edge ha scritto:
tu riconduci tutto alla Commedia?
suvvia, daccordo, manzoni alighieri e molti altri sono stati condizionati dalla spiritualità, d'annunzio, pirandello e molti altri dalla politica.
ma io ti posso dire che ad esempio con Luigi Pulci abbiamo la prima rottura a livello mondiale dello stilema cavalleresco.
Tasso, che pure si rifà a ideali cristiani, nella Gerusalemme Liberata è il primo a identificare una introspettiva psicologica dei personaggi.
Guicciardini è il primo storico moderno, a livello mondiale.
Macchiavelli, pure lui influenzato a livello politico, ma è colui che definisce ambiti della trattastica che ancora oggi vengono seguiti.
Petrarca non mi pare possa ricondursi a filoni ideologici particolari, eppure è considerato uno dei più grandi poeti dell'umanità.
A livello più recente, anche Saba si distacca completamente da ogni ideologia, così come Cesare Pavese (almeno in parte) e soprattutto Sebastiano Vassalli (del quale consiglio a tutti una lettura).
per quanto riguarda la Francia uno degli scrittori che apprezzo maggiormente è Albert Camus, che tuttavia è fortemente ideologico, seppur interessante è la sua teoria semi filosofica sul mito di sisifo.
Anche Proust è molto bravo, ma anche egli segue particolari ideologie politiche.
Come vedi, specialmente in ambito artistico-letterario, è molto rischioso, poichè impossibile, definire affermazioni assolute senza se e senza ma, visto che nei vari Stati si conoscono storie diverse, che sviluppano ideologie diverse.
Così nei Paesi che hanno vissuto una dittatura di destra, prevarranno scrittori e pensatori di sinistra, e viceversa.
La spagna, che ha vissuto anni di semi dittatura araba, ha visto il fiorire di temi cattolico-cristiani (consiglio: Pedro Calderon de la Barca- La vita è sogno), situazione analoga all'Italia post umanistica
adesso mi fermo perchè mi è arrivato l'avviso di nuove risposte in questo topic
suvvia, daccordo, manzoni alighieri e molti altri sono stati condizionati dalla spiritualità, d'annunzio, pirandello e molti altri dalla politica.
ma io ti posso dire che ad esempio con Luigi Pulci abbiamo la prima rottura a livello mondiale dello stilema cavalleresco.
Tasso, che pure si rifà a ideali cristiani, nella Gerusalemme Liberata è il primo a identificare una introspettiva psicologica dei personaggi.
Guicciardini è il primo storico moderno, a livello mondiale.
Macchiavelli, pure lui influenzato a livello politico, ma è colui che definisce ambiti della trattastica che ancora oggi vengono seguiti.
Petrarca non mi pare possa ricondursi a filoni ideologici particolari, eppure è considerato uno dei più grandi poeti dell'umanità.
A livello più recente, anche Saba si distacca completamente da ogni ideologia, così come Cesare Pavese (almeno in parte) e soprattutto Sebastiano Vassalli (del quale consiglio a tutti una lettura).
per quanto riguarda la Francia uno degli scrittori che apprezzo maggiormente è Albert Camus, che tuttavia è fortemente ideologico, seppur interessante è la sua teoria semi filosofica sul mito di sisifo.
Anche Proust è molto bravo, ma anche egli segue particolari ideologie politiche.
Come vedi, specialmente in ambito artistico-letterario, è molto rischioso, poichè impossibile, definire affermazioni assolute senza se e senza ma, visto che nei vari Stati si conoscono storie diverse, che sviluppano ideologie diverse.
Così nei Paesi che hanno vissuto una dittatura di destra, prevarranno scrittori e pensatori di sinistra, e viceversa.
La spagna, che ha vissuto anni di semi dittatura araba, ha visto il fiorire di temi cattolico-cristiani (consiglio: Pedro Calderon de la Barca- La vita è sogno), situazione analoga all'Italia post umanistica
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Il 98% di ciò che è detto è vero, Proust non sapevo seguisse alcuna ideologia politica o religiosa..
Tornerò a parlartene dopo la fine della 125