Un'uscita "mordi e fuggi" - Report Uscite Solitarie o Extra Tinga

Montevergine e il Partenio sono due montagne adiacenti e chiudono la conca in cui e' Avellino, verso Napoli e il benevantano rispettivamente.
Oggi avevo un'oretta libera e dopo giorni in cui e' stato quasi impossibile prendere la moto non ho resistito.
La parte iniziale della salita e' davvero piacevole, soprattutto subito dopo Mercogliano: ci sono un paio di esse davvero divertenti.
Entro allegrotto e mi ricordo di qualcuno che ha scritto che quando pieghi molto hai la sensazione che
la moto "cada" all'interno mentre in effetti non si muove.
E' vero, ma la sensazione e' davvero strana. E la paura e' tanta.
E' pur sempre inverno per cui la strada e' spesso umidiccia e la paura di scivolare non fa stare tranquilli.
Continuo a salire, oltrepasso Ospedaletto e inizia la salita vera.
Fa piu' freddo, le mani nonostante i sottoguanti cominciano a fare male, ma non fa niente.
La strada e' una sequenza di zig-zag da un lato all'altro: il tornante ad est e' al limite con la gola di separazioe con il Partenio, ad ovest si apre sulla piana del baianese verso Napoli.
Sono le 4 e mezzo il sole cala e quando vado verso il tornante ad ovest ce l'ho dritto negli occhi per cui devo rallentare tantissimo perche' non riesco a rendermi conto quando la curva si apre.
A est invece sembra di andare verso l'inferno; la gola e' nera, letteralmente: un nuvolone parte dalla cima e scende giu' fino a meta' costa e quado arrivi al tornante sembra di entrarci dentro.
Salgo ancora, quando sto per arrivare al limite ovest incrocio un pazzo come me che scende.
Lampeggio come un dannato, faccio un V, macche', non risponde.
Forse e' solo sorpreso e non ha fatto in tempo.
La cosa mi distrae pero', il sole negli occhi non mi permette di guidare bene e' ho la sensazione di arrivare lungo.
OK, calma, niente panico, cosa si fa in questi casi ? Si tiene la moto la piu' dritta possibile e si frena.
Lo faccio, funziona.
Non ho migliorato tantissimo in velocita' in questi ultimi mesi pero' ho come la sensazione di governare meglio il mezzo, di sapere un po' di piu' cosa fare e come rispondera' la moto.
Il resto verra', forse. Mi accontento di poco.
L'ho detto che faceva freddo ? Le mani fanno male male, ma salgo ancora.
Comincio a trovare un po' di neve a bordo strada con rivoli d'acqua che scendono.
Non posso andare molto piu' su', puo' essere pericoloso: con il freddo che c'e' non e' improbabile che calando il sole quei rivoli si trasformino in ghiaccio.
Faccio ancora una corsa al tornante ad est: mamma mia, la gola e' nera come la pece, davvero brutta.
Curvo piano (la strada e' davvero stretta qui) vado verso ovest combattuto tra la voglia di continuare e di trovare uno slargo per girare.
Ultimo tornante, giro e una folata di vento mi investe come a dire "per oggi basta".
Vorrei fermarmi a scaldare le mani prima di ripartire, ma l'aria e' scura, inquietante, non mi piace.
Comincio a scendere, man mano che mi avvicino a valle stranamente sento le mani che si sciolgono, davvero non credevo fosse possibile.
Per strada non c'e' letteralmente nessuno, tiro un po' e qualche curva la faccio mezzo fuori dalla sella, piu' per sentire la moto "sopra" che per diminuire la piega e avere piu' aderenza.
Lei lo fa senza discutere, senza incertezze: ormai siamo quasi in simbiosi.

Guido