Aveva sempre sognato di percorrere strade tortuose e raggiungere luoghi inesplorati con la sua amata moto.

Quel giorno, Maurizio si era svegliato determinato a portare a termine un progetto audace che gli frullava nella testa già da un po' di tempo: avrebbe lasciato Roma alle spalle e si sarebbe diretto verso la vetta del monte Amiata. Non per una scalata, ma per un semplice caffè. Aveva sentito parlare di un piccolo rifugio sulla cima, un luogo magico dove il profumo di caffè si mescolava con l’aria fresca dei boschi.

Indossò il suo casco, si mise gli occhiali da sole e montò sulla Yamaha. Il motore ruggì, e Maurizio si sentì libero come un uccello. Attraversò le strade di Roma, lasciando alle spalle il traffico e il caos della città. La sua mente era concentrata solo sulla strada che si snodava davanti a lui.

La FZ1 nera si dimostrò una compagna affidabile. Le curve delle colline toscane sembravano danzare sotto le sue ruote. Il vento gli carezzava il viso mentre saliva verso l’alto. Il monte Amiata si stagliava all’orizzonte, la sua vetta avvolta in una leggera nebbia.

Arrivato al rifugio, Maurizio parcheggiò la moto e si sedette al tavolino all’aperto. Il proprietario, un anziano signore con gli occhi rugosi, gli servì un caffè fumante. Maurizio inspirò profondamente, godendosi la vista panoramica. Roma sembrava così lontana, eppure così vicina nel suo cuore.

Il sole si alzò sopra le cime degli alberi, tingendo il cielo di rosa e arancione. Maurizio sorseggiò il suo caffè, sentendo la calda bevanda scorrere dentro di lui. La Yamaha FZ1 nera sembrava sorridere accanto a lui, come se approvasse la sua scelta di venire fin lassù.

Chissà quanti altri motociclisti avevano fatto quella stessa strada. Forse avevano condiviso storie di avventure e di viaggi, proprio come lui stava facendo ora. Si sentiva parte di una grande famiglia, una condivisione di passione e libertà.

Dopo aver terminato il caffè, Maurizio si alzò e si avvicinò alla sua moto. La carezzò, come si fa con un vecchio amico. Poi, con un sorriso, montò sulla sella e si preparò a scendere. La discesa sarebbe stata altrettanto emozionante, con curve strette e panorami mozzafiato.
Ma per ora, si godette l’attimo. Guardò ancora una volta la vetta del monte Amiata, promettendo a se stesso di tornare. La Yamaha FZ1 nera ruggì di nuovo, e Maurizio si lanciò lungo la strada, verso nuove avventure e nuovi caffè sulla cima delle montagne.

Nota: Questo racconto è in stile Real-Fantasy, in quanto ispirato da eventi realmente accaduti. Tutte le immagini le ho auto-generate per poter illustrare il racconto.
Buona strada sempre



