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Inviato: 14 Gen 2008 18:49
Oggetto: Fiabe dell´infanzia
Propongo di fare una piccola raccolta di storie dell'infanza di ciascuno di noi, oggi ho tirato fuori una vecchia raccolta di fiabe e racconti, per caso sfogliando il libro, l'ho riletta con grande felicità, ecco la mia preferita di quando avevo 4 anni.
Cinque in un baccello
"In un grande orto, una bella pianta di pisello si era arrampicata su un palo e cresceva, cresceva, cresceva. Dentro uno dei baccelli più grossi abitavano cinque piselli, freschi e tenerissimi, di un bel verde splendente.
Poichè erano molto giovani, erano anche molto curiosi e spesso si chiedevano come fosse il mondo esterno. Il pisello più piccolo, quello che abitava vicino al picciòlo, era convinto che tutto il mondo fosse verde come lui e come il baccello che lo accoglieva. Il fratello che stava al centro era di parere contrario:
- Io dico che nel mondo devono esistere altri colori, oltre al verde che conosciamo.
- No - ribatteva il pisello più grosso e autorevole - c'è solo il verde, ma in diverse sfumature.
il tempo passava e i cinque piseli, al riparo dentro il baccello, passavano il tempo a dormire e a chiacchierare. E intanto crescevano, crescevano; la loro pelle si induriva e perdeva quel bel colore verde tenero per tendere al giallo.
- Qui si comincia a stare stretti - borbottò un giorno il pisello più grosso - mi piacerebbe uscire da qui e andarmene in giro per il mondo.
- Hai ragione - ammisero gli altri - ormai siamo cresciuti e il baccello, invece, è rimasto della stessa misura.
Insofferenti cominciarono quindi a muoversi, ad agitarsi e, dai e dai, spingi e tira, il baccello si aprì un poco. Subito i cinque piselli si affacciarono all'esterno con grande curiosità.
- Com'è vasto il mondo! - sussurrò il pisello più piccolo.
- E quanti colori! Chi lo avrebbe mai creduto! - aggiunse il più grosso.
Era la fine della primavera, gli alberi e i campi erano in fiore, il sole splendeva in un cielo azzurro e meraviglioso. il colore più smorto era proprio quello del baccello, che cominciava ad appassire.
- Dovremo passare tutta la vita in questa prigione? - si lamentò quasi piangendo uno dei piselli, quello che era diventato il più giallo di tutti.
In quel momento arrivò un contadino, staccò il baccello ingiallito e se lo mise in tasca. Quando giunse a casa, lo dette al figlio.
- Lo vuoi?
- Oh si, grazie. Questi grossi piselli così duri mi serviranno da munizioni per il mio cannoncino...
Il ragazzino depose i piselli in un angolo e andò a prenderlo. nel frattempo i cinque piselli si ritrovarono fuori dal baccello, per terra ed erano molto molto eccitati.
- Arrivederci fratelli - disse il pisello più grosso, che aveva una gran sete di avventure - tra poco ce ne andremo per il mondo.
- A me piacerebbe giungere fino al sole, volare insieme alle acquile - disse il pisello più presuntuoso.
- A me - ribattè un altro, vanitosissimo - non piace molto l'idea di venir chiuso dentro un cannone. E se, con lo sparo, mi rovino la buccia?
Le loro chiacchiere vennero interrotte dal ragazzino che tornava trascinandosi dietro un cannoncino di legno con tanto di ruote. Subito il primo proiettile venne infilato in canna.
- Arrivederci fratelli e buona fortuna! - gridò il pisello.
Un momento dopo, veniva catapultato per aria.
Uno alla volta, altri tre suoi fratelli provarono l'ebbrezza del volo e dell'ignoto. Ora restava solo il più piccolo e tranquillo. Il ragazzino lo afferò con delicatezza, lo sistemò in posizione di sparo, tirò la cordicella e...il pisello si ritrovò a volare nell'infinito.
***
Il caso volle che, finita la traiettoria, andasse a cadere sotto il davanzale della finestra di una vecchia soffitta. Li, tra due sassi, c'era un po di morbido terriccio e il pisello vi si affondò con un sospiro di sollievo. Volare era bello, ma trovarsi con un pò di terra sotto i piedi era più bello ancora. Si adagiò su quella specie di soffice lettino e si mosse e si agitò tanto, finchè non riuscì a farsi una specie di nido.
Poco più tardi scoppiò un gran temporale, l'acqua bagnò il terriccio e il pisello godè molto di quella bella doccia inaspettata.
Intanto il pisello, nelal sua nuova dimora, si chiedeva quale fine avessero fatto i suoi fratelli, se fossero stati fortunati come lo era stato lui. Forse avevano vissuto avventure ben più emozionanti, avevano fatto bellissimi incontri, ma chissà se avevo una casetta calda e confortevole come la sua!
Passarono i mesi, giunse l'inverno, cominciò a nevicare. il pisello si spinse ancora più profondamente dentro il terriccio e si addormentò di un sonno tranquillo, ignorando tutto ciò che accadeva al di fuori del suo nascondiglio.
***
Il crudo inverno era invece un gran tormento per la povera vedova che abitava nelal soffitta con la sua bambina ammalata. La buona donna lavorava duramente tutto il giorno per comprare cibo e medicine alla figlia ma i suoi sforzi servivano a ben poco: era sempre stanca, al minimo sforzo impallidiva e sospirava, se ne stava sempre a letto. L'unico suo svago era guardare fuori dalla finestra, ma dalla soffitta, lassù in alto, non vedeva che uno spicchio di cielo, ora azzurro, ora nuvoloso. guardava la palla a spicchi multicolori che un tempo aveva rincorso con allegria, guardava la trottola che tante volte era andata a cercare sotto i mobili e sospirava. Ogni tanto, sollecitata dalal mamma, provava ad alzarsi dal leto, ma subito era costretta a sdraiarsi di nuovo.
- Non posso, sono troppo stanca - sospirava. E alla povera vedova si stringeva il cuore per la gran pena.
***
Passò il lungo freddo inverno e giunse la primavera, le nubi fecero largo ad un bel sole tiepido che riversò i suoi raggi dappertutto, anche sul terriccio fra le due assi di legno. Quel tepore giunse fino al pisello addormentato e gli mise addosso una gran vogla di uscire all'aperto; cominciò allora con pazienza a stendere le prime radici e poi, dopo un delizioso acquazzone, osò timidamente spingere fuori le prime tenere foglioline verdi.
Che aria tiepida, che bel cielo azzurro, quanti profumi! Sotto i raggi dle sole le timide foglioline si aprirono gioiosamente alla luce. E una mattina la malatina vide spuntare dalla finestra qualcosa di verde. Incuriosita, si rizzò a sedere sul letto.
- Mamma, cos'è quel verde che spunta al di là del davanzale?
La madre corse subito a guardare.
- E' una piantina di pisello; chissà com'è finita quassù, ora la strappo...
- No, no, ti prego! Sarò contenta di vederla crescere, mi farà compagnia.
Con il passare dei giorni, il pisello mise fuori le altre foglioline e qualche esile viticcio. E strano a dirsi, via via che la pianticella cresceva, la malatina stava meglio. Ora non era più tanto pallida, rideva, e si muoveva anche un poco, tanto che, una mattina, si alzò dal letto, si avvicinò alla finestra, salì su un panchetto e volle accarezzare il pisello che cominciava a fiorire.
Immaginarsi la felicità del pisello! Si sentiva profondamente orgoglioso di quanto era riuscito a fare, si considerava la pianta più fortunata del mondo e impiegava tutte le sue forse a crescere sempre di più, a coprirsi di bei fiori dai colori delicati.
Di tanto in tanto però si chiedeva che cosa ne fosse stato dei suoi fratelli.
***
Essi nel frattempo avevano avuto sorti diverse. il pisello più presuntuoso, quello che voleva volare fino al sole, finì ben presto il suo viaggio in bocca a un falco, stupito di trovare un legume a quell'altezza. Altri due, quelli vanitosi, dopo un breve volo nell'azzurro, ricaddero a terra e vennero beccati da una gallina starnazzante. L'ultimo l'avventuroso, rovinò nell'acqua di uno stagno e, li per li, fu contento della sua sorte.
- Questo stagno mi porterà al fiume e il fiume al mare. Sarò il primo pisello navigatore dell'universo, scriverò anche un diario con il resoconto dei miei meravigliosi viaggi. Ma le sue speranze andarono deluse: l'acqua stagnante, a poco a poco, lo fece marcire e un giorno cadde ingloriosamente sul fondo melmoso a far compagnia alle ranocchie.
***
Intanto il pisello sul davanzale della finestra continuava a crescere e le sue foglie a irrobustirsi; sembrava che la linfa che scorreva in quelle foglie scorresse anche nelle vene della bambina, che ora gioiva. Le sembrava che la voglia di vivere del pisello diventasse sua. Si sentiva finalmente guarita.
Il giorno in cui apparvero i primi teneri baccelli di un verde tenerissimo, il pisello sentì la bambina chiamare a gran voce la mamma per mostrarle i nuovi germogli.
Quel giorno il pisello si commosse e avrebbe pianto di gioia. Ma, purtroppo, i piselli non hanno occhi; la pianticella si limitò così a far sbocciare un ultimo fiore, il fiore più bello di tutti."
(Niente battute grazie)
Ultima modifica di Wise-CM il 14 Gen 2008 20:24, modificato 1 volta in totale