è ancora meglio. Se si sa usare bene la fotocamera è il massimo.
Ma questo è tutto quello che viene dopo...
Prima bisogna proporsi alla redazione, al direttore e ai caporedattori.
Per farlo basta mandare una mail in redazione, con un curriculum e un breve (e ho detto breve) testo di... assaggio. Argomento libero, va bene una prova, un pezzo di colore, una cronaca sportiva, un commento su fatti inerenti al mondo della moto, qualsiasi cosa.
Non serve scrivere il pezzo della vita, basta essere asciutti, efficaci e andare dritti al punto.
A volte certe mail di presentazione sono scritte meglio degli articoli allegati... Niente roba poetica, niente giudizi personali, niente soluzioni ai problemi del mondo. Solo un onesto articolo. Se lo dovete rifinire e correggere 1000 volte vuol dire che c'è qualcosa che non va. Dovrebbe venire bene almeno al 70% in prima scrittura. Anche perché poi in redazione i tempi mica sono poi così estesi.
Direttore: "
senti, Pippo, scrivimi 3000 battute sul tal argomento. Hai un quarto d'ora, e scegli anche le foto". Ovviamente tu di quell'argomento non sai nulla o quasi, e devi quindi anche raccogliere informazioni, in quel quarto d'ora.
Direttore: "
senti, Pippo, ho letto il tuo pezzo e mi piace, va bene. Però cambia l'attacco, che così è debole, e poi lo vorrei con un tono più (o meno) da pizzaiolo, senza discorsi diretti e con più aneddoti vissuti in prima persona. Poi cambia il titolo e il sommario. Grazie".
Prego... Ma non siamo poi così distanti dalla realtà. Chiaramente se lavori bene ti guadagni la fiducia, ma tutto questo fa parte del mestiere.
Importante è non pensare che basti saper scrivere o avere tanta passione. Iniziare è difficile, perché l'impegno richiesto non è poco. Una delle cose che più scoraggiano chi si propone per collaborare è il fatto di sentirsi richiedere disponibilità. Una o due volte chiunque riesce a ritagliarsi del tempo, ma ogni volta che serve alla redazione? Se uno comincia a dire "oggi non posso" è finita.
Inizialmente sono favoriti coloro che abitano vicino alla redazione, perché con le collaborazioni saltuarie non si paga certo un affitto. Ma se uno vuole trasferirsi per mettersi a disposizione della redazione mica glielo possiamo impedire. Però non è detto che uno slancio del genere si trasformi automaticamente in una "chiamata". Ovviamente si può lavorare a distanza, ma il mestiere del redattore prevede la presenza in redazione (l'etimologia non è un'opinione). Collaborare con un giornale di moto può poi voler dire anche a volte fare un po' di lavoro sporco, di quello manuale, come andare a prendere o a riconsegnare moto col furgone, fare il galoppino in caso di prove che comportano un'organizzazione complessa (mega comparative e roba del genere), ovviamente sempre quando c'è bisogno, mica solo quando potete...
Tornando al giornalismo in sé, si comincia con le collaborazioni, magari sempre più frequenti e poi, una volta che si è capito che è cosa che vogliamo fare, parte la trafila per diventare giornalista professionista. Ma questo è un altro discorso.
E ancora in moto non siamo andati...
Per fare i giornalisti tester serve più che altro esperienza e sensibilità, nonché la capacità di raccontare con proprietà di linguaggio e stile fresco e accattivante come va il mezzo provato. Ma anche come è fatto, perché è fatto così, come si pone nel panorama motociclistico, a chi si rivolge. Il tutto con oggettività. Perché dire che una HD non frena come una 1198 significa non aver capito bene cosa vuol dire testare una moto avendo capito che moto si sta testando. Cioè, è chiaro che una HD non frena in assoluto come una SBK, ma magari per i motociclisti a cui si rivolge la HD è più che sufficiente.
Bisogna lasciare a casa i gusti personali, essere disposti a guidare di tutto, con qualsiasi tempo, anche qui su ordinazione, cercando di capire tutto del mezzo anche se ci si possono fare solo poche centinaia di km. O magari anche solo poche decine...
Bisogna essere eleganti in sella, e pure capaci di cambiare stile di guida a seconda delle esigenze del fotografo. Non bisogna essere dei pilotoni, non bisogna essere degli stunt men. I tempi in pista e le "ignorantate" sono un bel contorno, ma non sono il piatto principale. Poi se uno ci riesce mica gli fa schifo al direttore, anche se dipende dal target della rivista. Ma in genere i piloti bravi lo fanno di mestiere. Quindi a loro la guida, a noi la tastiera.
Spesso il pilotone guida la moto, fa i tempi e le foto spettacolari. Poi arriva da voi per l'intervista e biascica quattro parole in croce. Ecco, voi dovete tirarci fuori un servizio di 6 pagine, ovviamente firmato da voi. Ci sono quelli che danno molte informazioni e quelli che parlano poco, quelli spettacolari ma poco sensibili, quelli che vanno forte ma vengono male in foto... Non è detto che un pilota del CIV sia un buon tester per una rivista. Noi ne abbiamo parecchi mica male (almeno due o tre fissi in redazione), ma a volte ne abbiamo scartato qualcuno...
Nel mio caso è cominciato tutto con uno scambio di mail con Aldo Ballerini, direttore di Super Wheels
: avevo qualche proposta da fare e mi è stato chiesto se potevo dare una mano a concretizzarne qualcuna. Non avevo alcuna referenza, ero un semplice lettore. Non sono stato "provinato", non ho mandato curriculum, non ho fatto colloqui. Cioè, sì, ma non finalizzati alla collaborazione. Ma si vede che mi sono venduto (e ho operato) bene perché, nel giro di soli 4 anni, sono diventato prima collaboratore, poi assunto a tempo indeterminato come praticante (18 mesi), e infine giornalista professionista, dopo l’esame all’Ordine dei Giornalisti, con la qualifica di redattore. Da quando Super Wheels è stata assorbita da Motociclismo faccio parte della redazione della Bibbia.
Come diceva Johnny Firpo nel famoso e imprescindibile "Pari e dispari": per vincere ci vuole il QF...
Questo è quanto. Scusate per la lunghezza, e state certi che qualcosa mi sono dimenticato.