Io faccio il tifo per Amatrice e gli altri comuni devastati dai terremoti.
Nel 2013, durante una vacanza in moto, passai anche da Amatrice e, su consiglio di un amico, andai proprio al famoso Roma con l'intenzione di sfondarmi di amatriciana: sia la classica rossa sia la versione bianca. E rimasi colpito dalla bellezza di quel borgo, dove il tempo pareva essere in ritardo, dove, se non fosse stato per le auto, pareva di esserci arrivato attraverso una macchina del tempo. Un paese splendido, dove le porte erano aperte sulle strade, i loquaci abitanti cordiali e disponibili con i visitatori. Mi piacque così tanto che anche nel 2014 feci un giro in quelle zone. E non appena ne avrò l'occasione, spero presto, ci tornerò, così come sono tornato nella L'Aquila ferita dal precedente sisma. Anche perché, oltre ad essere zone di rara bellezza, hanno prelibatezze alimentari degne di essere degustate più e più volte.
Non lasciamoli soli, loro non lo meritano, e nemmeno noi