Innanzitutto, credo che debba spiegare il perché di questo mio “malsano” giro…
Questo periodo per me, e chi mi conosce lo sa, è alquanto strano.
Non dico brutto o triste, perché cerco anche adesso di vedere i lati positivi di quello che sto vivendo.
Ho una Persona in particolare che mi manca in questo momento e non sapendo come scaricare la tensione e la pressione accumulata, l’unico modo è salire sul mio monster e partire.
Nonostante il freddo, nonostante il grigiore e nonostante le previsioni io la moto l’ho accesa…
E in quel momento mi sento di nuovo vivere…Sembra quasi che perfino dentro il mio petto inizi a battere un cuore, che fino a poco tempo prima era assopito…
Lei mi manca e non posso farci niente, quindi, devo trovare da solo il modo di sentirmi vivo!
E con il mio mostro tutto ciò accade!
I cilindri pompano e si fanno sentire in mezzo alle gambe, le vibrazioni (ah, adorate vibrazioni desmo) mi trasmettono un’emozione che, solo chi è malato come me, può comprendere…
In un attimo le preoccupazioni, le paure e le insicurezze che mi turbano ogni momento svaniscono.
Forse è la concentrazione nella guida o la meraviglia di fronte a certi panorami che mi aiuta a rilassarmi e a tranquillizzarmi.
È così forte questo senso di beatitudine, in questi pochi attimi, che quasi non sento nemmeno il gelo che c’è intorno a me…
Insomma vi domanderete voi tutti…ma Sarrusoia non ha un ca@@o da fare il venerdì mattina, tanto da prendere la moto e andare a farsi un giro?!?
Cosa rispondo??
Beh, oltre a quello che accennavo poco sopra e al fatto di volermi allontanare per qualche momento dai miei “problemi”, questo giro è nato come un presentino a un amico sardo..
Un amico a cui avevo promesso un po’ di neve...
I giorni precedenti al minigiro sono stati per me molto combattuti, ero infatti molto indeciso se fare o meno questa piccola prova, a cui non mi ero ancora sottoposto.
Il tempo, sempre clemente e soleggiato in questi ultimi giorni, sarebbe cambiato, secondo il meteo proprio nella giornata designata…
Lascio a voi i commenti…
La mattina, però, mi sveglio comunque poco prima delle 9 per verificare le condizioni del cielo e nonostante il grigiore generale, decido di prepararmi e partire, ovviamente solo dopo una bella colazione. Mi chiedo se riuscirò ad arrivare dove voglio…
Così alle 10 sono in strada, la moto calda e mentre mi sistemo in sella faccio una sorta di training autogeno per convincermi che non fa freddo.
Niente di più anormale…un vicino di casa mi vede e mi saluta…non oso immaginare i suoi pensieri in quel momento…
Si parte…
Direzione Val Sabbia, Lago d’Idro… per salire poi da Bagolino.
La strada che sale in Val Sabbia, noto con dispiacere, che anche durante la settimana è molto trafficata e si inizia a viaggiare tranquillamente solo dopo l’abitato di Nozza.
In sequenza supero Vestone e da qui la strada davanti a me si fa sgombera e nonostante non faccia il “matto”, non avere davanti macchine che intralcino la visuale aiuta ancor di più a rilassarsi durante la guida.
Arrivo in un lampo a Lavenone ed ecco che mi trovo subito sul Lago d’Idro…penso di non aver mai fatto quella strada con così poco traffico e devo ammettere che è divertente e molto suggestiva.
Le curve non mancano e alla mia destra c’è questo lago alpino dal colore cupo che però riflette ogni minima tonalità dei colori attorno a sé.
A nord, nord est credo si vedono in lontananza delle cime alpine, completamente innevate, ma non sono quelle la mia meta, io devo salire dal lato occidentale del lago.
Il mio sguardo si ferma e si perde nella lieve increspatura dell’acqua, non posso fare a meno di rimanere estasiato (ovviamente cercando sempre di non sfracellarmi alla curva seguente) per lo spettacolo davanti ai miei occhi.
I pendii sul lato orientale del lago e i piccoli centri abitati alle loro falde, si specchiano nell’acqua accarezzata da una brezza gelida e se guardo ancora verso nord, vedo il riflesso delle cime innevate…
La tentazione di fermarsi mi ha davvero fatto esitare, ma non potevo cedere subito.
Continuo a costeggiare il lago, supero Anfo e dopo nemmeno 10km, sono al bivio che inizia a farmi salire dal lago verso Bagolino.
Il primo tratto di strada me lo bevo in meno di 5 minuti, dopodiché devo iniziare a tenere un’andatura più consona alle condizioni della strada, umida e tratti semi gelata.
Cerco di mantenere la mia guida fluida e senza cambi repentini di direzione né accelerazioni brusche, insomma, anche qui imparo qualche cosa di nuovo, come sempre.
Nonostante l’andatura blanda, arrivo velocemente al bivio per entrare nel paese di Bagolino dove devo decidere, se proseguire per il paese e per la piana del Gaver e dopo ancora il Crocedomini,oppure deviare a sinistra e iniziare l’ascesa verso il Maniva.
Decido per la seconda, facendo due calcoli del tempo che ho a disposizione e così proseguo verso il Passo.
Appena imbocco la strada che porta al passo, mi rendo conto che dovrò fare molta attenzione, ogni curva, ogni singolo metro di quella strada nasconde delle insidie e dei pericoli nascosti.
Ma non mi faccio intimidire da nulla, in questa mattinata di dicembre e così salgo abbastanza spedito, nonostante le condizioni dell’asfalto, verso il mio obbiettivo..
Inutile dire che il traffico è inesistente e in tutta la salita incrocio solo una macchina.
Supero varie baite apparentemente vuote, ma capisco che non è così guardando la scia di fumo che fuoriesce dal camino. All’esterno di alcune ci sono persino persone al lavoro sui “dolci” pendii della montagna.
Impossibile passare inosservato…
Continuo a salire e il paesaggio muta ancora…
I boschi lasciano spazio ad una vegetazione più bassa e fatta di cespugli, i colori, che prima erano il marrone e giallo delle latifoglie in autunno, tendono all’ocra dell’erba, lo sfondo di tutto questo sono le cime innevate, sempre più vicine.
Non avendo ai lati della strada più nessun albero, se non qualche temerario abete, si può osservare più facilmente il paesaggio circostante, infatti per qualche minuto rallento ancora l’andatura, per soffermarmi ad osservare ogni metro del panorama offertomi.
Sulla strada iniziano a vedersi vere e proprie lastre di ghiaccio e neve, ma ancora non mi fermo, ne supero una su di un tornante senza problemi, salgo ancora e ecco che ne trovo una davvero micidiale che ricopre tutta la sede stradale..
Non posso evitarla…
Ci provo…
Ovviamente rischio di volare gambe all’aria, ma in un secondo, subito dopo l’imbarcata e la perdita d’aderenza attivo il mode fuoristrada ed ecco che le gomme si tassellano….eheheh
Insomma una botta di culo e proseguo ancora per qualche metro…
Infine, superata ancora una lastra di simpaticissimo ghiaccio, mi ritrovo a lato di un pascolo lievemente imbiancato da una neve farinosa e ghiacciata.
Scruto la strada e intravedo ciò che mi aspetta, sono le 11e15 circa, subito dopo inizia la strada quasi completamente innevata e allora decido di fermarmi.
Sono soddisfatto, nonostante non sia ancora in cima al passo ma non posso fare di più, sono pazzo, un po’ sì, ma non incosciente e il cervello mi dice che non è proprio il caso di rischiare.
Quindi giro la moto e mi fermo ad osservare quello che ero venuto a cercare…
Freddo e pace…si sente solo il fischiare del vento in quota, per il resto è silenzio.
Faccio poche foto e in questi pochi minuti senza guanti le mie mani si ibernano in un attimo.
Rimetto i guanti e passeggio avanti e indietro come un pazzo, cerco di riscaldare le mani e in pochi secondi iniziano a farmi male per lo sbalzo termico.
Mi fermo un attimo e mentre osservo il silenzio, ascolto i colori della montagna.
Il silenzio trasmette un senso di pace e beatitudine indescrivibile, vorrei sedermi a terra e rimanere immobile ad assaporare ogni secondo di tranquillità.
I miei pensieri volano lontani, come aiutati dal vento che soffia e sospinti dal vento, leggeri si disperdono, tutte le paure e le preoccupazioni vengono spazzate via e la neve trasmette un senso di purezza a serenità.
La tecnologia mi riporta alla realtà…
Controllo il cellulare e scopro che il mio caro amico sardo, mentre io sono in mezzo al freddo e alla neve, è a sollazzarsi in spiaggia, riscaldandosi col tepore dei raggi del sole…
L’ora è tarda…e io ho un appuntamento sul web con la Persona che tanto mi manca…
Allora eccomi ripartire, adesso conosco un po’ la strada e so dove si nascondono i pericoli maggiori e vado abbastanza spedito.
Alle 12 ho già superato il Lago d’Idro e dopo mezz’ora eccomi rientrare nel cortile di casa.
Sono infreddolito, la moto è zozza ma io sono soddisfatto e ad attendermi c’è Lei.
Certo, devo chiederle scusa perché ho accumulato un lieve ritardo, ma Lei si dimostra, come sempre, comprensiva nei confronti di un povero scellerato che compie gesti insani.
Cosa dire di più?
Il mio caro amico sardo poi mi scrive in un messaggio: “tu in mezzo alla neve e io al mare in felpa...ma viviamo così lontani??”
Posso dare una risposta che penso valga per tutti…
Siamo lontani sì, ma nel nostro angolo di pace e beatitudine, ci ritroviamo con le persone che amiamo rivivendo i momenti più intensi e genuini mettendo da parte sofferenze e paure.
Ecco perché, là sopra, Viviana eri con me.
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Il video
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Saluti Desmo
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