La Community Ting'Avert
Grandi Amiche e grandi Passioni
Scritto da tribalfazer - Pubblicato 26/11/2012 08:58
Le Moto fanno parte della nostra vita e della nostra cultura

Non so a voi, ma a me capita spesso di fare il conto delle moto che ho avuto sotto le chiappe, il conteggio lo effettuo con le dita e questo è già segno che non sono poche. Ultimamente sto anche rufolando tra i meandri dei miei pc per organizzare le foto per poi postarle da qualche parte nel web in modo da riguardarle ogni tanto e ravvivare così i ricordi che con il passare del tempo si faranno sempre meno nitidi. Poi all’improvviso, di impulso, ho aperto un foglio e mi son messo a scrivere.

Tralasciando le cilindrate di 50 cc, la mia prima vera moto è stata una Yamaha XT 550, era una moto spartana, una delle prime enduro, non frenava una pippa. Il suo motore non aveva tanti cavalli, non dico nemmeno quanti, perché la cosa farebbe ridere qualche giovane Motociclista con il millone da 150 ronzini. Le vibrazioni erano talmente tante che dopo un paio di ore alla guida sembrava che i muscoli delle braccia si fossero staccati dalle ossa, il sedere poi perdeva così tanta sensibilità che avrei potuto mettermi a sedere sulle punte di un rastrello senza avvertire dolore.

La comprai istintivamente, la prima volta che la vidi era per strada con il cartello vendesi, io passavo con la mia vespa e mi fermai a guardarla, non era nemmeno pulita e lucida, anzi era proprio zozza da morire, ma me ne innamorai subito. Era il 1989, i nuovi modelli XT migliorati di tanto, erano già in commercio, questo rendeva la modica somma di Lire 1.700.000, abbastanza congrua, ma soprattutto alla portata delle mie tasche.

La usavo praticamente tutti i giorni, per andare a lavoro, al mare, dalla fidanzata, con gli amici, dell’auto non sentivo il bisogno, mi bastavano poche lire di benzina e qualche salto sulla pedivella dell’avviamento per godere la mia libertà.

Mi ricordo i primi sterrati, i primi viaggetti fino anche quello impegnativo in Spagna. Dopo quell’esperienza, capii però che avevo bisogno di qualcosa di diverso, volevo un ferro che mi permettesse di fare strada con più comodità. Devo ammettere che feci un errore ma mi comprai un Custom dopo 5 anni di enduro.

La mia seconda moto era nera come piace a me, la Suzuki LS 650. Mi spiace dirlo ma non era una gran moto, però era una delle più economiche di allora e come spesso accade la passione e il portafoglio non vanno di pari passo. Sarà stata l’irruenza dell’età ma proprio non riuscivo ad esprimermi, sentivo che il genere non mi si confaceva. Purtroppo dopo un grave incidente, gli troncai il telaio e finì malamente alla rottamazione. Era il 2000, con l’assegno dell’assicurazione ci comprai una barca per pescare e fare immersioni, l’unica passione che mi ha lasciato senza due ruote per circa 4 anni.

Non resistevo all’invidia quando in superstrada con il Beverly 200, sentivo il rombo sordo delle moto che si avvicinavano, mi sorpassavano e se ne andavano via veloci. Una in particolare mi piaceva da morire, la Hornet 600, la sua essenzialità mi affascinava, la sua linea da roadster mi faceva sbavare ma come al solito il budget era limitato e a Marzo del 2004 pur di tornare in strada, mi accontentai di un CB 500 Bicilindrico. Con questa moto vi assicuro che mi son trovato benissimo, grintosetta, divertente e devo dire una delle moto più comode per viaggiare che ho avuto.

Il tarlo del calabrone, però restava a ronzare dentro la testa e non mi dava pace, avrei dato l’anima per una Hornet 600. A febbraio del 2005, mi tenni l’anima insieme al chiodo,di non mi ricordo quante rate, e finalmente catturai un calabrone. Con 95 cavalli dichiarati da Honda, mi sembrava di guidare un missile. Questa moto arrivò in un momento particolare della mia vita, non troppo felice, mi ha aiutato tanto sapere che potevo farla correre fino lasciarmi dietro i problemi, contare sulla sua complicità per spengere la testa e godermi momenti spensierati.

Di storie di Moto e di Motociclisti, narrate al bordo della strada nel tempo che si fuma una sigaretta, ne ho ascoltate tante e spesso queste storie raccontano dei problemi della vita di una fuga e di una moto per fuggire. Fortunatamente i periodo fù passeggero e ripresi le penne più belle e sane di prima.

Nel settembre del 2006 volli fare l’esperienza della sportiva, era una gran bella moto, 100 e rotti cavalli, 4 cilindri, la mia prima moto ad iniezione, denominata PGM FI, i suoi 65 NM a 10000 giri mi pompavano l’adrenalina nella vene e facevano schizzare i 184 kili di stazza come un razzo fino ad oltre i 250 chilometri orari. Blu scura metallizzata come la notte stellata, sulle fiancate aveva una grande scritta color argento che recitava CBR 600 F.

La sfortuna del CBR fu che Yamaha dal 2004 aveva prodotto una Naked dalle linee pulite ma spigolose, equipaggiata da un buon motore sportivo anche se depotenziato ma sostenuto da un gran telaio. In più era una moto comodissima, adatta anche ai lunghi viaggi in coppia. Questo però lo scoprii una volta comprata e compresa, dopo che un amico nonché maestro di strada mi disse. “Ti ho visto come guidi, e ti assicuro che questa è la moto per te. Vedrai che ti troverai bene”. oggi gli do ragione e lo ringrazio.

La sigla FZ entrò cosi nella mia storia di Motociclista così come la parola Fazer e anche se il Suzuki V- strom che ho dallo scorso anno, mi ha portato comodamente in 9 nazioni, su sterrati e strade non degne di questo nome, quella Yamaha, che abbia il cupolino o no, dal 2007 è la mia migliore amica. Non a caso in garage ho la mia terza Yamaha FZ6.

Scusate se torno indietro di tre anni, non mi ero dimenticato!!, ma l’ho voluto lasciare per ultimo come una ciliegina sulla torta, parlo del mio secondo grande amore Motociclistico, “Ir Bussolo” anche lui della famiglia dei calabroni giapponesi. Una Hornet del 2001 a carburatori con anticipo modificato, pignone meno 1 e uno scarico con una voce che fa invidia a Claudio Villa. Non posso dire di averlo venduto, ma solo dato in prestito ad un Amico in cambio di un assegno, con la promessa che se lo chiederò, questa grande amica tornerà a casa in cambio dell’assegno.

Grandi passioni, grandi amiche di avventura, le Moto sono parte della nostra vita e della nostra cultura ci fanno incontrare, conoscere e meritano ogni tanto di essere ricordate .
 

Commenti degli Utenti (totali: 6)
Login/Crea Account



I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Commenti NON Abilitati per gli utenti non registrati
Commento di: devargas il 26-11-2012 09:40
Come darti torto? Il nostro stesso passato, anzi, le cose felici del nostro passato, tutte, son degne di essere ricordate. Non è un caso se il motociclista non inseguendo principi di pura razionalità, ricerca, spesso nell'irrazionalità, la propria gioia di vivere. Credo che il passato di noi tutti motociclisti sia costellato di sorrisi e gioie li dove, le nostre decisioni, hanno inserito una moto ad un certo punto della nostra vita.
Unica curiosità: ma veramente la CBR 600 F andava così forte? Smile
Commento di: Diecianove il 26-11-2012 10:38
Five
Commento di: steffo il 26-11-2012 16:30
Bello questo articolo.
Non avevo bisogno di leggerlo, dato che di persona conosco gia' la tua storia
o comunque gran parte di essa.
Tuttavia e' sempre un piacere leggerla, anzi, ti confido che una parte della tua storia
coincide anche con la mia e ho preso spunto proprio da quello
che ho letto per scriverne uno io di articolo, sempre con lo stesso
titolo ma con in aggiunta ( patre seconda ), perche' in fondo,una parte di
questa l'abbiamo in comune.
Commento di: JO74 il 28-11-2012 18:03
Che dire...??
Semplicemente bello... Davvero...
Mi piacciono le storie di "moto" che si mescolano con la "vita"...
Buona e lunga strada Tribal...
Commento di: manu60 il 29-11-2012 21:51
perché la moto, ferro, plastica, un po di lega e qualche altro materiale messo lì, si usa per passione.
E come tutte le cose guidate dalla passione sfuggono spesso alla cruda razionalità per nutrirsi di emozioni e sentimenti. Emozioni e sentimenti che si affacciano tra le righe del tuo racconto.

ciao Ste...a presto in strada
Commento di: Ocsecnarf il 08-12-2012 12:57
Grandi amiche, grandi passioni, avventure, sì, è prorio così. Ottimo articolo!
Io le moto (pochissime peraltro) me le sono tenute tutte, o quasi e, anche se il ricordo è rimasto, sento che mi mancano abbastanza quelle che non ho più.
Ciauz