Grande Alex!
Articolo molto emozionante. In parecchie tue considerazioni rivedo anche me stesso, ma non tutte.
Per esempio, sulla sveglia sono decisamente più simile alla Miki
La tua frase "Punto la sveglia alle 7 anche se so che mi sveglierò prima" io la stavo leggendo come "punto la sveglia alle 7, anche se so che non la sentirò e mi sveglierò alle 8.30 passate"
Sarò stanco cronico, sarò un dormiglione, ma non farmi alzare presto al mattino
Dormo 3 ore per notte, 4 se va bene. Quando posso dormo 10 ore filate
Questo fatto sarebbe un dramma se anch'io pianificassi meticolosamente come fai tu mete e percorsi, ma questo è l'altro elemento di differenza da come vivo io la moto: ho provato a pianificare i percorsi nei minimi dettagli, ma siccome ho il senso di orientamento di un paracarro, mi perdevo comunque. Allora ho iniziato a viaggiare d'istinto. Cartina/navigatore alla mano, posizione attuale, destinazione stimata, direzione approssimativa: via! E niente cartina per i prossimi 20 km
Alle volte, "sbagliare" strada è la cosa più bella che può capitare, perchè si scoprono strade nuove, impensabili, panorami inaspettati, posti che non sarebbero mai attraversati.
Guidando con un itinerario in mente mi rendeva nervoso, temevo di sbagliare ad ogni bivio, incrocio, rotonda. Adesso guido a naso, come suonare improvvisando. Ecco, l'analogia giusta. Le melodie che si creano improvvisando con il manubrio sono inebrianti...
Per me non è la scarica di adrenalina che mi fa svegliare prima, non è la trepidazione dell'attesa di sentire di nuovo il rombo del motore, non è l'eccitazione a tirare fuori la moto dal box dopo lunga attesa. Il mio vivere la moto è all'insegna della certezza: sono tranquillo perchè in qualunque momento so che la moto è lì, nel suo box, ad aspettarmi; nel momento in cui mi accingo a partire, tutto avviene con una naturalezza difficile da descrivere a parole. Salire sulla moto, avviare il motore, uscire sulla strada ed iniziare un nuovo viaggio avviene in modo talmente rilassato, è come mettersi una giacca e allacciarsi le scarpe per andare a fare una passeggiata.
Io so che lei sarà parte di me nel viaggio, io sarò parte di lei. Non puoi pensare di uscire a camminare senza le gambe, senza polmoni, senza occhi e orecchie; non posso pensare di uscire per un viaggio senza la moto.
Nel momento in cui si parte, moto e pilota diventano una sola entità: respirano insieme l'aria fresca che li colpisce, vedono insieme i colori del paesaggio, sentono insieme i suoni del mondo che li circonda.
Non pensi a nulla e pensi a tutto, ti abbandoni alla moto e lei, docile, si abbandona la tuo controllo. Lei ti porta dove tu la dirigi, lei ti fa capire cosa fare per affrontare il viaggio, ogni curva, ogni incrocio. Ti affidi a lei e lei si affida a te.
E ovunque si arrivi, attraverso qualunque percorso, moto e pilota hanno viaggiato insieme.
E' una sensazione dolce, confortevole, di certezza di poter confidare nella moto, perchè la moto confida nel pilota.
Ed è allora che si può dare un colpetto ai propri limiti ed allargarli; perchè si è rilassati, si ha la totale fiducia nella moto e in se stessi ed anche la moto ha fiducia nel pilota ed in se stessa.
Sì, ok, la moto non è viva; ma si comporta come se lo fosse, come se fosse una parte di noi, inscindibile, che ci permette di affrontare dei viaggi che da soli mai potremmo concepire.
Scusa Alex, mi sono dilungato fin troppo per un commento. Ma è la riprova che il tuo articolo è davvero toccante. Mi hai fatto venir voglia di andare direttamente in moto dal cliente domani (Crema)