Moto
L'essenza della moto sta scomparendo
Scritto da teamzero - Pubblicato 15/09/2006 08:42
Ricordo di aver letto che nel 1905, Corrado Frera, inseguendo il sogno di creare una bicicletta a motore, fondò nella lombarda Tradate la “Società anonima Motocicli Frera”...

che sarebbe diventata, di lì a pochi anni, la più importante fabbrica italiana di moto, la stessa che fornirà gli ufficiali del regio esercito durante il primo conflitto mondiale.

Pensate un po’ che solidi basi può vantare la parola “motocicletta”!!!! Quella data infatti segnò l’inizio della storia della motocicletta italiana, una storia che dura ormai da un secolo e alla quale mi sembra sia stata dedicata anche una mostra alla quale partecipai, intitolata “La motocicletta italiana. Un secolo su due ruote tra arte, storia e sport”. Circa venti opere d’arte, cinquanta manifesti d’epoca, trentacinque motociclette, fotografie, documenti e capi d’abbigliamento storico, lì come delle persone prive di vita... giubbotti e caschi non più accarezzati dal vento, moto che non solcavano più monti... oggetti... fermi... statici... immobili... che raccontavano la storia di questo prodotto italiano, visto non solo come oggetto, ma come fenomeno culturale.

Pensate solo a chi ha avuto cura e passione nel raccogliere tutti questi reperti e tutti questi cimeli; e prima ancora a chi ha deciso di conservare la propria passione dentro il proprio scrigno, non certo pensando che un giorno ci sarebbe stata una mostra, ma solo per il piacere di alzare quel lenzuolo che tiene lontana la polvere, e ricordare... eh si ricordare... salire ancora su quella sella, stringere ancora quel manubrio, serrare le proprie cosce sul serbatoio e rivivere quelle emozioni, quei brividi che ancora oggi noi stessi proviamo in sella alle nostre belle.

Sono passati gli anni, sono cambiate le ere motociclistiche, ma il modo di far battere quel cuore è lo stesso. Dedicare una mostra alla motocicletta potrebbe sembrare paradossale, eppure, prima ancora della moda e del design, il settore nel quale l’Italia ha affermato la supremazia nell’innovazione tecnologica e nella bellezza del prodotto, è stato proprio quello della motocicletta inteso come stile di vita, a volte fuggiasco a volte romantico, ma anche come vero e proprio motivo di vita: pensate solo a quanti sacrifici si facevano per poter arrivare alla tanta sospirata “due ruote”.

Non erano i cavalli, le livree o l’accelerazione gli elementi distintivi... bastava solo avere due ruote ed il sorriso ed il batticuore erano assicurati. Il settore delle due ruote negli anni successivi si è imposto per quantità dei marchi, per produzione, qualità e capacità inventiva, perdendo per strada la vera essenza della motocicletta.

Eh sì, perché la motocicletta come la intendo io è leggenda è storia ed è diventata ciò attraverso i grandi protagonisti dello sport, tanto amati dalla gente comune: da Nuvolari, Ubbiali e Agostini fino a Biaggi e Rossi.

Ma ora mi chiedo: perché queste emozioni stanno scomparendo? Noi siamo un gruppo di persone che sicuramente le ha ancora vive dentro, ma esistono un sacco di persone che si definiscono “veri” motociclisti solo perché osano, rischiano e sfidano... credo che questo non sia “vivere” la moto, ma penso che questo significhi ucciderla.

 
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Commento di: andreaspr il 15-09-2006 10:01
vedi, il fatto è che si deve fare differenza tra un "motociclista" e uno "che va in moto"... sono cose ben diverse, l'emozione nel vedere sfrecciare una vecchia guzzi in primavera, l'onore di postegiare di fianco ad un vecchio ducati, la felicità che ti è donata da chi ricambia il saluto, il rispetto reciproco, sono cose che un "motociclista" riesce a cogliere... che mantiene vivo questo desiderio e piacere di viaggiare in moto, che alla vista di una F4 non vede una bestia da 170cv ma un oggetto con un'anima carica del suo passato... come un neonato che rappresenta tutte le generazioni precedenti...

come dici te, questo spirito di "vivere" la moto sta in parte scomparendo, come stanno scomparendo tutte le tradizioni e il ricordo del passato in ogni cosa...

il vero motociclista sà, come un vero attore, un vero musicista, che quando si applica nella propria passione non è "solo lui in quel momento" ma è "lui adesso, a tenere alti certi valori nella speranza di onorare il passato di chi iniziò... dei grandi...".

"chi va in moto", gli attori fighetti, i musicisti dell'estate... questi non coglieranno mai ciò che gli altri vedono... questi fanno perdere l'ESSENZA delle cose...

l'essenza della moto non stà scomparendo, solo sono pochi a coglierne la bellezza e l'importanza, lo "spirito" a discapito di chi si crede un "vero" solo perchè porta avanti 170cv... forse con presunzione ma penso di non fare parte di coloro che vanno in moto ma di essere un motociclista e quando capisco che non sono l'unico a dare certi valori alle cose, alla motocicletta, mi riempie di gioia e mi piace pensare di essere unito a tantissime persone nel mondo, persone che non conosco, dalle stesse emozioni nel vivere questa passione...

che poi quelli "che vanno in moto" stiano a discutere su chi ha il modello con 1/2 cv in più per decidere chi è il migliore beh... il mondo è bello perchè è vario :-)




Commento di: anto965 il 15-09-2006 11:19
E' stato bello leggere queste righe... bello e coinvolgente! E' proprio vero: lo spirito motociclistico vive di sensazioni ed emozioni che vanno ben oltre la mera competizione che spesso anima i possessori di moto. Per fortuna di MOTOCICLISTI se ne trovano ancora, anche se non costituiscono certo la totalità degli utenti delle 2 ruote!
Commento di: gio1960 il 15-09-2006 11:36
Io la moto l'ho ripresa in mano dopo un lungo letargo. E ho fatto bene, perchè non ero più pronto a viverla (la moto, però forse la vita) nel modo giusto, con la giusta emozione.
Si occorre apprezzare le emozioni che il passato ci fornisce, con un libro di storia (moto, aerei, personaggi storici), con un fossile, con un reperto, con la foto di mio padre alla Milano Taranto, per ripartire con lo spirito giusto, del "Motociclista".
E non sottovaluto quello dell'aliantista!! Con la capacità di vivere in modo giusto il presente, ed ognuno ha il suo! Nel rispetto e nel grande piacere di condividere le giuste emozioni con altre Persone, da Ting'Avert ai tornanti di Casina!
Naturalmente complimenti e 5/5. Ciao Gio
Commento di: sicarius il 15-09-2006 17:22
Quanto vere sono le tue parole...il vero spirito motociclistico si sta perdendo e lo vedi appena valichi i nostri confini ed entri negli altri paesi europei dove essere a bordo di un qualsiasi emzzo a due ruote ti rende parte di un'immensa famiglia!! Putroppo l'ignoranza di noi italiani si contraddistingue anche in questo!




PS: Cmq Frera prima di aprire la fabbrica a Tradate aveva un'officina dove ha costruito i suoi primi £velocipedi a motore" a due passi da casa mia...in piazza Missori a Milano ;)
Commento di: Frenzo il 15-09-2006 23:06
Ciao teamzero, complimenti per l'articolo, mentre lo leggevo mi è venuto naturale fare una considerazione... Io ho ventuno anni, sono un neonato nel mondo delle due ruote, eppure penso di portare dentro di me una briciola di quello spirito che sta scomparendo pian piano... E il punto è proprio questo, sta scomparendo davvero questo spirito, o semplicemente è nascosto da quelle centinaia di "motomuniti" che circolano ora come ora?
Mi viene da pensare che in realtà questo spirito non sia sparito, ma sia sommerso; che oggi come ieri i motociclisti sono una minoranza, che si mantiene nel tempo, eterna come è eterno il mito e il fascino delle due ruote; circondato però oggi da tanti che sembrano motociclisti, ma non lo sono.

Lampz (un pò malinconici) a tutti!!
Commento di: Frenzo il 15-09-2006 23:10
P.S. Direi che questo forum è una dimostrazione lampante che non è finito
Commento di: AntonioValenti il 19-09-2006 17:35
in riferimento al tuo articolo:
nell'ottobre dello scorso anno mi sono interessato ed ho interessato gli amici prima con un indovinello e poi con questo articolo su FRERA:

http://www.motoclub-tingavert.it/t10888s.html

adesso voglio rispondere alla domanda che ti sei fatto,
i veri motociclisti sono sempre gli stessi, che si appassionano ad una marca, un pilota, ad una sola fascia di moto,
certo adesso avere una moto è molto più semplice di 60/50 anni fà, la mia 30 anni fà la acquistai con tutti i miei averi, rimanendo a secco, da non poterci mettere la benzina per andarci in giro, ti assicuro che anche allora (1976) esisteva i bulli che rischiavano (senza casco, senza la minima protezione e con sandali di gomma ai piedi) tirando già allora le moto, forse erano meno visibili o comunque quando si facevano male lasciavano il segno, adesso la miglior tecnologia le protezioni spingo ancora più oltre i limiti, e la cronaca che vive sui disastri li amplifica,
no, secondo il mio vissuto, non è cambiato nulla.

io usavo il casco per mia sicurezza ed ero una mosca bianca, adesso qualche mosca bianca non lo usa, ecco forse è cambiato il rapporto, anzi si è invertito, prima tanti bravi motociclisti e pochi pazzi, adesso si notano solo quei pochi pazzi motociclisti e i tanti bravi non fanno notizia,

la moto continuerà a vivere perchè i veri motociclisti continueranno ad amarla.

ps: ho visto più MV AGUSTA d'epoca, in Germania che in Italia e questo vale anche per le altre marche, e se qualcuno fà rivivere quelle moto è perchè le ama

ciao
Commento di: alibaba il 26-09-2006 12:06
Grazie da parte mia a tutti per le splendide parole che avete scritto...
Condivido appieno lo spirito che suscita dubbi e perplessita' sui valori che muovono il motociclista di oggi. Anche se non sono piu' un ragazzino, non ho un lungo passato su due ruote da raccontare. Premetto che ho una moto di quelle che oggi alcuni chiamano ''super-sportive'', perche' mi piace e perche' mi ricorda tanto la mia bici da corsa Atala che amavo tanto e che mi hanno rubato ;-) !
Spesso purtroppo faccio fatica ad avvicinarmi ai motociclisti delle ''super-sportive'' proprio perche' trovo che a molti manchi completamente lo spirito di cui parla teamzero: troppa esaltazione, troppe parole al vento, troppa emulazione, troppa voglia di mostrare e di mostrarsi all'altezza (di che cosa poi, chi lo sa!), troppe inutili discussioni al passo di montagna circa l'utilita' di un ammortizzatore di sterzo aggiunto, la cui efficacia e' avvertibile dai 250 orari in su'... io mi chiedo, ma i boschi li vedete? e i colori? e il ritmo e l'andamento dolci della strada?
Forse e' vero che l'economia della moto ha reso piu' accessibile di un tempo l'acquisto di un mezzo meccanico, ma non ha certo sostenuto di pari passo la crescita di un sentimento comunitario intriso di semplicita' e di liberta', di voglia di stupirsi piu' che di stupire, sentimento che personalmente continuo ad attribuire al mio personalissimo modo di essere motociclista. A Milano, la citta' dove vivo e lavoro, chi va in moto si saluta in ragione della categoria merceologica di appartenenza, tranne rare eccezioni gli enduristi salutano solo gli enduristi, gli scooteristi... beh, lasciamo stare!, i super-sportivisti salutano solo i super-sportivisti, i naked-isti salutano solo i naked-isti e cosi' via, a gran velocita' verso una parcellizzazione dell'essere motociclista che di sicuro questa passione e questo sport non meritano. Certo Milano ci mette del suo a precludere ai propri cittadini di condividere alcunche', purtroppo pero' questo vale anche per l'andare in moto.
Sono certo che per quello che possiamo, faremo di tutto per impedire che questo atteggiamento verso il motociclismo degeneri definitivamente in una ''gara'' continua e assillante, in un continuo confronto portato a colpi di sverniciate furibonde e di impennate nel traffico. Dopo tutto, diciamoci la verita', oltre che pericoloso spesso e irresponsabile, andare in moto con questo spirito non e' poi cosi' divertente!

Lampz a tutti e scusate la lungaggine!
-aLe