Allora eccoci qua. Una premessa: io mi dilungo nel raccontare (da un senso al piacere di condividere le sensazioni e le emozioni dell'andare in moto), quindi mi scuserete se non amate troppo leggere, ma dato che non ci siamo quasi mai fermati lungo la strada, e le foto sono pochine, questo è l'unico modo per me di documentare la storia di un pomeriggio che vale proprio la pena di essere raccontata.
C'era una volta una rana che non voleva andare in letargo come fanno tutte le rane in inverno. E allora pensava e pensava a cosa fare per trascorrere le lunghe giornate che aveva davanti a se'. E più pensava a come passare il tempo e più questo passava senza che se ne rendesse conto, finchè un giorno, leggendo in giro su un forum si accorse che una "sua" idea l'avevano già avuta altri. Aveva desiderio di andarsene in giro, in mezzo alla neve, perchè al contrario delle altre rane non amava stare al caldo a crogiolarsi al sole.
Così ne approfittò e si aggregò ad uno sparuto gruppuscolo (solo due) di motociclisti...
Vabbè, seriamente...
Era da un po' di tempo che meditavo di farmi un giretto in qualche posto con la neve (anche se uso la moto quotidianamente, resta comunque la voglia di fare qualcosa di più stimolante delle solite gite), ma le recenti avversità meteorologiche avevano suggerito al mio buon senso di soprassedere (saggiamente). Col ritorno di giornate migliori si è riaffacciata anche la voglia di muovermi (assieme alla curiosità di sperimentare il sotto abbigliamento della Tucano che mi ero appena regalato), mi è capitato così di imbattermi nell'intenzione di elgigante che, prendendo spunto dall'uscita con meta a Campocatino, fatta da altri del gruppo... Citazione:
siccome spank m'ha fatto rosicare con queste foto di campocatino e domani non lavoro...io un salto ce lo farei volentieri!! icon_asd.gif
chi si vuole aggregare mercoledi 24 in tarda mattinata (12:00) girello + panino al volo da erzinio sto qui....
ovviamente altipiani di arcinazzo compresi(anche al ritorno)!!
e ancora: Citazione:
rosà namo a vede se realmente le foto corrispondono a campocatino o sono delle photoshoppate!!
voleva replicarla, e con lui Twenty3.
Dal canto mio, pur essendomene reso conto tardi nella mattinata del 24, non mi sono fatto scappare l'occasione così ho postato la mia intenzione di aggregarmi, e senza preoccuparmi di verificare se c'era risposta, mi sono preparato al volo e sono sceso a prendere la moto per andare a fare il pieno. Dopodichè mi sono avviato al luogo dell'appuntamento sperando che nel frattempo non fossero cambiati i piani e sono arrivato con un po' di anticipo già predisposto mentalmente all'eventualità di raggiungere i due avventurosi per strada, anche se in cuor mio speravo di non essere costretto ad una inutile e rincorsa.
Fatto sta che poco dopo le 13.00 arriva elgigante che mi dice: "non mi far spogliare per salutarci (non ci conoscevamo ancora di persona), andiamo a raggiungere Twenty3 qui vicino". Ok, dico io, mi infilo casco e guanti e lo seguo. Ci fermiamo ad un bar e nell'attesa ci prendiamo qualcosa da mangiare (intanto le lancette camminano). Arriva Twenty3, al commento di elgigante sul suo abbigliamento la risposta candida è: "c'ho sotto cinque o sei pigiami..." ; smangiucchiamo (anzi, solo io smangiucchio, visto che sono quello dei tre meno dotato, gastricamente parlando, mentre elgigante non smentisce la propria fama - o fame?... e smaterializza un panino in un battito di ciglia) e ci prepariamo a partire (le lancette continuano a camminare) e, com'è come non è, alle 14 e 30 siamo pronti, si è deciso anche di cambiare percorso per evitare di infognarsi nel caos di sfaccendati (loro, noi no...) che sono alle prese con il finale dello shopping natalizio, ma qualcosa non va. Twenty3 da dentro il casco: "problemino..."; noi lo guardiamo con aria interrogativa e lui: "ho lasciato le manopole (quelle riscaldate, n.d.r.) accese e m'è andata giù la batteria..." elgigante fa: "no, ma come?" e poi dopo "... ma dai, riprova" ...whaa-a, whaa-a, whaa-a... (è il suono del motorino di avviamento "asmatico") ed io: "no! no! lascia perdere, almeno a spinta con quel po' di carica riusciamo a farla partire" (questione di abitudine, perchè la mia, che è ad iniezione elettronica, se la batteria non ha un minimo di carica, col cavolo che parte a spinta...). Ci adoperiamo per metterla in moto ed in quel momento sopraggiunge una volante del 113 e gig se ne esce con un: "pensa se credono che ce stamo a rubbà la moto..." ed io: "se pensano che se stamo a rubbà na moto, semo proprio sfigati, te pare che i ladri se vanno a rubbà na moto così?..." riferendomi al fatto che siamo più o meno intutati, con i caschi in testa, e tutto sembriamo fuorchè dei ladri, ma non so se qualcuno ha sentito questa mia elucubrazione); sta di fatto che l'operazione accensione va a buon fine e che i poliziotti, parcheggiati a non più di 5 metri da noi, non ci cag**o per niente.
Finalmente si parte. La strada più diretta (qualcuno mi corregga se sbaglio) dovrebbe essere verso Palestrina - Genazzano - Fiuggi - Guarcino, ma seguendo le intenzioni di gig che aveva detto di voler passare per Arcinazzo, ad un certo punto deviamo (non chiedetemi dove) e finiamo per prendere la Sublacense dirigendoci verso Affile - Arcinazzo - Guarcino. La cosa non può che farmi piacere visto che le curve si moltiplicano, però comincio a nutrire qualche dubbio sul mantenimento di orari "umani" ma ovviamente mi tengo queste considerazioni per me e me ne rimango in ultima ruota a godermi la strada. Da qualche parte verso Arcinazzo ci fermiamo perchè Twenty deve controllare la pressione delle gomme della moto e pure io ho problemi di pressione: si, quella della mia povera vescica... (intanto le lancette dell'orologio proseguono la loro corsa) non posso fare a meno di notare gli sguardi perplessi degli avventori della stazione di servizio (i quali si stanno sicuramente domandando dove stia andando quella sparuta "armata Brancaleone" visto che quei pochissimi che sono in giro di certo non sono motociclisti). Riprendiamo la strada rapidamente, ogni tanto cominciamo a saggiare con i piedi la tenuta della strada perchè l'asfalto in moltissimi punti è umido, lucido, e si vede la brina gelata sull'erba ai bordi della strada (infatti si moltiplicano i cartelli di avvertimento). Per non farci mancare niente, giunti agli altipiani di Arcinazzo invece che proseguire per Guarcino, complice un incrocio "maramaldo" (vabbè, non l'abbiamo guardato proprio... ), "tiriamo dritto" e percorriamo una strada, peraltro molto bella, che ci porta al passo della sella, dove incontriamo anche dei cavalli liberi di scorrazzare (e di scacazzare) industurbati. Ad un certo punto in fondo ad un rettilineo ci appare un equino (penso un mulo o un asino) che sta masticando indisturbato, fermo sulla corsia di sinistra, io gli do' un colpetto di clackson per vedere se si sposta, ma lui niente, mentre gli passo accanto allargo le braccia come per dire "ma guarda, ci mancava pure il somaro..." e lui mi gratifica con uno sguardo di traverso come per dire "embhé? che volete? siete VOI fuori posto, mica io...".
Proseguiamo, l'aria è veramente pungente, ma non sento freddo (segno che l'abbigliamento sta funzionando a dovere), finiamo credo a Fiuggi e, a ben guardare, la montagna s'è allontanata invece di avvicinarsi. Gig chiede informazioni ad un gentile signore il quale ci indica le due alternative per raggiungere la nostra meta e noi che facciamo? Invece di proseguire scendendo verso Trivigliano e risalire per Guarcino, ritorniamo sui nostri passi verso gli altipiani di Arcinazzo fino al famigerato incrocio che imbocchiamo in direzione Guarcino (inutile dire che le lancette continuano imperterrite la loro corsa); noto anche qui gli sguardi perplessi (credo tra lo stupito ed il compassionevole) che ci rivolgono quei pochi che sono fuori da un bar. Sta di fatto che adesso non possiamo più sbagliare e, passato Guarcino, cominciamo l'ascesa a Campocatino. Gig "guida il gruppo" talmente gasato che dopo un po' lo perdiamo di vista, lo recuperiamo più avanti perchè ci ha fatto la grazia di fermarsi ad aspettare. Intanto io mi domando: "vabbè, siamo da un pezzo oltre i mille metri, abbiamo visto brina, umido, qualche tratto quasi ghiacciato, delle notevoli cacche di cavallo... ma 'ndo cacchio stà la neve?". Non passa molto che dopo alcune curve, voilà, eccottela qui, candida, immobile; rende tutto silenzioso, anche gli echi dei nostri scarichi sono attutiti. Pur conoscendola dalla tenera età di otto anni (ora ne ho 48), età in cui ho imparato a sciare, ogni volta mi fa un effetto incredibile, la amo a tal punto che solo la sua vista mi riappacifica con il mondo e mi fa dimenticare il fatto che faccia molto freddo e che i miei guanti non tengano quasi più il calore (ma sono stato previdente e ne ho un altro paio più pesante con me... ). Dopo non molto sbuchiamo finalmente sul piazzale di Campocatino e gig davanti a me alza il pugno sinistro al cielo come a suggellare la riuscita di un'impresa. E' una soddisfazione, come è una soddisfazione un po' cinica quella che rivolgo col mio sguardo a quei pochi "inscatolati" che andando via ci osservano come per dire "guarda quegli scemi che sono venuti fino a quassù con le moto..." Già! Scemi un par di...
Il sole è molto basso all'orizzonte, sono quasi le 16 e 30 ed i colori sono stupendi, veniamo gratificati da una "enrosadira" (termine in lingua Ladina usato nel SudTirolo per indicare il colore rosato che assumono le montagne al tramonto); facciamo un po' di foto, cazzeggiamo qualche minuto e conveniamo che non è il caso di trattenerci a lungo se vogliamo evitare brutte sorprese scendendo. Abbiamo bisogno di bere qualcosa di caldo ed optiamo per andarcelo a prendere ad un bar poco più sù, vicino alle piste, e qui commettiamo la più grossa leggerezza della giornata; già, perchè saliamo una stradina verso una grossa costruzione dove c'è il bar senza renderci troppo conto che dell'acqua che scorre in diagonale da una parte all'altra, l'ha quasi completamente ghiacciata. Riusciamo a salire tranquillamente ma quando arriviamo su e scopriamo che il bar è chiuso, dobbiamo voltare le moto per tornare indietro e scendiamo a passo d'uomo perchè ci siamo resi conto che la situazione è delicata. Gig in testa (io dietro e da ultimo Twenty), scende piano piano con entrambi i piedi a terra e ogni tanto tocca il freno davanti, io preferisco andare solo col sinistro a terra e l'altro appoggiato sul freno posteriore; dopo pochi metri, proprio mentre penso che non dovrebbe scendere così (ma non so come dirglielo) vedo la moto inclinarsi a sinistra "no, no, no, no, no, no, no, no, no" (questo l'unico pensiero che attraversa il mio cervello) e trak! gig è a terra con tutta la moto; mi fermo con calma e spengo il motore, Twenty si ferma dietro a me. Scendiamo verso Gig, non senza difficoltà, visto che a piedi si scivola incredibilmente di più e rischiamo cento volte il ruzzolone (e di romperci qualche osso). Il problema è che adesso è difficilissimo tirare su la moto, perchè scivola da tutte le parti, l'unico modo è riuscire a farla appuntare verso centro strada dove c'è uno strato di neve ghiacciata che forma un bello scalino. Piano piano, tra sbuffi e imprecazioni, riusciamo nell'intento.
Ora ci ritroviamo in una situazione che, scacchisticamente parlando, è quasi di stallo : dobbiamo percorrere forse non più di una trentina di metri di strada in discesa quasi completamente ghiacciata con la moto di gig più o meno a metà e la mia e quella di Twenty più su. Per vincere la partita dobbiamo fare in fretta perchè tra poco sarà buio; si tratta di decidere il da farsi e l'unica idea che mi viene in mente è, visto che siamo fermi, di prendere tutti insieme una moto alla volta e portarla a mano fino giù in fondo (ammazza che intuizione...! ). Cerchiamo di scavare un solco (con i piedi) nella neve fresca sul lato sinistro della strada in modo da farci entrare le ruote della moto così abbiamo più presa ed in caso d'emergenza possiamo poggiarla sul cumulo di neve al lato. In questa situazione, ci apprestiamo all'operazione (ah, intanto le lancette corrono...). A 1800 mt la fatica si fa sentire, almeno per me, rapidamente, ho il fiato corto e mi gira la testa (che fracicone!). Comunque con molta fatica e qualche innocua scivolata riusciamo a portare la moto di gig fino a giù, ogni tanto lancio un'occhiata alla mia e prego che quella di Twenty per qualche misterioso motivo non scivoli cadendo sulla mia facendo il mucchio (sono una dietro l'altra, ferme in discesa su una lastra di ghiaccio poggiate sul cavalletto laterale...). Mentre risaliamo scopro che in un box aperto e incustodito ci sono una grossa pala ed un rastrello... "ca**o me ne fossi accorto prima..." ce ne impossessiamo e cerchiamo di spaccare lo strato di ghiaccio per facilitarci il compito, ripetiamo l'operazione con le altre due moto e finalmente... scacco matto! C'è voluto come minimo più di mezz'ora (ed una bella sudata che più tardi mi darà un pochino di noia e mi farà patire un pochino il freddo). Ci prepariamo per lasciare il "luogo del misfatto". Ormai è quasi buio quando cominciamo a scendere, anzi, quando la strada attraversa il bosco è proprio buio pesto, la discesa non può essere particolarmente veloce, Twenty è senza freno posteriore, io rischio un paio di volte a causa dei famigerati "depositi" di cavallo che si trovano nel bel mezzo delle curve, comunque raggiungiamo indenni Guarcino e ci fermiamo finalmente per la meritata bevanda calda. Entriamo in un bar accompagnati dal solito sguardo stupito dei presenti e ci fiondiamo su dei dolci fatti in casa. Inutile dire che gig non si smentisce: "mi dia due di quelli e due di quelli... e mi fà un caffellatte?" Twenty ne prende almeno un paio con un caffè macchiato mentre io mi accontento di uno solo e di un thè. Guardo il mio casco, poggiato da una parte: al caldo del bar è completamente appannato e bagnaticcio fuori. Finisco il mio thè e mentre gli altri finiscono di rifocillarsi io decido di andare a fare benzina, incrocio gig che sta fuori a parlare al telefono raccontando le peripezie e ad una evidente rimostranza della sua interlocutrice (forse sull'utilità dell'uscita) mi guarda e lo sento rispondere: "potevo negare questo sorriso ad Alessio? (Questa frase mi ha colpisce perchè rappresenta una di quelle cose che per me fanno parte del senso del condividere la passione dell'andare in moto ) Mi sposto al distributore poco distante e mentre faccio rifornimento scambio due chiacchere col benzinaio che è incuriosito e mi dice che d'estate si vedono sempre molti motociclisti ma d'inverno assolutamente no (eh, eh, il piacere di stupire...). Intanto le campane della chiesa lì vicino suonano a distesa, ed echeggiano dei cori di bambini che cantano canzoni natalizie, mi guardo in giro e le luminarie appese in giro ed il freddo pungente rendono l'atmosfera semplicemente perfetta e in cuor mio ringrazio di aver deciso di fare questo giro, ne valeva certo la pena, non si poteva trascorrere una vigilia di Natale meglio di così. Torno al bar e gli altri sono quasi pronti a muoversi. La direzione è Trivigliano - Fiuggi e se non sbaglio ad un certo punto per sbrigarci abbiamo deviato per l'anticolana per prendere l'autostrada. L'orologio intanto ha continuato incessante il suo ticchettare e si sta facendo tardino, essendo la vigilia di Natale immagino che tutti abbiano comunque qualcosa da fare. Appena imboccata l'autostrada ci fermiamo per salutarci e scambiarci gli auguri, in modo che da lì in poi ognuno potrà andare del proprio passo senza costrizioni per gli altri; fortuna ha voluto che io sia rimasto dietro a Twenty3 perchè ben due volte vedendolo rallentare improvvisamente e decisamente, pensando che avesse qualche problema, ho rallentato anch'io; beh, così ho evitato due velox (grasssie Twenty , di cuore, chissà dove avevo la testa? forse lo spirito natalizio si era impossessato completamente di me? ). Fatto sta che siamo arrivati al casello dove ci siamo fermati per risalutarci, definitivamente questa volta, ed ognuno verso casa propria, verso il meritato riposo al calduccio.
Solo per inciso, niente panino da erzinio; ci siamo passati davanti al ritorno e mi è sembrato fosse pure chiuso...
Alla fine del racconto le considerazioni.
Il giro? Bello. Bello per il semplice fatto che le strade percorse sono belle, bello per il fatto che la natura che le circonda è splendida, bello per il fatto che lungo la strada giungevano alle mie narici gli odori tipici dell'inverno, quell'odore di freddo, degli alberi e di umidità e attraversando i paesini l'odore di legna bruciata nei camini, bello per la compagnia (a cui vanno i ringraziamenti che non bastano mai), bello per lo spirito con cui è stato affrontato, insomma... bello.
La compagnia? Impagabile. Grazie gig e twenty per avermi permesso di condividere questi piccoli ma grandi momenti. Un vecchio (solo anagraficamente) motociclista solitario come me ha un lato romantico che apprezza molto certi piaceri.
Ora, visto che come si dice anche l'occhio vuole la sua parte, un po' di foto; sono poche perchè le batterie della mia macchinetta hanno pensato di cedere le armi quasi subito e sono fatte con il telefono.
La mia moto e Twenty3 in posa appoggiato alla sua (elgigante lo sta immortalando, vedi foto sotto)
elgigante fotografo (la mia moto vicina a lui sembra un giocattolino della Peg-Perego...)
per un elgigante fotografo c'è un Twenty3 modello... (notate le ombre lunghe)
qui è Twenty3 il fotografo (le modelle sono le moto)
le antenne dei ripetitori esercitano sempre un certo fascino su di me
Twenty3 è molto preso
tutto comincia a tingersi di rosa
elgigante anche lui è presissimo dal ruolo di fotografo
Twenty3 saggia la consistenza della neve (poco dopo la testeremo sotto le gomme... )
elgigante e Twenty3 lasciano il luogo del misfatto
anche io mi appresto a fare lo stesso
A prestissimo!
Ah, io vorrei replicare a breve, magari anche al Terminillo... ormai sono carico...!