Questo mio modo di essere così, come sono e basta...
Maranello-Lammari 12 Aprile 2015
Devo, voglio essere a Lammari per le dieci. Il che implica il partire prima delle otto. Niente
autostrada, Abetone nudo e crudo io e il Mio Bussolo, poco amante di strade rettilinee, col quel
pignone da un dente in meno.
Colazione di rito, non mi metterei in giro per nessuna ragione, senza un buon gnocco fritto,
buono, ma soprattutto scaramantico. Ma prima si va a fare benzina, ci si accoda dietro a un
vecchio e pur sempre bello Ferrari F40, si sceglie la stessa pompa, una benzina da un centinaio
di ottani, facciamo festa oggi.
Alle 7.39 in punto si parte. Nove minuti di ritardo sulla tabella di marcia. Foto di rito, e
cellulare muto in silenzioso nella borsa, adesso finalmente siam solo noi altri due.
Una cosa che amo sempre di più.
Sono 67 i Km che mi dividono dall’Abetone, conto di esserci prima delle nove, ed altri 65 per
scendere fino giù. I primi 17 mi servono per percorrere la nuova estense ed arrivare a
Pavullo, una strada stupida e scorrevole, che taglia le montagne dritto per dritto senza il
minimo rispetto, ma anche comoda e scorrevole.
Si passa il centro abitato di Pavullo e finalmente iniziano quei miei “ 50 Km di pura Pazzia “
Mi piace la mia “ Pazzia “ perchè mi rimane nella testa, senza collegarsi alla mano
destra, perchè mi vien sempre naturale dare un occhio ai passaggi a raso, al tipo in auto
se ti ha visto, all’asfalto, a un cancello dal quale può uscire un pallone, a quella
strana macchia in terra, al cosa ci sarà dietro a quella curva cieca, a quel ciclista che
gli arrivo da dietro, che gli passo lontano, ma una doppietta gliela mollo, tanto per fargli
sentire due schioppettate, perchè poi alla fine…. Mi diverto così.
Mi piace davvero quella sana pazzia, che mi fa pensa’ di fare la moto gippi, ma in realtà
si gira con tanta coscienza, rispetto, divertimento e spensieratezza, con tutto quanto chiuso
fuori, solo io e lui, il mio Bussolo, a dargliene finchè si può, cioè….
Finche’ posso io, perchè lui me ne darebbe ehhhh.
Finalmente si inizia la salita, la prima curva all’uscita di Pavullo è a destra ( peccato
amo di più quelle a sinistra ), comunque ci si arriva belli tosti, con la lingua tra i
denti, una bella frenatona che il muso si pianta bene, per terra basso, braccia tese, giù
due marce con una bella doppietta, una bella scoppiettata che rimbomba, testa sullo specchio,
col gomito si pelano le erbacce alte che puntano sulla strada, giù in piega e da
metà curva, si apre finchè ce ne è.
Si è ai 50-55 Km/h credo, non di più, ma a me piace guadare di più in
contagiri.
Mi piace questa mia sana Pazzia, che mi fa pensare di fare chissà cosa, senza far nulla.
Marce basse cosi pare di andare più forte, ed anche perchè col pignoncino ridotto,
su per i tornati, pare un rampichino il mio Bussolo. Quattordici anni di vita e 70.000 km e non
lo baratterei neppure con un biemmevvu nuovo di ballino. Fankulo, non si compra tutto coi soldi.
Non c’è neanche una macchina…. Filo liscio, contento, scoppiettante e senza andare di la
dalla riga, per tutto il tempo… curva… dopo curva… da solo… con la moto che nelle buche a mezza
curva non gli garba tanto, sembra quasi che si voglia scrollare la schiena, ma chi se ne frega,
di sicuro in terra non mi porta.
Che bella la mia sana pazzia, che mi fa tenere la riga bianca sott’occhio, ed ho il tempo per
guardare e sentire ciò che ho intorno. I panorami, gli alberi, con la visiera aperta, il
profumo dell’erba fresca, nel bosco, i rami degli alberi che si abbracciano, i primi fiori che
violentano il terreno per sbocciare fuori, il vecchio più avanti seduto sulla panchina
col suo bastone, la giacca sdrucita della domenica, le scarpe sporche, gli occhiali scuri, che
mi guarda arrivare, fermo e immobile.
Che ci fa lì, da solo, alle Otto del mattino, su una panchina in mezzo a un bosco ?
C’ho tutto il tempo di pensare a queste cose in pochissimi secondi, non mi scappa neppure un
dettaglio, un minimo particolare.
Non gliela tiro la “staccata“ con la scoppiettata a un metro dalla sua panchina… in fondo si
domanderà, “ Ma che ci fa sto casinaro che è un minuto che lo sento arrivare da
lontano, neanche fosse strada sua“
Rallento… rallento tanto… mi ci vorrei fermare a sedermi un pochetto sulla panchina, di quel
Vecchio, prima di Pieverpelago…. Ma non ho tempo, devo essere a Lammari alle dieci.
Gli passo davanti quasi fermo, pare il mio nonno, gli faccio un cenno con la testa, di saluto e
di rispetto e lui….
Signore e galantuomo come di quelli che non ce ne sono più che fa?
Si mette la mano in testa e si alza il cappello di paglia in segno di saluto.
Davvero che belli questo miei 50 Km di pazzia.
Da Pieverpelago al passo è tutta una corsa in salita che se ci fosse il nostro Danielone
col suo 444 sul cupolino, farebbe tempo ad arrivare, far plin-plin, bere un caffè, fumare
una paglia anche se non fuma, che io sono ancora a metà.
Ma non importa, io corro forte come lui, come il vento, basta non guardare il contakilometri. Ci
do quanto ne ho dentro alla mia testa, ma si ferma tutto lì, senza trasmettersi al polso
destro o sinistro che sia, senza che mi si chiuda nulla di nulla, se non la lingua tra i denti,
ma solo percheè sto parlando da solo.
Arrivo all’Abetone, non sono ancora le nove, fa un caldo peso, mi slaccio il giubbotto, faccio
un giro intorno alla moto, è tutto a posto.
Fan 4°C il 12 Aprile 2015 alle Nove meno cinque all’Abetone e ci son solo io nel piazzale.
Mi piace la mia sana pazzia che mi scalda cosi tanto, senza correre per nulla.
S’accende il telefono per dire che si è a mezza strada e si scende giù…
paghi.
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Commento di: quota33 il 17-04-2015 16:55
bello Steffo, a parte le doppiette e le schioppettate, hai descritto come mi sento quando smotazzo.
Commento di: Mr_Chichi il 17-04-2015 17:34
Ciao Sfeffo,
è stato proprio bello leggere quel che ti passa per la testa mentre guidi, sotto tanti aspetti lo sai, viviamo la moto in modo molto simile: che dire della sensazione che da il ginocchio "interno" che preme sul serbatoio, il piede esterno che ruota sulla punta della pedivella, sguardo fisso alla corda ... alla cordina della maniglia del portone del garade, perchè il cavalletto lo devo ancora togliere^^''
E questo mi fa pensare, che se già due si trovano a esser pazzi allo stesso modo, vuol proprio dire che son pazzi? E se non sono due ma tre?
Commento di: steffo il 20-04-2015 08:46
Allora..... siamo un mondo di pazzi.
Conosco bene anche la tua, del tutto simile alla mia, verificata personalmente piu' volte.
Commento di: frenk_RS_125 il 17-04-2015 20:20
Ciao steffo, ma mi sa che alla fine le tue sparate sull' Abetone non son propio pazzie.. Perchè una pazzia è una cosa che fai una volta e mai più, l' emozione a prevalere sulla ragione, e tutti gli altri (sì loro, quelli "sani" ) che ti additano da bordo strada e ti urlano PAZZO ... E ancora la pazzia la può fare solo uno, ma noi siamo in tanti così e se dopo tutto questo c'è ancora chi ci dice pazzi, noi gli rispondiamo "sì, amico, pazzi e contenti"
Commento di: caprissio il 17-04-2015 20:26
bell'articolo, devo dire che anch'io mi ci ritrovo molto, mi diverto con poco a guardare tutto e tutti intorno a me mentre corro, momenti in cui hai voglia di andare piano e momenti in cui hai voglia di spingere un pò di più, senza un perchè.
Alla fine mi rendo conto che la felicità è fatta di piccole cose
Commento di: steffo il 20-04-2015 08:48
Concordo in pieno con quello che dici....
Commento di: NinuX70 il 19-04-2015 13:01
Mi è piaciuto tanto il tuo articolo. Complimenti davvero. Nelle tue righe mi sono rivisto nel modo di vivere la mia passione per la moto.
I "miei 50 Km di pazzia" li vivo andando al Penice. Niente di eccezionale per i più esperti ma rappresenta la mia giostra. Sono io e la mia Hornet e poco importa che gli "altri" ti superano perché hanno il manico.
Durante il tragitto del 13 aprile, ho visto una persona. Sembrava il mio vecchio. Ma guardando bene ... gli somigliava ma non era lui. Non poteva essere. Però che gran bel regalo di compleanno, sono arrivato in cima con un sorriso smisurato .
Buona strada .
Commento di: steffo il 20-04-2015 08:50
E' come se delle volte, ci fosse qualcuno seduto dietro, anche se non c'e'.
E' come se a volte ci portassimo qualcuno con noi, che non si sa' neppure chi e'.
Commento di: devargas il 20-04-2015 11:46
Sono i tipi come te, che buttano involontariamente un invisibile guanto di sfida che non è sfida: diciamo il loro invito.
Sono i motociclisti come te che raramente incontro ed ai quali dedico la mia: "danza dell'amicizia".
Quello che allego sotto risponde ad un altro commento ed era stato postato su di un altra pagina, ma sento di volertelo (o forse volercelo) dedicare.
Un giorno forse ci incontreremo, per poi non reincontrarci più...chissà.
Ma il ricordo dei chilometri assieme perdurerebbe certo, assieme a quel senso di gioia vitale e appagante completamento che si riceve in genere in sogno...un bel sogno, oppure in una giornata che, unica e perfetta ci accompagna per la vita.
"Ottimo commento Castoro. Condivido, siamo più pazienti, consci, sornioni, non per questo addormentati. Abbiamo la consapevolezza della bellezza: quella della bella guida, dei grandi spazi, delle belle pieghe.
Se ci assumiamo dei rischi deve valerne la pena, e mai, in città, ho visto un vero motociclista correre. (Solo i coglioncelli da bar coi seicento truccati).
Noi a casa amiamo tornarci e cullare la certezza di una ripartenza.
Guanti di sfida ne cogliamo pochi, ma quando accettiamo di andar forti è...non contro uno altro motociclista, ma assieme ad un altro motociclista. Generalmente uno di noi.
Un rituale di amicizia scandito da alti toni ed una ammaliante danza, per concludersi d'avanti un aperitivo, o al ristorante, tra risate e racconti di donne, motori, viaggi ed avventure.
Amico centauro che forse non rivedrai più. Un contendente per il tacito accordo di un duello senza vittime. Per conquistare con lui, in quel breve tempo, momenti che valgono il ricordo nel tempo."
Commento di: steffo il 21-04-2015 15:12
Grazie.
Se c'e' una cosa che amo quando vado via da solo, e ormai capita almeno quanto alle volte delle uscite di gruppo, e' che gia' so che incontrero' qualcuno, che non so' chi e', col quale ci si scambiera' un bicchiere o due parole, e che probabilmente, non rivedro' mai piu.
La trovo una cosa veramente affascinante.
Commento di: Elr0ndK il 21-04-2015 15:03
Bello bello, quest'articolo è bello nella semplicità e genuinità della forma quanto nella passione della sostanza.
Io non sono così bravo a raccontare quello che provo, ma anche io, come te, vivo la moto in simbiosi con l'esterno, quello che vedo, quello che annuso e non come se fosse una sfida con me stesso o una prova tecnica di "bravura".
Che dire, ti conosco di persona e ti ritrovo tale e quale in quello che scrivi.
Per essere appagati e felici basta poco: basta solo una bella motina (la TUA motina, quella che hai sempre voluto e desiderato e che non t'importa se ha 10 o 90cv) ed un filo della "tua pazzia", che in parte è simile alla mia.
Commento di: steffo il 21-04-2015 15:17
Accipicchiola, purtroppo col tuo Nick, non mi viene in mente il volto.
Col nome sarebbe piu' facile, pardon.
Bhe'............. alla fine...... come diceva qualcuno..... Basta poco.
Basta poco
a fare bella figura
basta poco
basta esser buoni la domenica mattina
basta poco........
V.R.
Commento di: Elr0ndK il 21-04-2015 15:19
Francesco, quello che al Tuscany 2013 è arrivato con la zavorrina grondante d'acqua insieme a -Lucafire- e -Larossa-
Basta poco, esatto.
Commento di: steffo il 21-04-2015 15:23
Mi ricordo benissimo, porella era fradicia d'acqua,
la sistemammo alla meglio davanti ad una stufa.
A presto.
Commento di: kurt75 il 23-04-2015 21:04
Ciao Steffo,
io sono di Vignola e spesso faccio anche io la strada che fai tu (da Pavullo perché io ci arrivo dalla fondovalle-Verica), ti fermi mai al Lama Caffè di Lama Mocogno per una birra? Io ci vado ogni Sabato come intermezzo del giro settimanale a fare quattro chiacchere con gli altri bikers...... Se non l'hai mai fatta prova a fare la strada Pavullo-Polinago-Lama Mocogno ora un po' malridotta ma sempre bellissima e da me e i miei amici soprannominata "Il circuito"......
Un saluto
Commento di: steffo il 24-04-2015 08:40
Ciao.... non mi fermo.... di solito li
ma vedo i biker, e credo ci sia in mezzo anche tu..... fuori seduti nei tavolini.
Perche0 no, magari una volta ci si becca.
La strada che dici la conosco bene anche io.
A presto.
Commento di: mando695 il 23-04-2015 22:47
Complimenti bell'articolo!! A mio avviso il modo migliore di godersi la moto
Commento di: steffo il 24-04-2015 08:41
I modi sono infiniti e soggettivi..... Grazie.
Commento di: pmpaolo il 24-04-2015 20:04
Oh ciccio! che bel racconto, davvero emozionante!!!
Steffo ti adoro! sei un grande!!
A presto caro
Commento di: bullit13 il 26-04-2015 20:52
Ciao steffo mi hai fatto emozionare, mentre leggevo mi è venuta la palpitazione, perchè è quello che penso anche io quando guido, mi fa piacere sapere che altri come me sono ''pazzi''
Commento di: mickysv il 27-04-2015 23:57
Bellissimo, complimenti
Commento di: shadow54 il 01-05-2015 00:39
Sei grande, emozionante a leggerti continua sempre in questa tua pazzia
Commento di: ziomunch il 08-05-2015 23:07
Caro Steffo, leggendo il tuo articolo ho pensato tutto il tempo a questo personaggio, secondo me ti assomiglia pure!!!
A parte ai motoraduni, non ho mai girato con te ma, si può sempre rimediare!
Commento di: steffo il 23-05-2015 18:24
si fara''' si fara......
Non e' male come caricatura, davvero... ah hah ah
Commento di: walter47 il 30-05-2015 10:16
Ma che peccato... ti sei perso la chiacchierata con il nonno!!! poteva valerne bene la pena.