Parola magica e bellissima che va dai ricordi infantili di quando la si faceva con gli amichetti di scuola, ai momenti attuali di quando, almeno per me, si va in moto...

Pronunciandola si ha quel non so che di mistico e invisibile che ti proietta immediatamente nel reparto del tuo cervello dove sono riposte le cose come curve, grip, asfalto, posti, amici, scorribande, pieghe, colori… tutti sinonimi di una parola magica: ”moto”.

Ebbene si, da quando l’ho reincontrata, nel lontano 2004, mi ha sedotto e ammaliato ogni giorno e si è fatta conoscere lentamente, con passione e tenacia, affinché potessi riscoprire il significato della parola “gita”.
Durante la settimana si pensa, studia, condivide l’itinerario con i compagni di merenda fino a giungere al sabato o alla domenica, la partenza… a seconda degli impegni.

Si va in garage presto con il cuore che batte forte perché c’è un rito da perpetuare… ”la vestizione”: si, avete capito bene.
Alzi la mano chi pensa che vestirsi non è un rito… si infila la tuta, si pulisce il casco, si mettono le protezioni, si da un ultima pulitina a quella macchia sul serbatoio, il tutto pensando che tra poco saremo in sella, ben vestiti e protetti, e una volta chiusa la visiera tutti i problemi del mondo svaniranno in un attimo.

Si parte leggeri con la mente e sereni con lo spirito, le marce entrano facili, la moto è felice, si raggiungono gli amici e se non ci sono va bene lo stesso, in fin dei conti si va in “gita”.
Il chilometraggio non è importante perché fine a sé stesso: l’importante sono le sensazioni che si raccolgono durante la giornata, la libertà del momento, le belle pieghe che hai fatto in quel tratto di strada che ti piace tanto, gli sfottò con gli amici, il fatto stesso di essere in gita.

Sono nove anni che vado in gita, da solo o con gli amici, e non riesco a ricordare una, dico una volta in cui mi sia annoiato o abbia detto basta.

In ogni uscita si verifica quella magicità unica, quella complicità con la moto che non ha spiegazioni: c’è e basta.
E se, quando sarò più grande, avrò delle difficoltà legate all’usura del mezzo (parlo del mio corpo), allora potrò sempre comprare una moto più piccola e se non potrò neanche più salirci sopra… beh, allora lì vedrò il da farsi, ma potrò sempre ringraziare dio per avermi dato la possibilità di avere avuto un lavoro che mi ha permesso di provare tutte queste cose, accomunate da una grande passione per il mondo delle due ruote, e per aver potuto dire, sempre… domani vado in gita!