Hai colto il punto.
Forse hai ragione, non è egoismo. Forse è più amore per se stessi. E' lo stesso discorso che mi faccio io ogni tanto: Rinunciare, sarebbe un po' come morire...in questo senso lo trovo un po' egoista. Ma arrivo sempre alla stessa tua conclusione: proteggersi, pelare il gas, cercare di leggere la strada, ed essere prudenti.
Anche se qualcuno magari ci da del "Chiodo" o del "Fermone"...e ignorano il fatto che noi preferiamo rinunciare ad una fetta di orgoglio, per rispetto di tutti coloro che ci aspettano a casa.
Non pretendo di dire agli altri quello che devono o non devono fare...certo, ho visto tra le mie mani (e ho anche provato sulla mia pellaccia) la pesante differenza tra un incidente con e senza tuta, con e senza ginocchiere, con e senza paraschiena.
Coltivare le passioni è giusto, si tratta di vivere la vita, di rendere grazie del tempo che ci è concesso!! Mi sono lanciato con il paracadute, mi sono fatto una piccola macchina da gara, e vengo da una KLX da enduro. Cerco di inseguirle, le passioni.
Ma la moto stradale....quella mi spaventa un po'. Perchè il mondo è pieno di Valentino Rossi della domenica, e di automobilisti distratti. Ma non riesco a stare senza...sento un bisogno forte di partire, viaggiare, vedere paesaggi nuovi, assaggiare cibi diversi...divertirmi finchè posso.
E' vero, la guida attenta fa una differenza fondamentale. Ma, anche se sembra strano, resta molto più pericoloso che lanciarsi nel vuoto da 4mila metri...o entrare in quarta piena in curva protetto da una gabbia di tubi.
In fin dei conti, "il viaggio della vita include sempre la possibilità della morte."...ma credo anche che con un po' di testa sulle spalle il gioco sia completamente diverso!!!
Commento di: Elr0ndK
Io mi baso su due concetti fondamentali per me:
1) Non posso avere tutto sotto controllo
2) Non aumentare il rischio di trovarmi in situazioni che non posso controllare
Pensare che siamo totalmente padroni della situazione, come fanno i sopracitati Valentino Rossi della domenica e non solo loro, è l'errore più grande che si può fare quando si va in moto. Per quanto si possa essere "tecnicamente capaci" è impossibile reagire sempre nel modo giusto e, proprio per questo, aggiungere ulteriori fattori di rischio mi sembra una sciocchezza.
Preciso che non sono un santo sempre ultraligio alle regole, anzi talvolta mi scappa anche la cavolata, però non azzardo manovre stupide come, e faccio un breve elenco di cose viste di persona: sorpasso all'ingresso di curva cieca a destra (strada Lago del Segrino-Bellagio), sorpasso passando ad un metro scarso da un'altra moto (semaforo su Via Lecco/Via Como di collegamento tra SS36 e Lecco), sorpasso a destra in vicinanza di una rotonda, etc.
Voglio andare veloce tanto da stracciare le gomme? Bene: cerco una pista medio/veloce tra quelle meno quotate e vado a fare quello che mi pare.
Vado per strada? Come si dice dalle mie parti: "tengo due piedi in una scarpa", che significa semplicemente comportarsi in maniera tranquilla.
Mi dai del fermone e ti infastidisce la mia presenza? Non siamo obbligati a girare insieme, possiamo benissimo ognuno cercare i propri compagni ideali.
Ti infastidisce che ti faccia notare che hai fatto una manovra pericolosa? Stessa risposta di sopra.
Sono ben conscio dei miei limiti, che sono molti, e siccome non aspiro a capire dove mi posso spingere, mi sta più che bene vivere "ordinatamente" la mia passione in moto, preferisco 100 giorni da pecora che 1 da leone che, magari, finisce in un ospedale o peggio.
Commento di: skipper1950
ciao, condivido le tue conclusioni. Per quanto riguarda la sicurezza, al giorno d'oggi non si può ignorare tutto ciò che contribuisce
ad accrescerla. Ho ripreso da poco la moto, dopo 35 anni, il mondo e le moto sono cambiate. Allora la sicurezza si limitava al casco,
e come poi successe per le cinture, alcuni lo indossavano solo quando andavano in autostrada. Oggi con il senno degli over60,
mi rendo conto che non usufruire di un abbigliamento tecnico dalla testa ai piedi è da incoscienti. Il senso di libertà non mi risulta
offuscato più di tanto ed è compensato dal sentirmi più protetto . Certo non mi autorizza una guida più spericolata.
Piuttosto le assicurazioni dovrebbero tener conto dei costi di chi si atrezza per la sicurezza e operare degli sconti.
Commento di: Elr0ndK
Quello che vorrei capire io è: perché quando non ci sono obblighi tutti o quasi invitano a vestirsi in maniera tale da essere protetti e quando una cosa del genere viene resa obbligatoria o viene normata da legislazione salta fuori la platea degli inorriditi...
Credo che una cosa del genere derivi dal gene italico che "se una cosa la decido io va bene, se la decide qualcun altro e mi dice di farla no".
E non c'entra la guida spericolata, perché chi mettendosi stivali/guanti/giacca etc top di gamma superprotettivi turbo bestial si sente legittimato ad andar più forte e fare il pazzo deve capire che il problema è solo la sua testa che fa la deduzione.
Sul discorso delle assicurazioni condivido: più uno si veste bene, più evita il rischio di far pagare soldi "inutili" alle assicurazioni per piccole disavventure e questo dovrebbe essere premiato. Però le parole assicurazioni e sconto non vanno molto d'accordo...