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Riflessioni sugli smanettoni urbani
Scritto da castoro - Pubblicato 04/06/2014 12:00
Scrissi qualche anno fa alcuni pensieri riguardo chi ama scorrazzare in moto di notte in città...

Ancora li sento, quattro cilindri strippati sul rettilineo, un urlo rabbioso che allunga lontano, di notte feroci sotto le lune arancioni della Colombo. La strada che tanto offre e che tanto ti leva, qualcuno la prende per quello che è, un nastro d'asfalto dove esprimere quelle che sei. C'è chi la moto la usa per svicolare, chi la usa per rimorchiare, chi per accelerare, e chi per per arrivare al limite. E questa notte proprio di queste mosche rare voglio parlarvi, dal mio balcone, mentre li vedo sfrecciare sfidando marciapiedi, alberi, muretti e macchine, mentre lottano con le buche che ti fanno sbacchettare il manubrio e allargare la traiettoria, e contro l'asfalto lucido, così viscido che riflette la luce come un lago di petrolio.

Questi ignoti guerrieri della strada non si conoscono tra loro, poiché non sono la solita banda, ma lupi della steppa che selvaggi si affiancano in pochi metri di strada condivisa. Basta un'occhiata al semaforo, o da lontano magari, lo stile di guida azzardato, che si inizia a giocare. Gli altri esseri umani tra loro si uccidono per stupidaggini, e si odiano, loro invece, ucciderebbero loro stessi per arrivare primi verso una meta che sempre cambia, ma amano come loro stessi il loro nemico d'asfalto. Non è un fattore personale il fatto che la gara ha inizio, è un fatto istintivo, d'assalto, privo di raziocinio, che la scienza, ahimè, non può spiegare. Raramente gli occhi si incrociano, solo l'estroflessione di loro stessi, cioè la moto, anzi lo stile di guida della moto è a parlare. Si capiscono al volo, c'è voglia di battaglia e pochi, purtroppo o per fortuna, sono ancora guerrieri della strada. Pochi hanno voglia di sentire l'anteriore che scivola perché becca le strisce pedonali, o bruciare un rosso appena dipinto. Qui non si parla di gite turistiche a guardare il panorama o di pista, gomme, e tempi sul giro, qui parliamo di corse in città, tra asfalti degni del deserto del Gobi, traverse che fanno apparire macchine come i maghi fanno apparire colombe, strisce pedonali al ketchup, automobilisti all'inglese, e vabbè non ho altro di cui lamentarmi, ma penso che questo basti. Gli autovelox per fortuna nella metropoli in cui sopravvivo sono ancora latitanti, e spero che davvero che restino fantasmi per ancora molto.

Ebbene sì, ci sono alcuni motociclisti maleducati, quelli che non tornano a casa per la cena pronta, quelli che non lavano la moto, quelli che passano un semaforo a centocinquanta, quelli che superano a destra, e d'estate vanno in giro in maglietta come un topless. Quelli che hanno avuto tante moto, quelli avranno tante moto ancora, quelli che hanno le ossa rotte da quando avevano quattordici anni, quelli che la loro passione se la ricordano anche con le cicatrici sul corpo. Quelli che l'ABS è il davanti che trema e il di dietro che fischia, e il traction control è una scodata più o meno improvvisa, quelli che ma quale MotoGp e SBK ma Ghost rider e Prince Noir.

Io so che questi motociclisti con la m minuscola, perché le maiuscole sono degli eroi, e loro non lo sono, saranno sempre pochi, ma quando li vedrò urlare la loro adrenalina da sotto il mio balcone saprò che lo spirito dell'uomo è ancora vivo. Una motard ballerina, un bicilindrico giapponese martellante, e una quattro cilindri urlante che bruciano benzina, gomme, asfalto sono attimi di vita sotto di me. Che posso pensare, se non che si godano questi secondi chiunque loro siano, qualunque cosa essi facciano scesi dalle loro moto, non sarò un giudice né un prete, non lo sono mai stato. In un paio di chilometri avranno quello di cui hanno bisogno, un confronto al limite, l'aria che fa tremare il casco, un po’ di curve ballerine, una staccata non perché arriva l'Ascari, ma perché una Punto cambia corsia, una piega senza il ginocchio a terra ma tra due Mercedes lungo la linea tratteggiata, un sorpasso in mezzo metro , un TIR che ti fa da safety car e la Karrussel diventa la rotonda vicino casa.

Qualcuno da dietro la poltrona, o forse in sella, ma sempre in poltrona, griderà allo scandalo, che sono criminali, che infangano la classe dei motociclisti. Ebbene nonostante i moralismi, gli allarmismi e i fiori sul ciglio della strada, c'è ancora chi vuole sentire il proprio motore in fuorigiri, il posteriore sfuggire, l'anteriore ballare. Chi magari ogni volta che sale in moto dopo un po’ si dice '' ok, fammi andar piano, uomo avvisato…'', ma che subito dopo se lo scorda.

Dal mio balcone li vedo, li riconosco, gli indicati, gli offesi, i fieri, gli ultimi, vivi, sprezzanti, corridori metropolitani.

E dal mio umile balcone, sulla mia sedia che da anni sostiene la vecchiaia del mio corpo e l'esperienza di una vita, vi dico: non provate a fermarli, perché non li fermerete, non li avete mai fermati.
 

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Commento di: _UBER_ il 04-06-2014 16:17
Bellissimo articolo, complimenti sinceri.
Non sindaco la posizione, quella è personalissima, ma la prosa è accattivante e romantica.
Chapeau!
Commento di: castoro il 05-06-2014 09:12
Grazie mille!!!!
Commento di: nonecolpamia il 04-06-2014 19:35
concordo - PARZIALMENTE - con uber.
La prosa è accattivante senz'altro ma devo manifestare tutto il mio disappunto per la "posizione".

Sarebbe tutto giusto e condivisibile se questi "guerrieri" dell'asfalto urbano, combattessero la loro "battaglia" in solitaria sfidandosi a staccate e pieghe al limite...

il punto è che il passare "il semaforo a centocinquanta" o piegare tra "due mercedes lungo la linea tratteggiata" potrebbe facilmente (ed è successo mille e mille volte, lo sai anche tu) risolversi con un'ambulanza in corsa disperata verso l'ospedale.

e la cosa che - a me, almeno - fa incazzare... è che spesso su quell'ambulanza NON C'E' SOLO il tuo "corridore metropolitano", ma anche qualche poveraccio che passava di lì.

Spiacente... posso apprezzare la prosa ma rifiuto decisamente il concetto.
Commento di: clevar il 05-06-2014 06:16
VERY NICE

giusto o sbagliato che sia la moto libera gli istinti e renderlo a parole non è facile, ma tu fratello, ci sei riuscito
Commento di: castoro il 05-06-2014 09:13
E' il cuore che parla, anzi che scrive! Grazie mille!!!!
Commento di: Pier_Silverio il 05-06-2014 10:52
«quelli che ma quale MotoGp e SBK ma Ghost rider e Prince Noir»

Haha spettacolo! Very Happy
Commento di: INTERCETTORE il 05-06-2014 11:00
L'articolo è ben scritto; non condivido il pensiero. Correre a vita persa in città è da evitare, per sè e soprattutto per gli altri.
Commento di: huzdra il 05-06-2014 13:06
non provate a fermarli, perché non li fermerete, non li avete mai fermati


Tranquillo Castoro, se non li fermano la Stradale od i Carabinieri di passaggio ci pensa il destino cinico e baro. In 33 anni di professione medica ne ho portati parecchi in Rianimazione od in neurochirurgia. Quelli sopravvissuti, dopo, andavano meno forte. ASD
Commento di: Senator il 05-06-2014 14:53
Grazie dell'articolo, e' un argomento interessante ma, dopo averlo letto, rimango della mia opinione (molto negativa) sui soggetti descritti dall'autore, al quale, viceversa, sembrano stare simpatici.
Capisco che il fascino dell'autodistruzione sia sempre di attualita', ma fare l'apologia di questi personaggi - molto spesso alla guida di T-max - scambiandoli per aviatori della prima guerra mondiale, emuli di Francesco Baracca, mi pare eccessivo.
Con tutti questi manici in giro, non si capisce perche' il mondiale MotoGP sia dominato dagli spagnoli e non dai piloti romani.
Abito anche io a Roma e, francamente, farei volentieri a meno di tanti fenomeni da citta'.
Comunque grazie per aver sollevato il problema. Applause Applause
Commento di: balentini il 06-06-2014 12:12
Bellissima prosa, ti faccio i miei complimenti più sinceri per lo stile.
Io penso che questo articolo sia da prendere per quello che è, una riflessione, che possiamo considerare giusta o sbagliata, un concetto che non possiamo schierare nel bene o nel male, ma semplicemente dobbiamo accettare per com'è. Esistono queste categorie di persone, esistono questi motociclisti. Possiamo non condividere la loro scelta e condannarli, violano il codice della strada e le norme del buonsenso ma loro ci sono, e sfrecciano sulle nostre strade incuranti di ciò che pensiamo di loro. Almeno una volta quasi tutti noi lo siamo stati, c'è chi continua ad esserlo e chi mette "sensi".... In comune abbiamo la stessa passione, solo che la maggior parte di noi la esprime in modo diverso e magari più civile, ma siamo tutti motociclisti.
Commento di: castoro il 06-06-2014 13:15
Grazie e W le moto!
Commento di: nonecolpamia il 08-06-2014 13:22
prendo spunto dal tuo commento balentini senza volerti in alcun modo attaccare...

questa frase del "...siamo tutti motociclisti..." troppo spesso viene usata come copertura per ogni cosa. Io non sono per nulla d'accordo.

Siamo tutti motociclisti, significa "abbiamo tutti una moto, chi da passeggio, chi da cross e chi supersportiva" d'accordo.
Ma ci sono dei bei distinguo da fare in mezzo alla massa dei "motociclisti".

C'è il signore di 60 anni con la GS1200, le valigie e la moglie al seguito e c'è il ragazzino di 22 anni con il suo Ninja nuovo di zecca "acchittato" da pista ed entrambi hanno pieno diritto di "essere tutti motociclisti".

POI ci sono gli stronzi (con TMAX o senza) che ti tagliano la strada ai 140, che ti sbucano contromano in curva per "impostare la traiettoria", che ti bruciano i semafori, ecc. ecc.
e questi - secondo me - non hanno proprio alcun diritto di "essere tutti motociclisti".


Per chiarire meglio il mio pensiero faccio un paragone decisamente estremo:
siamo anche tutti "esseri umani" ma uno era Hitler e uno era Gandhi. E non è per nulla la stessa cosa.

PS: non sto parlando di "quella volta che "mi si è chiusa la vena"... quello capita a tutti (me compreso). Sto parlando di chi lo fa OGNI GIORNO, sul raccordo, sulla colombo, sulla tangenziale est o su qualsiasi strada di montagna.
Commento di: balentini il 11-06-2014 11:52
Non mi sento attaccato, tranquillo.
Anche il tuo punto di vista è esatto e corretto.
Ma d'altronde io ho subito specificato che in primis apprezzo l'esercizio di stile. D'altronde ci si può emozionare leggendo un romanzo sui pirati e non è che i pirati erano persone rette ed oneste, quindi tranquillo che il senso lo ho afferrato. Smile
Commento di: tibbs il 06-06-2014 15:55
A parte la prosa piacevole, pare di leggere un racconto di guerra, là dove in condizioni eccezionali viene tratta da ognuno una qualche caratteristica che altrimenti sarebbe rimasta sopita nella vita civile: eroismo, cameratismo, sacrificio e senso del dovere ma anche, per converso, bestialità, vigliaccheria, violenza gratuita e istinto di sopravvivenza ad ogni costo e a scapito degli altri. Chiaramente tutto rimane soltanto a livello d'impressione personale là dove l'ultima guerra è passata dalle nostre parti 70 anni fa, se fossero cose che accadono più spesso e ci avessero lasciato addosso un segno indelebile, forse quello stesso racconto ci piacerebbe un po' meno.

Credo però che una visita in rianimazione o anche solo in ortopedia spazzerebbe via un po' di romanticismo, al pari della visita ad un campo di battaglia o ad un paese che ne sia stato attraversato all'indomani del combattimento. Perché è bella la scena plastica della moto nella notte estiva che passa lasciando solo la scia dei fari ed un baluginare di plastiche e metallo, al pari di una carica di dragoni a sciabola sguainata con sullo sfondo un drammatico tramonto; però di norma c'è sempre un dopo, con tutte le sue conseguenze.
Commento di: Ospite il 06-06-2014 18:28
Bellissimo.....grazie!
Commento di: castoro il 08-06-2014 13:31
Grazie a te per averlo letto !
Commento di: Doc_express il 09-06-2014 06:17
a me lo smanettare in genere dà fastidio. Odio la fretta e la velocità in genere. Anche perchè ritengo la velocità un dio fasullo che a volte uccide.
Siamo malati tutti di stress e tutto deve essere così veloce,così perfetto così....vuoto. No grazie non fa per me.
Commento di: bibbi070 il 09-06-2014 09:54
hai dimenticato di aggiungere che questa è "gente da tmax"
Commento di: castoro il 09-06-2014 09:59
ma dai! Anche se possono esserci vaghe similitudini, l'articolo non è sicuramente rivolto ai guidatori di quello scooter ipertrofico dal rumore di scarico simile a flautolenze ciclopiche chiamato tmax! Nonostante Roma ne sia invasa, non mi curo affatto di loro, i miei pensieri si dirigono altrove.
Commento di: marko60 il 09-06-2014 10:43
Ho letto con attenzione l'articolo ed i commenti. Apprezzo la prosa dell'articolo che denota capacità stilistiche ben superiori alle mie. Ognuno è libero di esprimere la propria, ma per lo stesso motivo io sono libero di esprimere il mio disaccordo con la posizione espressa nell'articolo. Personalmente, come hanno già fatto altri cui mi associo, esprimo il mio pieno disaccordo con il considerare questi signori "spiriti liberi" che esprimono la propria personalità facendo sentire a tutto il circondario quanto rumore fa la propria moto.

Secondo me questi sono degli stronzi maleducati che non hanno nulla a che vedere con il Motociclismo con la "M" maiuscola. Sono poveretti che evidentemente conducono vite insignificanti e cercano di farsi notare svegliando quanta più gente possibile con il loro scarichi aperti. Il rispetto altrui non può venire meno in nessun caso e questi signori non sanno neanche cosa significhi la parola "rispetto". A meno che, ovviamente, la parte lesa non siano loro, nel qual caso saranno ben pronti a far valere i loro diritti.

Faccio presente che parlo per esperienza vissuta. Più volte mi sono lamentato di un manipolo di gentiluomini che si diverte a scorrazzare per Tarquinia con accelerazioni brucianti che provocano il frastuono assordante delle loro due ruote, siano esse quadricilindriche sportive, grosse bicilindriche custom, fuoristrada e perfino minuscoli scooterini con le marmitte a spillo.

Tutti accumunati dal trarre soddisfazione nel percorrere a folle velocità Via delle Croci sotto casa mia, a tarda ora, facendo più rumore possibile e mettendo a rischio la propria incolumità (della quale, francamente, non mi interessa affatto), ma anche quella di eventuali incolpevoli che avessero la disavventura di incrociarli in queste loro bravate.

Inutile dire che mi sono rivolto alle Forze dell'Ordine ma queste non hanno dimostrato il benché minimo interesse. Eppure sarebbe facile beccarli, basterebbe appostarsi una sera ogni tanto per fare il pieno!

Ma in Italia, come vado dicendo da sempre, il problema più grasso è la mancanza della certezza del diritto e quindi tutto passa in cavalleria.
Commento di: JH il 09-06-2014 17:28
Quoto Marko60 alla virgola.
E con tutto l'apprezzamento per la degna lettura, sono convinto che tutta la prosopopea e la retorica del motociclista 'guerriero' o 'cavaliere', come se fosse uno spartano alle Termopili, sia del tutto fuori luogo.
Un guerriero combatte per la Patria, per un ideale, per una causa o semplicemente per soldi. Mai per gioco.
Questo scritto capita poi in questi giorni dove è tutto un fiorire di 'guerrieri' dello 0-100 sulle vie centrali delle località... Silenced
Commento di: castoro il 10-06-2014 09:45
andare in moto non è un gioco, ma una necessità, più forte della Patria, degli Ideali, dei Soldi!
Commento di: JH il 10-06-2014 13:53
Aahhh! Ora ho capito! Non ci ero arrivato, avevo la mente chiusa nei soliti luoghi comuni!
Commento di: Skoll il 10-06-2014 16:20
Beh, sui soldi posso essere anche d'accordo (per quanto, se avessi una famiglia da mantenere, potrei fare delle rinunce al piacere della moto senza grandi rimpianti).
Su Patria e Ideali, invece, siamo ben lontani... Andare in moto è bello, è gratificante, mi piace un sacco, mi dà sensazioni stupende: ma gli Ideali, per chi ne ha, sono cose diverse. Anche se mi sembra alquanto sciocco pensare di trovarci a dover scegliere - parafrasando un vecchio detto - tra "tradire la moto o tradire il mio paese"... nel qual caso, comunque, non ci penserei due volte a tradire la moto.

Per il resto, concordo con gli altri. Il tuo articolo è scritto bene, ma mi trova in disaccordo. Qualsiasi imbecille può correre a 150 in città, sfrecciare tra le macchine, bruciare i semafori. Non è eroismo, non è romanticismo; è incoscienza, o idiozia. La fugace ammirazione da parte di uno spettatore esterno non vale la mia vita nè quella degli altri. Il che non vuol dire che non mi piaccia il brivido del rischio, dell'adrenalina, anzi... nel mio piccolo qualche "spericolatezza" l'ho fatta anch'io, con o senza moto. C'è un piacere particolare, quasi malsano, a guardare l'asfalto che ti schizza sotto i piedi velocissimo... o, per fare un'esempio, a guardare il mare da una scogliera di venti metri, e tuffarti... Ma se faccio cose del genere è sempre e solo una sfida con me stesso. Non le faccio mai in mezzo alla gente: perchè non voglio rischiare di far male a nessuno, ma soprattutto perchè non devo dimostrare niente a nessuno... se non a me stesso.
Un motociclista vuole mettere alla prova la sua temerarietà? Lo faccia in pista, o in una strada deserta. Non in mezzo al traffico, non in mezzo alla gente, perchè l'errore di un attimo magari te lo porti dietro tutta la vita. E non ne vale davvero la pena.
Lamps.
Commento di: fil_rouge il 12-06-2014 15:55
Non sono d'accordo nemmeno su una parola di quanto hai scritto.
Nessun romanticismo, nessuna comprensione.
Si sta parlando di idioti senza nessun rispetto per la vita altrui... della loro m'importa na sega, ma che almeno non mettano in pericolo gli altri.
Goditi pure i tuoi tristi spettacolini dal balcone ma ogni tanto pensa che qualche innocente potrebbe restarci secco a causa dei tuoi "eroi"
Commento di: castoro il 13-06-2014 20:27
Se hai letto con attenzione non mistifico nessun corridore metropolitano, anzi credo di averli dipinti con i loro pregi e difetti, capacità e limiti, nel quadro positivo e nello stesso tempo negativo che compone e delinea praticamente tutte le attività umane. Ho cercato di mettere su carta (anzi su video) lo spirito, l'attitudine e i sentimenti di coloro che amano correre di notte (quindi su strada semi deserta) con la propria moto. Chiaro che se in uno schianto ci rimette chi passava lì per caso non è cosa giusta. Non era tuttavia mia intenzione scrivere un articolo sulla pericolosità della moto o sulla disperazione del dopo-incidente. Mi sono volutamente astenuto da giudizi morali, concentrandomi sull'essenza, astraendomi in un immaginario a cavallo tra visione e realtà, tentando di esaltare quel lato adrenalinico, bestiale, irrazionale che è presente (sopìto o no) in tutti gli esseri umani. I grandi studiosi della mente e della storia dell'uomo non si stupiscono delle potenzialità (positive o no, è un fattore culturale) animalesche degli uomini. Non dimenticare che qualche centinaia di migliaia di anni fa eravamo scimmioni che grugnivano, e 5000 anni di cultura non cancellano la bestia che è in noi. L'urlo delle moto che accelerano è l'urlo del branco che va a caccia , è il culto pagano dei baccanali, è il dionisiaco nietzchiano, è l'es freudiano.
Nei corridori metropolitani, una volta in sella, questo lato emerge e prende la direzione dei pensieri e delle gesta.
Un famoso poeta inglese descriveva i poeti stessi come albatri che nel cielo sono eleganti, maestosi , ammirati dai più sensibili mentre una volta a terra appaiono goffi, inesperti e sbeffeggiati dai gretti. Ebbene alcuni motociclisti una volta in sella (quindi liberi dalla morale) sono i poeti del movimento, dell'azione e dell'ardire, mentre una volta a terra (cioè alla mercè della morale dominante) appaiono goffi, stolti e criminali. Per concludere c'è chi ama soffermarsi sulla poesia, chi sulla stupidità.
Commento di: piciul il 12-06-2014 16:42
io sono d'accordo con marko60,
abito in centro a trieste e non c'è nessun romaticismo quando un cog...ne del genere ti passa "a mille" sotto la finestra a notte fonda facendo un baccano infernale.............
....... per che cosa poi????? tirare due massimo tre marce, tanto poi c'è di sicuro uno stop o un altro semaforo da rispettare ( si spera) e allora che fai???? ti fermi e........ riparti tirando altre due o tre marce............
che bello!!!!!!
Commento di: 42 il 12-06-2014 17:01
non provate a fermarli, perché non li fermerete, non li avete mai fermati.
Vero, verissimo Però è grazie a loro che fermano noi tutti, che chiudono le strade, che ci controllano fino all'ultimo bullone, che nascono comitati anti-motociclisti, etc...
Commento di: sanoesalvo il 12-06-2014 18:58
Ognuno della sua vita fa ciò che gli pare e nessuno, dico NESSUNO, deve provare a sindacare e a giudicare il prossimo sopratutto se rischia sulla propria pelle e questa è una regola che rispetto in moto ma soprattutto nella vita...lo dice un motociclista che si reputa abbastanza prudente
Commento di: 42 il 12-06-2014 19:06
sopratutto se rischia sulla propria pelle e questa è una regola che rispetto in moto ma soprattutto nella vita
Bingo... infatti io ho il massimo rispetto (ed ammirazione, io non ne avrei il coraggio e la capacità) di quelli che tra mille sacrifici si ritaglia una giornata in pista.
Molto, ma MOLTO meno rispetto per gli pseudo-eroi che rischiano anche sulla mia pelle...
vogliamo parlarne?
http://www.motoclub-tingavert.it/a3205s.html
http://www.motoclub-tingavert.it/t323655s.html
http://www.motoclub-tingavert.it/t188413s.html
http://www.motoclub-tingavert.it/t339760s.html
Commento di: marko60 il 21-08-2015 12:06
Son parzialmente d'accordo con la tua posizione. Lungi da me l'idea di sindacare la libertà di chicchessia, ma SOLO se le sue scelte non influscono negativamente con la mia esistenza. Chiunque è liberissimo di sfondare il muro del suono facendo un baccano infernale ma se questo mi disturba anche minimamente, ecco che la sua libertà inficia la mia e questo è ASSOLUTAMENTE inaccettabile, senza se e senza ma.

E' troppo facile pensare solo a se stessi rivendicando diritti e libertà fregandosene del resto del mondo!
Commento di: Marinaio87 il 15-06-2014 20:32
Forse perche` saro` ancora giovane e mi piace sognare, mi sono emozionato.

Forse perche` sono giovane, ho preferito soffermarmi sul senso poetico, e lasciar perdere per una volta la razionalita`.

Sappiamo tutti i rischi ed il rispetto che bisogna portare alla strada, ma a volte, nella nostra testa, ci si puo` lasciare andare a visioni ribelli.

Grazie Up
Commento di: piergiova il 08-06-2015 23:42
Fantastico. Mi sono astenuto e distaccato dalla "pallosa" razionalità e dal solito moralismo (non che sia dalla parte di costoro). Mi hai incantato, non aggiungo altro.