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Inviato: 5 Lug 2006 12:54
Oggetto: Oggi proprio non va...
Oggi proprio non va. Mi scuso preventivamente per lo sfogo, ma qui mi sento tra amici. Tante persone portano nel cuore dolori grandi, ombre che offuscano l’esistenza. Io no. Io sono fortunato, agli occhi dei più non mi manca nulla. Per carattere, forse per condanna, non riesco a vivere senza il sorriso sulle labbra, senza la battuta pronta e questo fa di me “quello che sta bene”. Ma la mia vita è piena di piccoli vuoti. Piccole lacune generate a volte da scelte, più spesso dal fato, che ogni tanto – come oggi – presentano il conto. Ho la mia indipendenza, ho un lavoro, un posto dove dormire, la salute, la mia moto, ma tutto ciò è maledettamente autoreferenziale. Un loop di quotidianità che orbita esclusivamente attorno a me stesso e che spesso mi fa sentire vuoto. Sono lontano dalla mia famiglia, dagli amici d’infanzia, dalle persone nelle quali – normalmente – si cerca conforto in questi casi. Sono lontano da dodici anni, dodici anni passati in giro per l’Italia (lavoro, una mia scelta) che mi hanno regalato moltissime esperienze ma che, di contro, non mi hanno concesso di mettere le radici in nessun posto. Un amico, un’amica, una donna che magari fugacemente è disposta a farti compagnia non mancano, ma è tutto così lontano dal senso di profonda condivisione del quale avrei bisogno. La necessità di un progetto comune, la presenza di una figura che ti accompagni giorno per giorno, che condivida le tue passioni e che ti stressi quando combini una cazzata. Una persona alla quale dedicarsi e che si dedichi a te. Ma non fraintendetemi, non è un problema sentimentale. Da dicembre, ad esempio, ho un nipotino….è fantastico, cresce a vista d’occhio, ma io non sono lì e probabilmente – quando ne avrà coscienza – per lui sarò lo zio che, sul più bello, fugge sempre in sella alla sua moto. E magari per questo mi guarderà estasiato… oltre il danno la beffa. Io invece avrei voglia di sentirmi parte di qualcosa, di discutere con qualcuno su questa o quella destinazione per un viaggio in moto, di sentire arginata (non troppo felicemente) la possibilità che ho in ogni istante di prendere la mia moto e andare. Perché è quello che faccio continuamente: vado. Non scappo, non sono mai fuggito da nulla, ma “vado” perché ho bisogno di qualcosa e spero di trovarlo in un paesaggio, in un profumo che piacevolmente inaspettato che ti investe in una curva in montagna, al cospetto di un panorama maestoso. Ma poi mi rendo conto che quell’odore, quel brivido, quella paura o quella gioia saranno solo mie. Potrò riviverle, raccontarle, ma non le avrò mai condivise. Non riesco a vivere senza guardarmi attorno, non riesco a non vedere i dolori veri che fortunatamente mi sono stati risparmiati, e questo rende tutto più difficile. Perché quando il peso di quello che ho scritto mi assale mi sento un inetto, un ingrato, una di quelle persone che non è mai soddisfatta. Ma io non sono così, e vivo il tutto in maniera dicotomica, portando nel cuore la certezza che c’è qualcosa che non va e nella testa la convinzione di non aver il diritto di lamentarmi. Scusatemi ancora se scarico in questo posto fantastico un po’ del mio veleno, forse lo faccio perché qui l’atmosfera è unica. Abbiamo tutti una passione in comune, siamo tutti molto diversi, ma ognuno – in un modo o nell’altro – ti dice sempre quello che pensa e l’aprire questa pagina della mia vita qui, questo espormi al vostro “giudizio”, credo possa restituirmi un po’ di equilibrio. Male che và mi rifugerò nel topic dei bacini… Un lampeggio a tutti.
P.S. io AMO LA VITA, sempre, anche oggi.
Ciccio.