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Come si impara ad andare in moto?
Scritto da Savi_NERO - Pubblicato 19/02/2016 11:09
Giorni fa ero ad un convegno ed un primario chirurgo ha iniziato il suo intervento così: Sappiate che non esistono scuole per la pratica chirurgica, si diventa bravi chirurghi imparando dai propri errori...

Se la sua era una provocazione studiata per cercare l'attenzione dei presenti, dal brusio in sala, l'intento era certamente stato raggiunto. Poi, mentre lui continuava il suo intervento sui nuovi orizzonti della micro chirurgia laser, io pensavo che molte cose si imparano dai propri errori. Anche andare in moto.

Per spostarmi, sia in città che fuori, uso le due ruote, ormai da oltre 40 anni. Per mia fortuna, non ho avuto incidenti gravi e non sono caduto troppe volte. Avrò percorso più di un milione di chilometri, per cui ho una qualche esperienza e penso che in moto ci so andare. Riflettevo, ma come ho imparato? Anch'io, certamente, dai miei errori! Dal primo, con il mitico Vespino Special appena ritirato e avevo urtato una macchina. Poi a 16 anni è arrivato il Vespone nuovo, con cui il secondo giorno avevo ho tamponato il Maggiolone che mi precedeva. Due vecchie ferite che, più di tante parole, mi hanno fatto capire come varia lo spazio in funzione della dinamica del mezzo.

L'elenco potrebbe continuare. L'esperienza basata sugli errori non riguarda solo quelli nostri, ma, e principalmente, quelli degli altri: lo sportello che si apre di una macchina ferma che si sta superando, la svolta dell'auto senza freccia, l'autobus che quando gira stringe la curva od il pedone che scende dal marciapiede senza guardare. Episodi che, chi è andato in moto ha fatto propri, creando all'interno una attenzione preventiva per una attenta valutazione di quello che può accadere, prima che accada. Questo vale anche per semafori verdi od incroci di cui sia ha la precedenza. Si rallenta sempre, in modo che se passa il "cretino" c'è la possibilità di evitarlo. La curva su un tratto di asfalto che potrebbe risultare scivoloso o con una buca, si prende ad una velocità in cui c'è la possibilità di controllare il mezzo. Ho letto le discussioni a seguito della pubblicazione del filmato in cui un ragazzo inglese, in un tratto di strada di campagna con il cartello "slow", correndo a 160 km/h, ha sbattuto contro una macchina che gli ha attraversato la strada. I genitori, per me giustamente, hanno voluto che il filmato, fatto con la GoPro sul manubrio del figlio, fosse messa su YouTube come monito ad altri giovani a guidare con prudenza. Oltre la drammaticità del filmato, la cosa che mi ha colpito, sono stati che quasi tutti i commenti dei nostri colleghi motociclisti erano contro il conducente della macchina. Le alte velocità si possono raggiungere in pista, o ci si deve assumere il rischio - possibile - che è rappresentato da un eventuale ostacolo che si può incontrare sulla propria strada. Il rischio che comporti la perdita di una vita, principalmente la propria, è inaccettabile. Quindi guido con prudenza, che non vuol dire andare piano, ma semplicemente adeguare l'andatura alla situazione. Chi mi conosce sa, che quando c'è la possibilità, mi piace tirare le marce ed accennare qualche piega in curva. L'adrenalina mi entra nel sangue e mi sento meglio: è la mia Mototerapia.

Adesso non sbaglio più? No, e continuo ad imparare. Ad esempio l'ultima mia caduta è stata ripartendo dal semaforo in maniera "robusta", quello davanti frena, io inchiodo e la ruota anteriore si blocca con conseguente scivolone. Ora, ai semafori, riparto più tranquillamente. Comunque, per non farsi male, serve anche una buona dose di fortuna, ma non se ne deve approfittare , e questo vale sempre.

Attenzione poi a trasmettere il nostro entusiasmo, contagiando amici che avevano lasciato le due ruote da tempo. Riprendere la moto dopo i 50 anni ti fa sentire giovane, più di quello che sei, ma i riflessi non sono quelli che ci si ricordava di avere. Poi, può capitare di avere un senso di colpa, perché ci si sente responsabili di qualche osso rotto che, forse, si poteva evitare. Ovviamente parlo per esperienza personale ed ognuno si comporta come crede.

Ma allora, per imparare ad andare in moto, bisogna sbagliare? Ai miei due figli ho insegnato a guidare con prudenza, non fare cose inutili, anticipare e prevedere i possibili errori, anche quelli degli altri, e quando non se la sentono di lasciare la moto e farsi accompagnare. Nonostante queste indicazioni, che debbo dire hanno bene assimilato, hanno imparato solo quando hanno avuto un impatto vero con l'asfalto, scivolando sul bagnato o passando in un incrocio pensando che fosse libero e non lo era.

Si, si impara ad andare in moto dagli errori, propri e degli altri.
 

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Commento di: marco_mas il 19-02-2016 17:23
Condivido! Si impara dagli errori, una volta un ragazzo mi ha detto che il suo istruttore di guida, una volta patentato, gli ha detto: ti auguro di cadere il prima possibile. Quella frase mi ha colpito, ma è proprio così in fondo, cadendo e sbagliando si impara tanto. Io sono partito spavaldo, come tanti, ho assaggiato presto l'asfalto e sono ripartito umile a orecchie basse. Quella caduta mi è servita molto, più di tanti km, e non mi è più successo per fortuna, grazie alla lezione imparata. Tanto variabili non dipendono da noi, ma: aiutati che il ciel ti aiuta.
Commento di: bigtower il 19-02-2016 21:20
D'accordissimo su tutto. A soli 18 anni (quasi 19) e in 11 mesi di giri in moto ho imparato di più io in 2 cadute fatte (di cui la primissima anche seria) che molti miei amici che girano da molti più anni e che non sono ancora caduti. Dopo la prima caduta, fatta per spavalderia e voglia di dimostrare qualcosa agli altri (sbagliatissimo) e la seconda, a causa sia della mia disattenzione e sia della negligenza di un auto che mi taglia la strada senza freccia, ho fatto mio un bel motto che secondo me molti dovrebbero tenere in mente ogni volta che si sale in sella: "guida come se tutti gli altri cercano di ammazzarti". Lo so è un po forte ma se preso con il giusto peso aiuta ad evitare moltissimi pericoli. Ora quando vado in giro e vedo un semaforo verde, il mio polso automaticamente decelera, senza volerlo, per passare l'incrocio. Quando viaggio su una fila di auto sto il più possibile lontano da esse. Quando cammino sto veramente sul lato destro della strada come dicono molti quiz della patente, per evitare brutte soprese dalla corsia opposta. Quando piove sto quasi dritto nei tornanti stretti, evito la segnaletica orizzontale, non piego più di un tot, non freno più di un tot e ovviamente tengo una bassissima andatura. Non parliamo poi di quando ho la zavorrina, piuttosto mi faccio sorpassare se serve, sono pure pronto a lanciarmi su di lei se fosse necessario nel malaugurato caso di una caduta.
Io ancora oggi maledico e ringrazio quelle cadute, grazie ad esse mi sento ancora più motociclista di quanto non pensavo di esserlo prima. Non auguro a nessuno di cadere, come ha fatto quell'istruttore, ma auguro invece che quando succederà imparerete davvero cosa significa andare in moto solo per il gusto di divertirsi mantenendo intatta la propria pellaccia, sia per noi che per chi ci aspetta a casa.
Commento di: PaoloGrandi il 21-02-2016 19:28
D'accordo in parte.

Certamente i propri errori e quelli altrui insegnano. Aggiungo l'ulteriore travaso di quelli commessi/subiti in auto.

Poi però, se si vuol fare il salto di qualità, occorre anche tecnica di guida. E quella si apprende con allenamento costante ed istruttori capaci.

Commento di: Savi_NERO il 22-02-2016 08:58
Certo, dipende anche il livello ed il mezzo che utilizzi. L'aiuto di un esperto ed utilizzare una metodologia di insegnamento è fondamentale per moto impegnative e andature sostenute.
Commento di: Savi_NERO il 23-02-2016 12:51
Le cause di errore possono essere, come dici, tante. Non bisogna per forza assaggiare l'asfalto, ma serve!
Commento di: olegmrt il 22-02-2016 16:14
Dagli errori si impara certo ma..cosa intendiamo per "errori"? sono errori le semplici cadute? sono errori gli incidenti gravi? cosa sono gli errori? Per me errori sono anche quando coi guanti invernali azionando le frecce premo anche il clacson. Quando per sbaglio uscendo da un tornante calcolato male tocco la linea di mezza via o esco con la marcia sbagliata. Giusto un mese fa comprai un libro alquanto interessante: "L'altra metá sopra la moto (tradotto spicciolo)". É un libro tedesco che mi ha insegnato alcune cose che non sapevo, o fatto capire cose che in reala facevo anche prima ma istintivamente. E un consiglio che da questo libro é di mettere un "conta giri" ( quel attrezzo dove ogni volta che premi il pulsante il numero sul display aumenta) e da allora conto ogni errore che faccio, indipendentemente esso sia saltare una precedenza, superare i limiti o anche solo premere il clacson mentre aziono i lampeggianti.

Non sono padre e grazie alla moto non potró diventarlo, indi non posso dirti cosa farei con i miei figli o meno. Posso solo dirti che mia madre mi disse nulla a sua volta. Non mi disse vai piano, non mi disse stai attento. Mi disse solo "se sei felice lo sono anche io". Mia madre mi disse nulla quando decisi di uscire di casa e trasferirmi 300 km di distanza. Forse non fa testo come madre ( anche se mi vuole bene solo come una madre sa..a suo modo).

Sbagliando si impara é vero. Ma per migliorarsi bisogna anche fare kilometro... tanti... conoscere se stessi e calcolare tutti gli errori ( propri ) allo stesso modo. Non "massi é solo il clacson..." . in 50k km e due anni per ora posso dire che conosco il mezzo bene e sopratutto conosco me stesso. Le mie cagate le faccio. So quando sbaglio e perché sbaglio, proprio grazie a questo allenamento del premere il numero..cosa che col tempo gli errori segnati diminuiranno sempre di piú.

btw..l'asfalto l'ho assaggiato col 50ino scivolando sui binari dei tram bagnati. Con la duchessa son (ironicamente) caduto solo quando facevo l'idiota per campi pensando di avere un enduro...
Commento di: Savi_NERO il 23-02-2016 12:49
Condivisibili tutte le tue riflessioni. I vecchi proverbi .... sbagliando si impara. Ma..cosa intendiamo per "errori"? Quali sono le cause degli errori? Il rapporto con i nostri genitori.
Volendo possiamo approfondire. La mia è stata solo una riflessione a voce alta, che quello che era stato detto da un chirurgo, che poteva andare bene anche per la moto.
Ad esempio uno dei miei errori tipici era cercare di partire senza togliere i blocca disco. Sono riuscito a storcere un disco con la molla arancione sulla manopola. Ora ho imparato: uso solo la catena.
Commento di: Ospite il 03-03-2016 14:12
Sì, ma uno sbaglio può valere la vita quindi ..... cerchiamo di non fare errori. Riguardo al piccolo uomo, il "magnifico luminare", ..... la vita sì.... ma quella degli altri......
"Meditate gente meditate"
Commento di: Amedeo62 il 04-03-2016 12:39
Ho 54 anni e vado in moto dai 14 anni.
Molti amici di gioventu non ci sono più.. allora non c'era l'obbligo del casco e bastava poco....
Sono stato tanti anni senza andare in moto.
Poi la passione ha ripreso il sopravvento.
Concordo con te che si impara dai propri errori (se si sopravvive) e da quelli degli altri,
ma solo in parte o meglio prima era così adesso , da pochi anni,
c'è la possibilita di formarsi
magari leggendo qualcosa ("il principe brutto") e facendo propri quei consigli
oppure
in una scuola di guida sicura imparando tecniche di guida , traiettorie sicure ecc.
un corso l'ho già fatto 2 anni fa adesso faccio il secondo
perchè sono convinto che
se non sei di quelli che hanno un dono di natura
molte cose le puoi comunque imparare , non si finisce mai di imparare, e tutto fa ... oltre all'esperienza e alla fortuna...
Commento di: Savi_NERO il 04-03-2016 16:03
Perfetto. Hai aggiunto aggiunto, oltre la tua esperienza, anche la formazione con scuole specifiche che sono presenti da qualche anno alle mie considerazioni.
Anche Bimbo ha detto delle cose giuste che approfondiscono un concetto valido per tante cose che facciamo nella vita.
E sono sempre i vecchi proverbi che, nella loro estrema sintesi, valgono ancora: a "sbagliando si impara" aggiungiamo "non si finisce mai di imparare", quindi di sbagliare.
Comunque oggi tornando a casa, il solito cretino ha spalancato lo sportello senza guardare. Non ero rasente alle macchine, ma ad un metro, per cui mi ha sfiorato senza toccarmi. Bastavano 10 centimetri e oggi non avrei avuto la possibilità di risponderti.
Oltre la fortuna è l'abitudine di non passare troppo vicino alle macchine parcheggiate.
E questo l'ho imparato, tanti anni fa, con una sportellata che non ho potuto evitare.
Commento di: Beep_Beep il 08-03-2016 20:14
Ciao a tutti cari motociclisti, non uso il termine biker perché sono un po infastidito dall'uso spropositato dei termini inglesi :-)
Al di la di questa (inutile) premessa, io credo che siete e siamo dei motociclisti anche perché siamo qui a parlare di rischi, di guida sicura, di prudenza e di pericolo, sia che questo sia indotto dal nostro comportamento o provocato dagli altri (indipendentemente dalla categoria a cui essi appartengono) o che ci sia lo zampino anche della (s)fortuna. Non sono superstizioso e scaramantico ma credo però anche io che ci sia anche questa componente nella vita ed ancor di piu ed a maggior ragione sulla strada.....
Io percorro in auto circa 50.000 km l'anno e ne ho viste parecchie di situazioni dove anche la sfortuna ed il caso contano, sempre secondo me ovviamente.
Ma oltre a questa componente, di cui ovviamente non ne abbiamo il minimo controllo, cosa possiamo fare per cercare di limitare al minimo il rischio, ridurre l'alea di incertezza, visto che non possiamo azzerare questo rischio? Io penso che di tutto un po quanto avete giustamente detto anche voi!
Personalmente in primis metto molta fiducia nella tecnica e nel buono stato della meccanica del mezzo: gomme sempre in buono stato magari sostituite più prima che dopo; pastiglie e liquidi dei freni sempre ben controllati ed ovviamente la sempre importantissima pressione delle gomme; evito di uscire in estate con le scarpette da spiaggia, calzoncini corti e polo, sempre la giacchetta con le protezioni, guanti e scarpe da moto. Poi, al secondo posto, metto anche io lo stile di guida "tranquillo" questo non significa farsi superare dalle zanzare in estate, ma nemmeno mettere "il ginocchio a tera" ed in questa categoria ci metto anche la proiezione mentale, lo stato della nostra mente e della nostra concentrazione. Com'è stato detto, anche secondo me prepararsi al peggio aiuta, ora sensa usare un paragone troppo estremo, io mi limito (spesso) a fare questo esercizio mentale quando sono in moto: in questo momento, se trovassi un improvviso ostacolo sulla carreggiata, se il veicolo davanti dovesse frenare improvvisamente, se il pedone mi si lanciasse in un attraversamento alla Indiana Jones, o se quel fenomeno passasse con il rosso per lui seppur verde per me da quel incrocio, eviterei questi pericoli? Se la risposta è no, mollo la manopola destra immediatamente! Un mio santo principio è, per quanto possibile, prevenire è meglio che curare....
Infine arrivo al dibattito iniziale, si l'ho lasciato per ultimo per esporre prima gli altri aspetti, imparare dall'errore. È ovvio, essendo nella nostra natura, che si impara dagli errori, se cosi non fosse non saremmo esseri viventi. Impara il bambino a capire che l'innocqua candelina sulla torta brucia così che se scottatosi non la toccherà più con disattenzione: ma noi dobbiamo andare oltre, noi ci mettiamo la nostra vita sulle nostre amate 2ruote e spesso anche quella del passeggero quindi, a differenza di quel bambino, noi spesso non possiamo permetterci di scottarci le dita come è capitato a lui, perché il nostro rischio è che non ve siano altre di candeline dopo quella di troppo!
Ora, seppur con la massima attenzione, buona moto a tutti!!
Commento di: huzdra il 10-03-2016 16:05
Collega, d'accordo su tutto tranne che sull' adrenalina, che è meglio rimanga nelle fialette per stroncare gli shock anafilattici. Spontaneamente, caddi per inesperienza (ma a 5 kmh) di notte, su un tornante ad uncino, in salita, perché sul DR 500 entrò il folle invece della prima, e persi l'equilibrio. Un Martini di troppo mi fu fatale, ma non successe niente. Era il 1982: smisi TOTALMENTE di assumere alcoolici, anche mezza birra, prima di montare in sella. Da allora, e dopo oltre 300000 km vespe incluse, se hanno voluto vedermi per terra mi hanno dovuto sbattere giù, ed è successo perché non si sta mai attenti abbastanza. Con tutto ciò, mica vado a passo d'uomo: ma la mia regola è "primum non cadere", quindi se mi entra in circolo l'adrenalina significa solo che me la sto per vedere bruttina... ASD
Adrenalina si o adrenalina no?
Commento di: Savi_NERO il 10-03-2016 20:43
Un po' di adrenalina fa parte del gioco. Non la mettere in provetta. Si
E' bello che siamo d'accordo e facciamo dei distinguo che direi quasi salottieri.
Importante è che ognuno si riveda e porti la propria esperienza.
Commento di: Franba il 14-03-2016 10:40
condivido pienamente!
l'adrenalina va bene (anzi benissimo) in pista con la tuta integrale e le protezioni all'esterno delle curve.
sulle strade di ogni giorno, con le buche, le chiazze d'olio, la ghiaia, i blocchi di terra lasciati dalle ruote dei trattori (mortacci loro), ecc., e soprattutto "piene di str..." (come recitava una stupenda pubblicità volvo degli anni 90), meglio altri ormoni...
anche a me, dopo una caduta da deficiente col mitico Ciao a 15 anni perché avevo fretta di fare chissà cosa e pretendevo di mangiare un panino con la sinistra e guidare con la destra, a terra mi ci hanno dovuto buttare gli altri (oggi ne ho 43).
da motociclista, quando incontro un gruppetto di smanettoni con supersportive da 150/200 cv che "si tirano" sulle strade normali, non posso non pensare brutte cose sulla loro intelligenza, altro che adrenalina...
Commento di: huzdra il 15-03-2016 10:31
@Franba Esatto. Ognuno forma il suo carattere ed il modoterontare la vita sulle proprie conoscenze. Personalmente arrivai alle due ruote in tarda età, circa 30 anni: ciò mi indusse ad una prudenza istintiva fin da subito, insieme purtroppo all'ammonimento che ricevevo dalle disgrazie degli altri. Eh sì, perché sono un anestesista-rianimatore, e durante 35 anni di professione ne ho viste troppe, di tragedie. Conosco i luoghi dove sono le lapidi in memoria di quei ragazzi e ragazze che "non ce l'hanno fatta", come dicono i giornalisti deficienti, che ho provato ad aiutare per quanto era possibile, ma presentavano lesioni troppo gravi. Sono luoghi di regioni diverse, e diverse sono le storie, che però terminarono nello stesso modo. Alcuni luoghi non hanno invece lapidi, come quello in cui un collega ginecologo BRAVISSIMO incontrò, in sella alla sua Guzzi, la morte impersonata dal classico pensionato con la Panda. Passo diverse volte l'anno in quel punto, so io dov'è e lo sappiamo noi suoi colleghi; una breve preghiera mentale e via. Sai, è un po' come se Franco, ottimo motociclista ma davvero sfortunato perché il pensionato non perdona; e quel ragazzo che voleva gareggiare con un'auto in sella alla sua Kawa ma era estate ed il casco lo faceva sudare, ed anche quella ragazzina che era uscita di notte, di nascosto dai genitori, per andare a ballare, ed era salita dietro al suo fidanzato, che tornò da solo tra i vivi lasciando lei giovane per sempre: è un po'come se TUTTI loro mi accompagnassero durante TUTTI i viaggi che ogni giorno dell'anno faccio, in moto od in vespa, con il tempo buono ed anche cattivo, senza dirmi niente, ma semplicemente restando con me. Ecco perché non approvo l'adrenalina su strada: perché le due ruote sono un mezzo di spostamento affascinante, divertente, avventuroso quanto volete, e lo so ben io che quasi tutti i giorni mi faccio una ventina di km con la vespa in superstrada, tra autoarticolati in arrivo nello specchietto e dementi che mi sorpassano a mezzo metro col triplo della mia velocità. Ma mai un gioco. Good trips!
Commento di: huzdra il 15-03-2016 10:38
Alla seconda riga c'era scritto " il modo di affrontare", ma chissà cosa sarà successo...s'è concentrato! Smile
Commento di: gigi265 il 12-03-2016 08:02
Verissimo che gli errori non finiscono mai, il primo approccio con le 2 ruote con 12 anni, oggi ne ho 66 e, dopo le quasi inevitabili cadute di gioventù ( in altri tempi con traffico quasi nullo e anche una buona dose di fortuna) un lunghissimo periodo senza alcun problema, con prudenza, attenzione e soprattutto previsione di quello che fanno gli altri e sacro rispetto per quel che ci può essere dopo una curva, un dosso e via discorrendo ( anche con un capriolo che ti salta davanti in una strada di collina, per quanto bello l'animale, la strizza la fa da padrone).
Bene con tutta questa esperienza e kilometri macinati, a marzo 2015 in una banalissima rotonda a un km. da casa un scivolone, di cui ancora oggi non me ne so spiegare la ragione, unito alla dabbedaggine di indossare pantaloni normali e scarpe leggere ( stavo recandomi in concessionaria per un test sulla moto), frattura del malleolo, ginocchio fortemente contuso e circa 300 € di danni. Dunque la "scuola sull'asfalto" non finisce mai, e altrettanto l'attenzione non la devi abbassare mai. Doppio Lamp Naked
Commento di: Magnuss1 il 13-03-2016 18:59
Salve a tutti, bellissime le vostre esperienze, incuriosito dal titolo perchè io a 35 anni sto riprendendo le 2ruote dopo una gioventù di vespa, fifty e scooter con tutte le modifiche ammissibili all'epoca! Mi è rimasto sempre il pallino della moto infatti sono patentato da 14 anni, ma per mille motivi prima economici, poi familiari (2 bimbi) ho sempre rimandato! Adesso ho trovato un compagno di moto e spero di iniziare a divertirmi "turisticamente" a godermi la moto!
Non ho esperienza sulle 2 ruote e questo mi fa un pò timore, però che dire spero di assaggiarlo piano l'asfalto!!!! Mr. Green Mr. Green
Commento di: Savi_NERO il 14-03-2016 11:32
Eravamo ad una cena e si discuteva che strada fare per un raduno. Con un mio amico non avevamo problemi. Ci si vedeva alle 8 da qualche parte, si faceva il pieno, si decideva se prendere la Salaria, la Flaminia o fare un pezzo d'autostrada e si partiva per fare una tirata di 400 km ed arrivare sugli appennini emiliani, per il classico piatto di tortellini al ragù e ritornare il giorno dopo.
Gli altri, tutti come noi sulla cinquantina, non erano d'accordo, bisognava saperlo prima e valutate bene le previsioni del tempo.
Poi uno mi ha detto una cosa non banale.
Ci ha detto che gli "strani" eravamo noi. Con l'età subentra la necessità di avere la situazione sotto controllo. Non è più tempo di avventura che si prende e si parte, o meglio non tutti hanno la fortuna di mantenere questo sirito.
Questo significa anche che ognuno è diverso dagli altri e non deve fare cose che non sente di fare solo per assomigliare agli altri.
E gli altri non debbono forzare nessuno a fare cose che non si sentono di fare.
E questo, mi pare, è anche lo spirito giusto con cui ti appresti a concretizzare un tuo desiderio che hai messo da parte per qualche anno.

Commento di: cx650 il 17-03-2016 13:47
Condivido pienamente la tua riflessione, io ho 60 anni il primo motorino preso a 14 anni, nonostante tutto a giugno dello scorso anno sono riuscito a cadere e direi per eccesso di prudenza, arrivo,il semaforo è rosso, dovendo svoltare a dx non ho voluto superare due auto davanti a me
alla ripartenza , sotto l'ultima auto, c'è una zolla di terra persa da un camion, non sono riuscito ad evitarla: caduta e piede rotto.
Questo per dire che sulle due ruote siamo molto vulnerabili , ma se usiamo la testa anche dopo che l'abbiamo rinchiusa nel casco sicuramente ci aiuta.