I Balcani in sella ad un vecchio Suzuki DR 600: 2850 km di curve e tornanti tra Bosnia e Montenegro

Quando nel 2009 il mio amico Cesare mi convinse ad acquistare ad un'asta di beneficenza la mia passione di gioventù mai coronata, un Suzuki DR 600 del 1986, mai avrei pensato che lo avrei poi utilizzato per farci migliaia di km in vacanza ed invece... 2015 Bosnia e Montenegro (Bosna i Hercegovina e Crna Gora, in lingua locale, vi risparmio la versione in cirillico). In realtà già nel 2014 io e la mia compagna siamo stati in giro per la Bosnia, lei a cavallo di un più moderno BMW 650 GS, e quest’anno, vista la positiva esperienza, abbiamo deciso di spingerci più in giù.

Giorno 4 agosto, partenza da Novara, pernottamento a Lubiana, quindi trasferimento via Zagabria a Gracanica, Bosnia, con pernottamento di 2 giorni, trasferimento a Doborovci presso amici, per poi ripartire dopo qualche giorno per Foca, località turistica sul fiume Tara e da lì trasferimento in Montenegro, a Zabljak, “capitale” del parco naturale Durmitor e poi a Cetinje, la capitale prima di Podgorica, attraverso strade secondarie, bellissime e panoramiche (a patto che piacciano le strade di montagna tutte tornati, strette e panoramiche con le gallerie scavate direttamente nella roccia e senza illuminazione) ma al di là dei paesaggi, che da soli meritano il viaggio, la cosa bellissima è stata il rapporto con le persone.

In Montenegro si studia l’italiano a scuola e, generalmente, col fatto che la principessa Elena di Montenegro ha sposato il re Vittorio Emanuele III, il popolo montenegrino ci sente vicini: a Podgorica 2 ragazzi, studenti delle superiori, ci hanno dato consigli gratuiti su quali strade percorrere per raggiungere Cetinje; presso il mausoleo di Njegos due ragazzi presso gli sgabiottini di souvenirs si sono prodigati ad aiutarci a far ripartire la mia moto che, stanca del viaggio, aveva deciso di mettersi a riposo (non aveva torto, con la sfacchinata che le ho fatto fare) il sig. Ako che, assieme alla moglie Nevenka, gestisce il B&B “Pansion 10” di Cetinje che con la cortesia e la disponibilità mi ha aiutato a porre rimedio al guasto (un subdolo contatto a livello del cruscotto) mobilitando elettricista e saldatore, Bane, per portare fuori la massa ed escludere, in caso di ulteriore necessità, il quadro del cruscotto (in realtà Bane è il direttore del museo nazionale di Cetinje che parla un italiano senza accento difficile da trovare anche da noi).

Per non nominare il fatto che, a 65 anni suonati, in shorts e ciabatte me l'ha guidata a motore spento per ben 20 km in discesa sino a casa!! ("...mio padre è un po' matto, ne ha fatte di peggio..." parole del figlio).

Che dire, una breve avventura on the road a cavallo di un vecchio Suzuki DR 600 del 1986, con il solo avviamento kick starter, tra gallerie scavate nella roccia e non illuminate eattraversamenti di pecore e mucche, altipiani a 1500m e passaggi panoramici tra gole di centinaia di metri su stradine secondarie così strette da costringere alla manovra ad ogni, sporadico, passaggio di auto in direzione opposta. Nota curiosa, pochissimi motociclisti, concentrati principalmente nell’area della costa, molto più trafficata e decisamente molto meno bella.

Un ringraziamento a tutte le meravigliose persone incontrate durante il viaggio, a Paola, la mia compagna, motociclista di lunga data e grande esperienza e al vecchio Suzuki che, anche quest’anno, mi ha accompagnato per quasi 3000km e che ha sofferto in silenzio le scaldate che gli ho fatto prendere.

Marco