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Inviato: 29 Mag 2011 23:53
Oggetto: Due amici, le loro moto e una passione comune...
È ormai sera quando squilla il cellulare. Livio, amico di vecchissima data, mi avvisa che per il giorno seguente, domenica, potremmo decidere di fare una giornata di mare o un giro in moto. “…sono senza zavorra…” mi dice.
Sono le otto del mattino e la sveglia mi ricorda che io e la Fazerina abbiamo un appuntamento. Doccia, tuta e giù al bar a prendere un caffè. Fede dorme di gusto, la saluto con un bacio. Alle nove e quattordici sono all’Agip di San Salvo a fare il pieno. Dopo qualche secondo sento in lontananza un suono familiare che via via si fa più concreto. Con puntualità svizzera, eccolo. Saluti, pieno e si va.
L: “Caffè a Capracotta allora?”
R: “Ok però torniamo per pranzo perché Fede è a casa da sola.”
L: “Non ti preoccupare”.
Inizio a preoccuparmi
Si imbocca la Trignina e, con andatura turistica, si va. Le moto filano tranquille. Lui zig-zaga per togliere la cera dalle gomme appena cambiate. A d una ventina di km da Isernia penso che il mio collega mi porti a conoscere il Macerone. Mi sbagliavo. Gira per Pietrabbondante e iniziamo la nostra arrampicata in direzione Capracotta. Fermati ad ammirare uno dei mille incanti del Molise mi fa: “…ma tu lo sai dove nasce il Trigno??...Ti ci porto io”. E così, curva dopo curva, arriviamo a Collemeluccio nella riserva AssoMAB. Caffè, pipi-stop, giro nell’abetaia. Spettacolo.
Sono le dieci e mezza quando gli confido che, a ridosso di Isernia, mi aspettavo il Macerone. Con un ghigno abbozzato e spiandomi con la coda dell’occhio mi fa: “…ci vuole poco a scendere a Isernia”. “Andiamo!”. Passiamo per Carovilli e Miranda ed in pochi minuti siamo nei pressi del quartiere San Lazzaro della città Pentra. Ci fermiamo per montare la telecamerina e mi racconta il suo amore per quel famosissimo percorso. Alla partenza un tizio con una fiammante Ducati848 bianca ci accosta. “Ciao, salite? Io non sono mai salito”.
“Vieni con noi!”, gli diciamo sinceri.
Si parte, zig-zagano per scaldare le gomme.
Che il tizio avesse esperienza alla guida era chiaro. Balza subito in avanti e dopo qualche curva troviamo lui e la sua bestia fermi con cavalletto che salutano. Mah! Saremo delle pippe, penso.
Continuiamo. (https://www.youtube.com/watch?v=RKGgsKqrqRE)
Arriviamo in cima con l’adrenalina alle stelle. La sensazione provata alla fine è quella che si prova al luna park e la prima idea balenatami alla testa è stata: “Lo rifacciamo?”.
È il momento di fare benzina. Da Rionero Sannitico arriviamo a Castel di Sangro. Pieno e due chiacchiere con il gestore.
L: “Ti porto in un posto bellissimo…”
R: “Ok”.
Sfiorando Roccaraso ci avviamo per il Valico della Forchetta. Proseguiamo per Lama dei Peligni quando ci fermiamo in prossimità delle Grotte del Cavallone. Paesaggi mozzafiato e aria fine. Un incanto che dura una mezz’oretta. Foto di rito e si riparte direzione Vasto. Mando un sms alla mia dolce che ci aspetta a casa per pranzo. S’è fatta ‘na certa e la fame aumenta. Curva dopo curva sbuca il Lago di S. Angelo, uno specchietto d’acqua in una cornice verde.
Oltrepassiamo Casoli quando in una serie di curve in discesa arriva il momento che aspettavo da tempo ma che non volevo arrivasse mai. Non sono riuscito a capire né come né perché ma a 50km/h parte la ruota posteriore, freno, controsterzo, arriva il pendolo, controsterzo di nuovo e ancora una volta. Tra i fischi della ruota e la confusione più totale sono riuscito a fermarla…ma l’inerzia piega la moto e, non riuscendola a tenere, cadiamo. In un attimo mille pensieri ti attraversano la mente ma uno solo vince su tutti: meno male che sono senza la mia metà. Mi rialzo, rimetto in piedi la moto e ci togliamo dalla strada. In men che non si dica Livio si è rigirato a darmi assistenza. Sconvolto mi guarda e mi chiede se sto bene. Non un graffio, sante protezioni. Controllo i danni. Per fortuna si tratta di pochi graffi. Ci guardiamo in faccia e inforchiamo le moto per tornare a casa.
Nell’ultimo tratto di strada ho pensato, tanto. Rivivi le scene come se fosse stato un film. Pensi a quello che è successo, a come possa essere successo e non ti capaciti. Risenti lo stridere delle ruote e vedi l’asfalto che si avvicina. Pensi a quello che sarebbe potuto succedere e, per come si è conclusa, ti senti felice e ringrazi l’Angelo che portavi in sella con te. Chissà se anche lui avrà avuto paura. ;
Una volta sotto casa Fede ci aspetta sul balcone. Saliamo su e con gli occhi di chi ha avvertito qualcosa ma ancora non sa, mi abbraccia e mi chiede come va.
Pranziamo e beviamo un buon caffè.
Dopo i saluti e la promessa di sentirci in vista di giovedì per la partenza per il tour Umbro Livio riparte in direzione Termoli a riposare un pò prima di accendere il pullman delle 19 che lo porterà a Roma nella tratta serale. È un autista di linea della Larivera.
Una doccia bollente ti scarica via tutta la tensione accumulata e, sistemata casa, si riparte per CB dove arriviamo nel tardo pomeriggio.
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