...emozioni che sono sicuro saranno state provate anche molti altri quando si sono affacciati per la prima volta a questo fantastico mondo
Oggi mentre chiacchieravo sul Forum di pistate mi è tornata in mente la prima volta che sono andato in pista a Vallelunga. E’ avvenuto due anni fa ma le emozioni che ho provato sono ancora vive nella mia mente come se fosse successo ieri
Non so se è successa la stessa cosa anche a voi ma almeno per quanto mi riguarda quel giorno sono passato dalla paura matta dell’inizio alla felicità del dopo. Ma andiamo per ordine.
Premetto che l’idea della pista mi aveva sempre affascinato ma un po' per timore reverenziale un po’ per la mancanza di attrezzatura adatta non mi ero mai deciso ad andarci. Un giorno pero’ mi arriva una Mail di un amico che dice che a Valle organizzano dei turni per neofiti ad un prezzo davvero stracciato (Il primo turno di 30 minuti gratis più altri due sempre di 30 minuti a 20 Euro l’uno). Durante un’uscita iniziamo a parlare della cosa e l’idea si fa sempre più insistente nelle nostre menti.
A questo punto c’era il discorso attrezzatura. Un mio amico dice che ha una tuta pezzata con relativi stivali che non riesce più a mettere causa cambio taglia, non mi lascio sfuggire l’occasione e la provo. Mi sta a pennello e la prendo. Nel frattempo anche gli altri due compagni di avventura si attrezzano in tal senso. Siamo fregati perché ora non ho più scuse per non andare e cosi facciamo.
Prenotiamo per il 28 agosto alle ore 09.30. I giorno precedente controllata generale alla moto comprensiva di lavaggio accurato. Le mie M3 non sono freschissime ma ho intenzione di cambiarle dopo la pistata per cui va bene così. In serata comincio a tirare fuori tuta, stivali, guanti e casco e l’adrenalina comincia a salire sempre più insieme ad una domanda sempre più insistente ossia chi me l’abbia fatto fare.
Arriva la notte e mi metto a letto ma passo praticamente la notte insonne a pensare alla postata dell’indomani. Duemila dubbi mi passano nella mente. Penso a cosa succederà se saro’ in grado di girare in una pista dove fino a poco tempo fa correvano i campioni della SBK. Penso a cosa succederà in caso commettessi qualche errore. E se faccio un dritto e sfascio la moto come ci torno a casa? E se taglio la traiettoria a qualcuno mentre mi sorpassa? Se cercando di piegare scivolo o perdo l’anteriore? Alla fine mi divertiro’ veramente? Insomma un susseguirsi di pensieri non molto positivi.
Nonostante il turno sia alle 09.30 e la pista stia a 20 minuti da casa mia alle cinque di mattina sono già in piedi. Colazione, caffé e via a ricontrollare attrezzatura e moto. Mi vesto di tutto punto salgo in moto e parto per l’appuntamento delle otto con i miei amici al quale arrivo in clamoroso anticipo tanto che per perdere tempo vado in n bar dove mi faccio il secondo caffè della mattinata.
L’attesa sembra non finire mai ed i pensieri e le paure diventano sempre più forti tanto che più volte sono tentato di prendere la moto e tornarmene indietro.
Finalmente arrivano i miei due compagni di avventura. Anche loro belli tesi. Scambiamo qualche battuta e decidiamo di incamminarci.
Arriviamo nel circuito abbastanza prima per cui abbiamo tempo di prendere qualcosa al bar e fare due chiacchiere. Siamo tutti e tre tesi e parlando mi rendo conto di non essere stato il solo ad avere certi pensieri. Il tempo passa e ci siamo quasi.
Dopo esserci registrati presso la reception veniamo indirizzati in una saletta dove si svolgerà il breafing. Qui un istruttore ci spiega le varie regole della pista e soprattutto come comportarci in caso di esposizione delle varie bandiere. Ci vengono inoltre spiegate le traiettorie da seguire nelle varie curve. Inutile dire che nonostante prestassi attenzione a cio’ che diceva l’istruttore ogni tanto con la mente andavo a cio’ che sarebbe successo di li a poco.
Terminato il briefing è il momento di scendere finalmente in pista. Scendo le scalette ed arrivo alla moto. Indosso casco e guanti e praticamente già me la sto facendo addosso dalla paura. Cacchio mi ritrovo in moto a percorrere una pista dove correvano in campioni della SBK. Ormai non posso tornare più indietro per cui mi avvio lentamente verso il tunnel che porta all’interno del circuito. Pochi metri da percorrere in moto che mi sono sembrati lunghissimi.
Un addetto alla pista ritira il biglietto e mi lascia entrare all’interno. Finalmente entro nel circuito e mi accodo alle altre moto in attesa del via libera per partire. La tensione per quanto possibile sale ancora di più ed il cuore inizia a battere miù velocemente del mio due cilindri desmo. Passa qualche minuto per permettere anche agli atri di entrare minuti per me interminabili. Da una parte non vedevo l’ora di partire per scaricare l’adrenalina ma dall’altra avrei voluto il contrario.
Alla fine l’istruttore che era in testa alla fila comincia a partire e noi dietro a lui. Durante il briefing aveva detto che avrebbe fatto un paio di giri in modo da mostrarci le traiettorie da seguire e darci i giusti riferimenti. Peccato che praticamente dopo mezzo giro non l’ho più visto. Resto indietro insieme ad un altro gruppetto e comincio pian piano a cercare il mio ritmo. Premetto che gli obiettivi che mi ero prefissato prima di entrare erano
- Riuscire ad avere un’idea di cosa significasse andare in pista
- evitare di fare stupidaggini
- tornare a casa intero e possibilmente in sella alla mio moto
- divertirmi
- varie ed eventuali
quello che invece non mi interessava assolutamente era
- grattare ginocchia gomiti o altro
- fare il tempo sul giro
- ingarellarmi con qualcuno
Insomma inizio a girare cercando di mettere in pratica le traiettorie spiegatemi prima. Pian piano la paura lascia il posto all’adrenalina e d il divertimento sale in modo direttamente proporzionale alla velocità. Subito capisco che andare in pista è si più sicuro ma ti permette di andare a velocità alle quali solitamente non si è abituati per cui ci si trova a combattere contro l’istinto di sopravvivenza che ti spinge a rallentare nonostante non ce ne sia bisogno. Affrontare una curva a moto piegata a certe velocità non è assolutamente facile e ci vuole un bel pelo sullo stomaco.
Comunque visto che il mio obiettivo non era il tempo inizio a prendere il mio ritmo cercando di affrontare di volta in volta le curve in modo migliore possibile. Giro dopo giro mi rendo sempre più conto di andare in modo sciolto e comincio a divertirmi sempre di più. Inizio a cercare di copiare le traiettorie di quelli più veloci e vedo che nonostante la mia inesperienza riesco ad impostarle in modo decente anche se la velocità di percorrenza è ancora bassa.
Purtroppo a metà del turno un motociclista fa un dritto e siamo costretti ad uscire nell’attesa che moto e motociclista vengano portati via dal circuito. Quando rientro il pensiero dell’uscita fatta dal motociclista (che ho visto essendo dietro) mi blocca e solo dopo diversi giri ricomincio a prendere il ritmo ma ormai il turno era finito. Esco e raggiungo gli amici con i quali ci mettiamo a controllare le gomme che effettivamente erano parecchio consumate sulle spalle.
Insomma alla fine del turno la paura di prima si era tramutata in gioia e la domanda che mi ponevo prima sul chi me l’avesse fatto fare si era trasformata in “ma perché non l’ho fatto prima.” Non voglio annoiare ulteriormente chi avrà avuto la voglia e la pazienza di leggere fino in fondo per cui dico suggerendo a tutti di provare almeno una volta nella vita questa unica ed immensa esperienza e vedrete che non ve ne pentirete.