Prime sensazioni di libertà
Scritto da
tix - Pubblicato 21/03/2007 17:29
Scendo in cantina per prendere la bomboletta spray per ingrassare la
catena della moto, e vedo il Bravo...
E sì, ormai qualche anno è passato, da quelle
belle giornate di primavera, dove si respirava quella tiepida aria che
faceva sognar le nostri menti, quella mia e di Alberto.
Avevamo 12 anni e tanta voglia di libertà.
Mi viene subito in mente un pomeriggio; ricordo che scesi in cantina e
vidi il motorino di mio padre, un vecchio bravo arancione, sporco, a
tratti anche arrugginito, dormiente ma non morto.
Chiamai il mio amico Alberto e gli dissi di raggiungermi a casa.
Tirammo fuori il motorino tutto impolverato e tramite le pedaline
provammo ad accenderlo, borbottava ma non ne voleva proprio saper
sentire di svegliarsi da quel lungo letargo.
Cambiammo la candela, e come per magia il bravo si
risvegliò, emise una sfumacchiata di color blu, il minimo
non stabile richiedeva la nostra attenzione, come ad indicare che il
motorino era stato per troppo tempo solo e ora voleva più
attenzione.
Le nostre facce erano sorridenti, come se avessimo conquistato
chissà che.
Tenuti da sempre sotto la custodia dei genitori, ora era arrivato il
tempo di diventare autonomi.
Salimmo in sella e per tutto il pomeriggio dalle 15 alle 19 girammo
attorno al palazzo; le nostre facce erano gioiose, ci tremavano un po'
le gambe e speravamo che quel giorno non finisse mai, perché
quell'aria calda che urtava le nostre facce ci faceva sognare, e
l'esser trasportati dal bravo ci rendeva contenti come nessun'altra
cosa al mondo lo potesse fare, quel sibilo costante proveniente dal
motore mi rassicurava e suonava per me come musica.
Dopo quella indimenticabile giornata ci sentivamo ancora più
amici, quasi fratelli, perché la più grande
conquista della nostra vita l'avevamo fatta insieme; la
libertà era stata conquistata.
Il ricordo finisce e nuovamente torno alla realtà, passo la
mano sulla sella del bravo, come fosse una carezza, penso che ormai
Alberto non lo sento più da tempo.
Troppo tempo è passato da quel giorno, e la mia faccia si
irrigidisce un attimo e scende una piccola lacrimuccia, che attraversa
il mio volto.