Ciao robyz
Non è facile dare una risposta alle tue domande ma ci provo.
Purtroppo le leggi vanno interpretate, e l'interpretazione varia da caso a caso (in funzione delle specifiche della questione).
robyz ha scritto:
ovvero, se il venditore tace sul non essere in regola, in caso di causa civile, viene presunto che la moto fosse in regola fino a prova contraria oppure se viene presunto che la moto non lo fosse fino a prova contraria...
A livello teorico, una moto non in regola non potrebbe circolare sulle strade, di conseguenza andrebbe utilizzata solo per expo o competizioni, e andrebbe radiata.
Volendo andare per il sottile, la legge ti NON vieta di vendere una moto fuori norma a patto che questa non circoli su strada (a pagare quindi sarà chi viene sorpreso sul fatto, cioè il nuovo proprietario; se è all'oscuro di tutto o no poco importa).
robyz ha scritto:
insomma, chi deve dimostrare la sua ragione e chi invece è in ragione presunta? Io penso che sia più logico presumere che la moto fosse in regola perchè questa dovrebbe essere la regola.
Questo è il difficile.
Se l'acquirente viene raggirato per "difetto di qualità promessa", si trova davanti ad una lunga scala da salire. Dovrà dimostrare quanto afferma.
Ci sono diversi modi per riuscirci, un possibile punto di partenza ad esempio è quello di conservare l'annuncio di vendita dove si prometteva una cosa e invece si ci ritrova tra le mani un'altra.
Purtroppo, non è tutto così facile. Nel caso di una moto con scarichi non omologati (per fare un esempio) non solo il venditore sarebbe costretto a fornire la moto in regola, quanto l'acquirente dovrebbe verificare quanto il venditore propone.
In poche parole se un acquirente si vede ritirare la carta di circolazione e cita il venditore nella maggior parte dei casi si vedrà soccombente non potendo dimostrare che la moto non era in regola a sua insaputa (resta la parola del compratore vs quella del venditore).
Inoltre il proprietario di un mezzo (auto, moto, camion, barca) è tenuto a verificare la conformità omologativa dello stesso (e quando si dice proprietario, a norma di legge, si intende l'attuale proprietario visto che sulla carta di circolazione sono indicati, dopo le generalità del proprietario, tutti i parametri omologativi: num. telaio, serie motore, ingombri, dimensione ruote, scarichi preceduti).
Per quanto riguarda una specie di garanzia che copra danni o rotture, qui le speranze scendono ulteriormente visto che la legge non prevede l'applicazione delle normative che regolamentano la vendita con garanzia.
L'unico modo che ha per spuntarla il compratore è far rientrare nel difetto di qualità promessa lo stato meccanico della moto (cosa molto difficile come spiegavo prima).
Anche qui, qualche piccola speranza c'è. Se la moto viene venduta come "mai incidentata" e un bel giorno il compratore si ritrova senza una ruota e causa un incidente, può intentare una causa. Basterà dimostrare che il guasto sia da imputare ad un precedente incidente, verificare che l'incidente ci sia stato (presso la compagnia assicurativa), trovare la bolla del riparatore. Nella maggior parte dei casi questo iter (tutt altro che facile, va detto) è sufficiente per vedersi risarcire dei danni fisici e materiali dal venditore.
Ma questo, ripeto, vale solo quando viene specificato lo stato meccanico del mezzo. Basterebbe la dicitura "Buone o ottime condizioni generali", "Normale stato d'uso", senza alcun riferimento specifico ad un particolare problema, perchè lo sfortunato compratore si veda negare ogni forma di risarcimento.
Un esempio lampante lo ha dato la Suzuki, in occasione dei numerosi clienti che cadendo si ritrovavano la loro GSR aperta in due. La casa sosteneva che la moto era ok e che non era fatta per cadere visto che nelle descrizioni del prodotto non veniva citato "Telaio a prova di caduta" (a livello teorico non fa una piega, nessuna casa riporterebbe su un documento stampa una simile dicitura, visto che le moto devono poggiare a terra solo con le ruote.
A livello pratico, tutto questo, rappresenta una bella fregatura).