Io credo che un giro sia valido comunque ed assume significati diversi, se soli oppure in compagnia. Anche io, spesso, giro solo, per il puro gusto di andare sul ritmo delle mie esigenze: generalmente pacate e contemplative, o fotografiche.
Il divertimento, il caos, la condivisione, il bisticcio benevolo e confidenziale, lo sfottò, la meta non contemplata, la sosta non programmata, il pasto ed il caffè condiviso, fanno invece capo all'uscita che quasi sempre col gruppo si crea. Ed è piacevolissimo, ancorchè amici.
Il gruppo assume, o sta assumendo anche una specifica utilità, di questi tempi: col gruppo sei al sicuro. (Se stavo col gruppo mai e poi mai sarebbero riusciti a rubarmi la moto).
Questa differenza di vedute e scopi, (se soli o in gruppo) la percepii la prima volta meditandoci con le uscite in bicicletta, (quindi più lente) con gli amici o, in particolare, con un amico più allenato ed un po fanatico: diventano uno stress, con l'unico scopo di stargli dietro (nonostante la velocità relativa). Ma da solo...la prima volta che mi concessi una uscita da solo: fu una meraviglia, il pensiero libero, il rilassamento, il semplice guardarsi attorno e non con lo sguardo fisso sul manubrio nello sforzo di inseguire. La libertà di scoprire, fermarsi, andar piano e gestire stress e fatica.
Per queste semplici ragioni ho rinunciato alla bici, ma non rinuncerei all'uscita in moto con gli amici, e nemmeno alle passeggiate in solitaria, dove, ambedue, sono atte a soddisfare differenti esigenze e stati d'animo.
Ciao! Lamps