Breve racconto dal nostro punto di vista:
Perchè?
Elefantentreffen, la parola evoca racconti di amici che hanno conosciuto qualcuno che c’è andato, qualcuno così pazzo da affrontare in moto 1200 km da Roma di freddo, pioggia, vento, ghiaccio, l’appennino, il Brennero, e la Germania...mai troppo accogliente da un punto di vista meteo nel periodo invernale.
Eppure qualcuno l’ha fatto.
E allora anche quest’anno, come in altri inverni, torna alla mente la possibilità di andare.
E si va.
A dicembre iniziano i preparativi, prima timidi con acquisti di cose che comunque possono essere utili, stivali invernali, paramani imbottiti...eccetera...poi, con l’avvicinarsi di gennaio, ci si fa spavaldi e allora via, a costruire una slitta che si possa smontare facilmente, che sarà utile per trasportare la legna per il fuoco, via a pensare, ingegnarsi, provare e montare catene da neve autocostruite per moto, via pronti ad ascoltare i consigli di chi l‘ha già fatto, è già elefante, e suggerisce di dormire in un albergo che ce ne sono tanti...ma noi questa possibilità la teniamo come ultima spiaggia. E ci diciamo che dobbiamo fare in modo di arrivare lì con la luce del giorno e verificare che sia fattibile dormire in tenda, altrimenti si ripiegherà in alberghetto...che ce ne sono tanti.
Nei giorni a seguire l’idea di dormire in albergo si affievolirà così tanto da non lasciare traccia della possibilita di farlo.
Arriva il 29 gennaio. Con l’emozione a 1000! Con la mente aperta!
Si parte alle 14.00 di giovedì alla volta di Bologna dove Monica ed il suo compagno ci ospiteranno per una notte, passato l’appennino ci fermiamo all’autogrill, per un tè caldo e mille commenti sul vestiario, sull’utilità degli antiestetici moffoloni (INDISPENSABILI) due chiacchiere, due calcoli sulla strada...abbiamo fatto 400 km e prima di tornare a casa ne faremo altri 2000...poi il viaggio.
Il venerdì che si presenta con una nebbia fittissima che ci accompagnerà fino quasi al confine, prima di lasciare il posto ad una leggera nevicata tra temperature polari e tratti ghiacciati che ci terranno per mano fino ad Irshenberg, dove un letto caldo ed una doccia bollente stanno aspettando impazienti circondati da neve ovunque.
Arrivati in albergo, lasciando perdere i discorsi sul meteo (scaramanzia), e domandandoci ancora quante e quali maglie indossare il giorno dopo, quanti calzini, se usare le piastrine riscaldate, se il wind stop ha funzionato eccetera. Poi si fanno le 19:00 ...e allora zuppa calda e birra fresca.
Il sabato si presenta subito con un buon -6 e neve...nuvole cariche e basse e annunci terribili di nevicata, annuncio che resterà muto perchè in realtà ha fatto solo qualche fiocco, così tanto per ricordarti che sei in Germania e l’Africa è lontana...
Nei 100 km prima di Solla un brivido, oltre a quelli del freddo, ci sale su per la schiena...nella strada contraria a quella che facciamo noi ogni tanto passa un motociclista che ci saluta...e che ci fa venire un piccolo dubbio sulle mappe che stiamo consultando.
Sosta in paesino, alla ricerca di un benzinaio, poi lì incontriamo mille motociclisti che ci danno ragguagli sulla strada da fare. E’ giusta quella che stiamo facendo ma ci suggeriscono una scorciatoia,i motociclisti incrociati hanno dormito lì il venerdì sera, e se ne vanno a casa per un caldo week.end...loro...
Si riparte, col pieno di benzina ed entusiasmo.
Arriviamo al raduno con il cuore a 3000! Abbracci di solidarietà e complimenti, metà opera è fatta, metà oceano attraversato, siamo arrivati! contro il freddo, vento, gelo! Siamo arrivati!
E’ Elefantentreffen!
E sono un elefante anch’io.
Quella che per anni è stata un esperienza sognata, s’è presentata così come l’ho sempre immaginata. Dura! Ma troppo affascinante per essere evitata.
Creare un accampamento, con tanto di piccolo barbeque che s’è fatto 1200 km per essere usato si e no un’ora, montare la tenda a -6, sotto una leggera nevicata diventa facile tra l’emozione del viaggio intrapreso ed i pensieri per i 1200 km da fare al ritorno, durante il quale ci aspettiamo brutto tempo, e quindi non si parlerà più di meteo.
I discorsi sul vestiario, sulle moto, su cosa fare per migliorare la tenuta del freddo, su come montare meglio i bagagli, avere una BMW, meglio un enduro pura o un GS, bere una birra o un bicchiere di Rum... eccetera... accompagneranno la nostra serata davanti al fuoco e a passeggio tra moto di ogni genere di serie ed autocostruite, bellissime e bruttissime, geniali modifiche ai telai e cessi incredibili che implorano la rottamazione, e persone di ogni genere...alcuni vestiti con pelli di chissà quali bestie, altri a malapena vestiti...altri nudi, su un’enduro...a mostrare i loro gioielli alla comunità...
5 euro per un fascio di legna da bruciare, mani sporche, wurstel, coppiette, pane caldo, qualche biretta, passeggiata nella buca, scivolata con culata, tè col rum, chiacchiere...e si torna davanti al fuoco, stanchi per parlare, infreddoliti per commentare...ogni tanto una risata sottolinea che siamo troppo matti! Ma non siamo soli!
Fuochi d’artificio lanciati a volte in aria a volte ad altezza uomo e continui scoppi di petardi (forse avanzi del vicino capodanno) tengono la mente sveglia e il corpo al caldo più di una coperta.
I simpatici vicini si interessano al problema della nostra stanchezza e ci intrattengono con simpatiche “smotorate” di motosega, smarmittate a fine corsa del contagiri delle loro Zundapp, burn out, motori a folle lanciati a cannone in attesa che una valvola dia forfait...e via così fino a notte fonda...poi si entra in tenda per dormire...e lì viene il bello...la temperatura va da zero a tre gradi (meno del frigo che è 4!) materassino (bucato) coperta di lana, sacco a pelo di piume de grizzly, coperta in pile, giacchetto di piume d’oca sopra...si puo’ fare, ma non bisogna nemmeno pensare di tirare fuori il naso dal sacco a pelo...e aspettare l’indomani.
Prima dell’alba il blues del sopravvissuto stereo del vicino è un piacere, la calma del circondario, qualche fuoco d’artificio rimasto dalla notte scoppia quà e là, ed un buon caffè fatto con la moka danno il “LA” ad una giornata che sappiamo sarà lunga e dura.
-8 ma non nevica, che a conti fatti è già qualcosa...
Alle 06:00 siamo in piedi e pronti ad affrontare lo smonta-carica-lega-fissa roba sulla moto, vestiti bene, e preparati al peggio. Poi vai.
I 200 km prossimi saranno di gelo vero, freddo da battere i denti, insopportabile, vuoi per la notte in tenda, vuoi perchè stai in moto, vuoi quello che vuoi ma la tuta termica, stivali, giacchettini e giacchettoni, anti vento e anti tutto non bastano, e dopo un po mani e piedi li senti a malapena...
Poi autogrill, wursterone con patate al forno, zuppa calda, e tanti amici a raccontar le loro notti in tenda, qualcuno in hotel, qualcuno vestito leggero, troppo leggero...ma loro son così, magari abitano qui vicino.
Omoni vestiti da parà e donne con scarpe da cacciatore tengono banco durante il breve riposo, ma poi bisogna andare, la strada da fare è molta e bisogna approfittare della clemenza del tempo di oggi, perchè domani chissà. Tra abbracci, saluti, raccomandazioni ed auguri si parte, lasciando ognuno degli elefanti alla propria strada da fare. Noi andiamo verso il Brennero.
Vento fortissimo, neve tantissima! Questa è l’accoglienza che il nostro paese ha riservato per noi!?
100 km impossibili da raccontare, 50 metri di visibilità, mani ghiacciate perchè come te li togli gli strati di ghiaccio dalla visiera? Le uniche a non fare un lamento sono la mia XJR e l’FZ1 del fido compagno che non hanno mai frignato, fatto una lacrima o dato segni di insofferenza, ma anzi, hanno sghignazzato per tutto il tempo e ogni tanto sembravano dirsi: << tutto quì?>>.
L’albergo di Bolzano sembrava un miraggio, poi doverlo anche cercare è una bella rottura, ma il primo che capita andrà benissimo, e sarà infatti così.
Con una bella colazione compresa nel prezzo.
Si riparte! Neve! Mista a pioggia!
Via! Questa volta verso casa! Rapido calcolo...<< partiamo alle 09:30, dai in 10 ore ce la facciamo!>>
Così sarà...saremo sul GRA alle 18:30, a casa poco dopo, stanchi, affamati, orgogliosi e fieri.
Per 750 km non abbiamo mai visto il sole, neve prima, neve/pioggia poi, solo pioggia tra l’appennino e casa. Senza soluzione di continuità finito di nevicare iniziava a piovere, poi diluvio, poi di nuovo neve, poi ancora piogga...a tratti chiaramente un po’ di nebbia che di questi tempi non si nega a nessuno...
Ogni tanto una risata nervosa tentava di appannare la visiera del mio casco...
È stata un’ esperienza unica...o forse no...
Resta la domanda, perchè?
Un saluto a tutti gli elefanti...e arrivederci al prossimo anno!
Il racconto è stato scritto dal mio compagno di cazzate Giulio che con la sua XJR è stato il trascinatore e l'ideatore di questa avventura.
Un saluto particolare va a Pietro,che non è potuto venire.
Infine un grazie particolare all'eroica FZ1 che con la sella sostituita mi ha permesso di affrontare,senza dolori alle chiappe,questa avventura.
.....pero che freddo,a me sono venuti i brividi solo a leggere 
