Fino a qualche anno fa nemmeno sapevo dove stesse di casa il Mugello, inteso come autodromo, domenica ci ho messo le ruote.
Il sogno inizia ad avverarsi quando porto la moto dal meccanico, le faccio fare un bel tagliandone, gomme in mescola, ed altri lavoretti tutti propedeutici all'esordio in pista, dopo qualche giorno me la riporto a casa, tolgo tutto il superfluo, tutto quello che potrei rovinare in un'eventuale caduta, ma non posso far miracoli, è già naked di suo!!
La sera prima viene a caricarmela sul furgone il fido Civic67, cavalletto, corde e via... la saluto, quasi fosse una perdita, la rivedrò domani nel paddock, quando chiude il portellone inizia a salirmi l'ansia, l'emozione, il nervosismo, mi dico "è fatta" domani tocca a -anche- a me.
Preparo la tuta, stivali, pulisco il casco e gli occhiali, faccio attenzione che non mi manchi nulla, guanti, sottotuta, macchine fotografiche, frigobar, preparo un borsone da palestra che alla fine scoppierà quasi: della serie meglio portarsi qualcosa in più che non si sa mai, nemmeno andassi in guerra, freneticamente rincontrollo migliaia di volte dove ho le chiavi della moto e se ho messo via tutto o se posso aver dimenticato qualcosa.
Stranamente la notte riesco a dormire, altro che le 5 gocce di Lexotan consigliate da un amico via sms, ma alle 6 inizio a girarmi e rigirarmi nel letto... tra poche ore sarò su, intutata come un salame dentro il budello pronta ad entrare.
Si carica la macchina e si parte, appuntamento alle 10.30 dentro il circuito, il puntello prestabilito doveva essere davanti ai box, ma alla fine ci hanno fatto mettere fuori, e vabbeh andrà bene lo stesso, cerco di raccattare un po' di gente sparsa qua e là dentro al paddock e cerco di avvertire quanta più gente possibile dello spostamento del puntello, ma il tempo scorre, devo iniziare ad infilarmi la tuta con tutti gli accessori del caso altrimenti faccio tardi, dobbiamo anche andare a fare lo scarico di responsabilità e pagare.
Al box 4 già sanno chi siamo, come ci chiamiamo e cosa dobbiamo fare... che organizzazione, nel frattempo conosco il mio istruttore detto "Aufi" un tipino piccino, che già mette le mani avanti e ci dice che andrà tutto bene, di star calmi che tanto c'è lui... cose peggiori non avrebbe potuto dirmele

Svolta tutta la burocrazia aspetto gli altri ragazzi e torno sotto al nostro gazebo, ma non manca molto che dobbiamo riscappare a fare il briefing, solo il tempo di andare in bagno e mangiare un barretta ai cereali, giusto per non scendere in pista con la fame e rischiare il calo di zuccheri.
Ci convocano per il briefing, anche se con un po' di ritardo, ci spiegano bandiere, segnali, come e dove entrare o uscire dalla pista, i gesti che farà l'istruttore per farci scambiare le posizioni dietro e davanti a lui, poi arriva il fatidico momento... si gira la chiave, si chiude la visiera e si ingrana la prima, adesso non si torna più indietro davvero.
Nella corsia di accelerazione mi vengo i lucciconi, sto per entrare davvero in pista, ma con la velocità con cui son comparsi sono anche scomparsi, prendo confidenza con le gomme nuove, mai usate prima d'ora, son in mescola, inizio a capire dove e come metter le ruote, che traiettorie fare, quando tocca a me spengo il cervello, sto dietro all'istruttore che vede che lo seguo a ruota, inizia a spingere un po' di più e comunque gli sono attaccata, arriva la Casanova, stacco, butto giù e sgrat... oh cacchio che era? prima di arrivare alla Savelli realizzo che era la saponetta che ha grattato, vorrei uscire e raccontarlo a tutti, ma mi rendo conto che posso far di più e infatti, altri pochi metri e si arriva al Correntaio, tornantone a destra un po' in discesa: sssssgratt, ecco che è successo di nuovo, sotto a casco ho un sorriso che nemmeno un bambino infilato in un barattolo di Nutella ha... speriamo che qualcuno mi abbia fatto qualche foto decente
I giri si susseguono, tocca anche agli altri star dietro all'istruttore, poi tocca di nuovo a me, ma stavolta devo stare io davanti a lui, ormai le traiettorie più o meno le ho capite, la pista non la trovo così difficile come me l'avevano preannunciata, do gas e vado, ormai c'ho preso gusto, cerco di fare il mio passo anche se non esagero, è un balletto, destra e sinistra rettilineo, tornantoni, sinistra, destra, rettilineo, purtroppo il mio giro lanciato davanti all'istruttore termina con un Ducati che cade davanti a me alla Bucine, bandiere rosse e rientro ai box, ma abbiamo ancora tempo per qualche giro in solitaria, non molti forse due, non lo so quanti erano, avevo spento il cervello già da tempo.
La bandiera a scacchi sventolata sotto al naso sulla linea del traguardo ci avverte che il tempo a nostra disposizione è finito.
Al debriefing ricevo di nuovo i complimenti dell'istruttore, anzi si è quasi scusato, che non credeva che potessi andar così... chi si loda s'imbroda di solito, ma per essere la prima volta in pista non ho fatto per nulla schifo al contrario di quello che credevo e di quelli che hanno cercato di dissuardermi dall'andare in una pista come il Mugello la prima volta, perché veloce, tutta un saliscendi, pericolosa etc etc...
Finito il debriefing, attestato e foto di rito, Aufi non la smette di farmi i complimenti... sembra che non abbia mai visto una donna in pista

Torno al nostro "box" personale, tutti mi chiedono com'è andata, io rispondo vaga, ma non per cattiveria è che non ho parole, son troppo contenta, eccitata, rientrerei subito ma appena mi siedo per mangiare il meritato panino la stanchezza mi assale, mi rendo conto di esser cotta come un lupino, passa anche il mio meccanico che mi chiede se voglio fare qualche giro dietro a lui, ma rifiuto son davvero cotta, entrare cosi significherebbe buttare all'aria una bellissima giornata.
Quindi decido di cambiarmi, metto via tutto con la stessa solerzia con cui l'ho fatto la sera prima e mi dedico a far le foto agli altri ragazzi che hanno preso i turni di libere.
Si ripongono le moto nel furgone, si smonta tutto ed è ora di andare.
Mamma che giornata, mi addormenterei in macchina, ma son davvero contenta di tutto.
Vorrei approfittare per ringraziare la PromoRacing per l'opportunità che ci ha dato facendo la convenzione, ai ragazzi della PromoSchool che ci hanno guidato nei 5kilometri e spiccioli del Mugello facendo del loro meglio per insegnarci tutto il possibile, al mio compare Civic67 altro autore della giornata, a Mav1975 che mi ha sopportato e in parte mi ha dato l'opportunità di poter avverare un sogno che non scorderò davvero mai.