Insomnia: giro notturno - Report Uscite Solitarie o Extra Tinga

E' da qualche tempo che a ora di pranzo mi prendo una mezz'oretta per una "cronoscalata" a Montevergine e, ormai, ho quasi imparato la strada a memoria.
E' quasi mezzanotte, sonno assente, voglia di andare a letto ancora meno.
Lampo di pazzia; salgo su a Montevergine!!
In effetti, qualche altra uscita notturna nei dintorni l'ho gia' fatta.
E' curioso come se da un lato non hai una visione sufficiente della strada, dall'altro il fattore buio ti indica in maniera inequivocabile se c'e' qualcuno in senso opposto.
Poi, se conosci le strade che percorri, in curva sei meno distratto da altro e puoi concentrarti solo ed esclusivamente sulla traiettoria.
Vado in garage, tolgo il portapacchi (voglio andare "leggero") metto il windstopper sotto il giubbotto, bandana tingavert come foulard, casco, guanti...gia' i guanti.
Sono indeciso, i nuovi sono un po' rigidi e non mi sento a mio agio (mi si stanca la mano).
Poi mi dico OK vada per i nuovi.
Faccio pochi KM e capisco subito che non sara' affatto come immaginavo: l'altra notte e' venuto giu' il diluvio e la strada e' decisamente sporca.
Pazienza, gusteremo il panorama.
Comincio a salire, l'aria e' calma e il cielo e' un po' nuvoloso.
Ogni tanto fa capolino una mezza luna in uno squarcio di cielo: e' piccola ma brilla di una luce bianca abbagliante, bellissima.
Butto lo sguardo giu', Avellino di sotto e' un gioco di luci suggestivo.
La strada peggiora, meno male che vado pianissimo perche' in una curva e' impossibile evitare il brecciolino e mi tocca di aiutarmi anche con un piede per non andare giu'.
Sarei quasi tentato di rinunciare, poi penso che la settimana prossima ho una chiusura di progetto, un collaudo, le consegne da lasciare perche' vado in ferie, insomma, non puo' succedermi nulla, in ufficio mi spellerebbero vivo.
In un tornante c'e' una macchina appartata, poche centinaia di metri piu' in la un'altra (in posizione spettacolare sulla vallata): chissa' cosa avranno pensato (anche se dubito che mi hanno notato).
Sono quasi in cima, qui incontro il vento, non forte, non leggero, un po' lo cercavo.
Mi accompagna fino al mio solito punto di svolta, giro la moto e via giu'
C'e' un tratto di strada dove la vegetazione ai bordi e' piuttosto fitta e i rami degli alberi chiudono sopra a formare come una galleria.
La luna da dietro illumina le nuvole con una luce strana e il vento che agita i rami crea una atmosfera un po' Blair Witch Project (anche se, in effetti, il luogo dovrebbe evocare ben altro).
Sono quasi ad Ospedaletto quando con la coda dell'occhio vedo partire da sinistra un uccello notturno (civetta, gufo, barbagianni, chissa', non e' prudente distrarsi per cercare di capire cos'e', anche perche' un po mi sono rotto e sto "spingendo"). Fa qualche decina di metri insieme a me poi si butta tra gli alberi. Ciao!!
La scelta dei guanti non e' stata felice, decisamente. I postumi di una caduta si fanno sentire e guanti ancora rigidi non aiutano: quando allungo le dita per frenare il pollice incriminato mi fa un male cane.
Stringo i denti (vabbe' non esageriamo) tanto ancora qualche KM e sono a casa.
Il sonno continua a non esserci, ma non e' il caso di continuare, le strade oggi non sono per essere percorse su due ruote.