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1975, il mio secondo Elefantentreffen
Scritto da Charlybike - Pubblicato 02/05/2012 08:37
Storia di un'avventura in solitario, ritornata alla mente dalle polveri delle cassette di diapositive

OK, mi sono capitate in mano diapositive vecchie di quasi 40 anni e sono sbucati fuori i ricordi di quell'Elefantentreffen in sella ad un Morini 125...

Mio figlio diciannovenne si stupisce: diapositive? ma che sistema arcaico, mettile sul PC!!!
Ma dopo le prime si stupisce: ma voi partivate così? con quelle moto? senza Google map?
Così parte il racconto...

Febbraio 1975, l'Honda 500 Four con la quale avevo partecipato alla precedente edizione del raduno me l'avevano rubata, quattrini per acquistarne un'altra neppure all'orizzonte, però il vecchio Morini Corsaro Country 125 era ancora lì nel box.

Una moto non proprio affidabile, che mi aveva insegnato la meccanica motoristica: ogni 2500 km rompeva qualche organo importante, vuoi il pistone, vuoi un cuscinetto, vuoi le aste della distribuzione, avarie che avevo imparato a sistemare per strada, salvo quando si rompevano i cuscinetti di biella, per sostituire i quali occorreva la pressa...
Bene, la voglia di partecipare nuovamente al raduno però era tanta, rischiamo?

14 Febbraio, la moto è pronta a partire: tenda, sacco a pelo, zaini, borsa dei ricambi (pistone con fasce, aste della distribuzione, estrattore per il volano...), lattina di Castrol legata alla forcella, paramani al manubrio e, per me, vestiario a cipolla: sottotuta Zegna di seta, tuta di pelle, maglione, giacca a vento sulla tuta, montone sulla giacca a vento.
Roba da farsi calare sulla moto con un paranco !



Con un 125 autostrade italiane e trafori mi sono preclusi, per cui lasciando Torino mi dirigo per la statale verso Novara, Domodossola e il Sempione, dove caricherò la moto sul treno navetta che mi porterà fino ad Briga, in Svizzera.

In Svizzera c'è neve, ma il Morini con le sue tassellate sulla neve è sempre stato semplicemente perfetto, per cui procedo spedito verso Basilea...



...dove però non arrivo: il motore singhiozza e si ferma.

Rapido controllo: la candela è morta. Anche quella che la sostituisce non da segni di vita.
OK, tanto ho l'estrattore, smonto il carter del motore, via il volano-magnete ed ecco la bobina bruciata.
Vabbè, la scambio con quella che alimenta luci, clakson e quant'altro, il motore riparte, ma sono senza impianto elettrico.
La riparazione ha preso tempo, ormai è l'imbrunire ...

Arrivato a Basilea, passo la frontiera con la Germania a spinta, in modo da non far vedere che non ho le luci.
Passata la frontiera, fisso sul faro con un bel po' di nastro isolante una grossa torcia elettrica che avevo con me per il campeggio, il fanalino posteriore è spento, ma quando mai ha funzionato sul Morini? e poi ha il catarifrangente...

Imbocco l'autostrada tedesca ed inizio a macinare km quando ad una piazzola di sosta incontro un gruppetto di ragazzi italiani su due Aermacchi, saluti di rito, anche voi all'Elefantentreffen?

Ripartiamo in gruppo, io in mezzo alle loro due moto, che mi fanno luce, quando succede l'imprevisto.
Stiamo valicando uno di quegl'interminabili, altissimi viadotti che scavalcano una valle, quando il passeggero di una delle due Aermacchi tira fuori dalla tasca interna della tuta la visiera di ricambio, ma nel farlo proietta fuori il portafogli!

Ci fermiamo subito, portiamo le moto sotto un pilone del viadotto e ci accingiamo a passare la notte all'hotel "sotto il ponte".
Non montiamo neppure le tende, stendiamo i sacchi a pelo e... buona notte !



Al mattino dopo inizieremo la ricerca di documenti e banconote sparpagliati per ogni dove, trovando fortunatamente quasi tutto...

Il resto del viaggio prosegue spedito sulle impeccabili autostrade tedesche fino a Coblenza, poi ci dirigiamo verso Adenau ed il mitico circuito del Nürburgring.
Lì ci separiamo, io devo sbrigarmi a piantare la tenda, loro dopo la notte scorsa all'addiaccio preferiscono cercare un albergo dove riposare al caldo!

A differenza dello scorso anno, adesso la terra è sgombra di neve, ma fa comunque un freddo cane.



Mi fiondo nella tavola CALDA del circuito per una cena veloce, quelle patate bollite sono invitanti quanto la birra, ma… vengono servite ghiacciate di frigo !

Dopo aver ammirato la consuetudine tedesca dei giri di birra (sarà sempre attuale?) che prevedeva un giro per ogni commensale (20 persone al tavolo, 20 birre ciascuno, proibito rimuovere i vuoti dal tavolo, perché bisogna contarli)… ritorno alla tenda, bacino della buona notte al Morini, poi dentro il sacco a pelo, dopo aver tolto appena gli stivali!

Il giorno seguente l’atmosfera del raduno è qualcosa d’indescrivibile, moto, targhe e ceffi di tutti i tipi e per tutti i gusti, comunque senso di appartenenza alla stessa tribù, sorrisi, chiacchiere, pacche sulla spalla, dichiarazioni di eterna amicizia…





Ad un certo punto della giornata mi decido, mi dirigo al cancello d’ingresso al circuito (e stiamo parlando del mitico Nürburgring, quello lungo quasi 23 km) pago l’entrata e … scateno il Morini.



Va bene, vi vedo ridere a crepapelle, i suoi 120 km/h rispetto alle velocità delle ipersportive di oggi provocano una certa ilarità, eppure ben presto la vista di qualche teutonica BMW spalmata ai lati delle curve mi rammenta che l’asfalto è comunque umido e in certi tratti coperto da un’insidiosa pellicola di sottilissimo ghiaccio, per cui meglio non esagerare se voglio ritornare a Torino “sulla” moto e non in treno “con” la moto …

Ed eccomi al mattino del 4° giorno, tenda smontata, bagagli caricati, rabbocco d’olio, saluti di rito qua e là, starter, un paio di pedalate ed il fido (?) Morini si mette in moto.

La prima parte del viaggio di ritorno la svolgo insieme ad un altro torinese incontrato al raduno, in sella ad una splendida BMW d’antan, ma ad un certo punto ci separeremo, perché lui con il suo mezzo potrebbe rientrare a Torino in una sola tappa, mentre io… beh, no!



Infatti mi fermo per la notte al confine con la Svizzera, in una locanda finalmente “calda” e con tanto di sauna!
L’indomani, l’ultimo giorno di viaggio mi riserverà ancora una sorpresa: nel cuore delle autostrade svizzere il motore si ferma di colpo, senza alcun preavviso.

Subito due dita sulla leva della frizione, poi a spinta fino alla vicina piazzola.
Grippaggio? Assolutamente no, non fa così… l’esame della candela questa volta rileva una franca e beffarda scintilla…
Smonto il collettore di scarico e lancio uno sguardo curioso all’interno della camera di scoppio: ecco spiegato tutto, facendo girare con la pedivella l’albero motore, le valvole non accennano a muoversi…

Rimossi testa e cilindro le aste della distribuzione si offrono alla vista in tutto il loro impertinente nude-look: fuori dai rispettivi puntalini, hanno anche perso i bicchierini pressati alle loro estremità, quelli che dovrebbero trasmettere il moto dall’asse a camme ai bilancieri di comando delle valvole.
Sfido che si è fermato, ma tant’è, ne ho un paio di scorta con me!

Mentre sono lì che traffico per rimontare il tutto, facendo attenzione a non incrociare l’aspirazione con lo scarico (dunque, com’è ? Aspirazione, compressione, espansione, scarico…) si ferma una pattuglia della stradale svizzera.
Ora immaginatevi la scena: a parte che oggi su una nostra sportiva non sarebbe piu’ possibile cambiare neppure la candela senza smontare anche… le ruote (eh eh eh), sono lì con il motore aperto, una torcia elettrica al posto del faro, tassellato 4,00 x 18 al posto del 3,50 x 18 originale… Misura gomme? Omologazione dello scarico? Inclinazione della targa? Attestato di abilitazione all’intervento meccanico? Certificato di nascita del nonno? No, erano altri tempi, persino in Svizzera…

I due, in guanti bianchi, osservano tra lo sconcertato ed il raccapricciato la scena e si limitano a chiedermi se sarò in grado di rimettermi in marcia.
Mais ça va sens dire… per cui risalgono in macchina e si eclissano all’orizzonte.

Rimontato il tutto, non mi resta che tirar fuori lo spessimetro, ripristinare il gioco valvole, risalire in sella e... via!
Tanto per cambiare però ho perso tempo, così arrivo solo verso sera ad Briga, dove ricarico moto ed ossa infreddolite sul treno navetta che mi riporterà in Italia.

Ripassata la frontiera, l’ultima decisione: mi fermo per la notte, o provo ad arrivare a casa?
La torcia elettrica funziona egregiamente, il traffico in quella tarda sera di febbraio del 1975 è quasi inesistente, a Torino mancano solo poco piu’ di 200 km…

Arriverò a casa, non la mia, ma di quella della mia ragazza – oggi moglie, che a pensarci tanti anni dopo forse non fu proprio così entusiasta di vedermi andar via… il giorno di San Valentino! – giusto in tempo perché mi offrisse un buon brodo caldo e…

Ma questa è un’altra storia …


 

Commenti degli Utenti (totali: 34)
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Commento di: Davide il 02-05-2012 08:39
Grazie di averci resi partecipi di quest'avventura, è stato veramente emozionante leggerla!
Commento di: MrTomy il 02-05-2012 08:55
Solo due parole:
- Emozionante;
- Chapeau....
;-)
Commento di: Charlybike il 02-05-2012 15:49
Grazie ! Forse piu' che altro .... sana incoscienza giovanile !!!
Commento di: Charlybike il 02-05-2012 15:34
Grazie Davide, è stato un piacere per me !!
Commento di: SalvoDS il 02-05-2012 16:00
Grazie anche da parte mia, deve essere stata un'avventura davvero indimenticabile!
Commento di: pmpaolo il 02-05-2012 09:01
veramente bella. complimenti per la splendida esperienza
Commento di: Charlybike il 02-05-2012 15:58
Grazie magpie !
Commento di: BieMWuistaXcaso il 02-05-2012 09:46
Quando insieme alle parole si legge lo spirito di un ricordo vuol dire che il racconto è ben scritto e che il sentimento in esso contenuto è decisamente... Condiviso!
Io nel 1975 nascevo... Nel 2013 spero di riuscire a ripetere questa avventura, sebbene oggi non sarà mai più come l'hai vissuta tu!
Fantastico!
Commento di: Charlybike il 02-05-2012 16:09
Thanks ! Certamente oggi le condizioni di allora sono irripetibili, l'affidabilità dei mezzi è pressochè totale e l'affollamento sulle strade impone regole e comportamenti prudenziali che a volte a noi motociclisti - probabilmente a torto - paiono persino ... eccessivi, però il senso di libertà che ci dà la moto, lo spirito di avventura qualunque essa sia ed il sentore di "fratellanza" che ci unisce sono tuttora immutati !
E allora, in bocca al lupo per il tuo prossimo "Elefante" !
Commento di: Musum il 02-05-2012 12:17
Io non ero nemmeno nato nel 1975, e poche delle cose che hai menzionato tu saprei dove cercarle in un motore. Ma quello che mi manca di più, rispetto a te e ai tuoi tempi, è la voglia di avventura "comunque vada". Io, oggi, con una moto che si rompe ogni 2500 km girerei a stento in città, mai e poi mai mi avventurerei in un viaggio tanto folle quanto eroico. Hai tutta la mia ammirazione per l'esperienza vissuta e per come hai saputo renderla una bella avventura :-)
E grazie per aver condiviso con noi i tuoi ricordi ;-)
Saluti a tutti.
Commento di: Charlybike il 02-05-2012 20:01
Ciao Musum, beh la "epicità" dell'impresa tutto sommato deriva dal vecchio detto " di necessità virtu' " cioè: o il Morini .... o nisba !
Pensa che poi con quel 125 cc. ho finito per fare 40.000 km. e quasi quasi oggi mi spiace di averla data in permuta per quello che allora era la primissima serie del Fantic Trial 125 (te lo dico piano perchè il Fantic ce l'ho ancora oggi, e potrebbe offendersi ...), ovvio che avendo dovuto lasciare l'università per iniziare a lavorare, come ricompensa finalmente avevo potuto ricomprare una moto ... seria da usare nei fine settimana e nelle vacanze !
Comunque l'avventra, anche oggi, è sempre dietro l'angolo: è la nostra "passionaccia" che se la va a cercare !!
Ciao e ... lamps !





Commento di: Andrea il 02-05-2012 19:49
Grande racconto..grazie per averci reso partecipi! ;)

Al giorno d'oggi un avventura del genere non sarebbe possibile, come dici tu anche solo per smontare una candela bisogna tirar giù mezzo motore! eheheheh
Commento di: Charlybike il 02-05-2012 20:20
eh eh, già, sull'enduro 2 tempi di mio figlio (e pare sia tutto lì, a bella vista !) c'è una valvola allo scarico (mi dice lui ...) che ogni tanto andrebbe pulita.... iniziamo a smontarne lo scatolino che la contiene e ... ops, quella vite tocca il tubo del telaio prima di svitarsi completamente !
Gabri, se proprio la vuoi pulire ... dobbiamo togliere il motore dalla moto !!!!
Ciao !
Commento di: Pallotta il 02-05-2012 20:22
Caro Charlybike,sono Pallotta,tua moglie...eh sì,me la ricordo quella sera alle due di notte quando,sotto gli occhi esterrefatti della mia mamma arrivasti infreddolito,stanco e bagnato a casa per salutarmi....Oltre al brodo caldo, dribblando i commenti di mammà,ti ho offerto,dentro di me,tutto il mio amore per sempre:adesso ne abbiamo altri due di motociclisti...anche se un pò più ...tecnologici e meno sprovveduti....ma un'avventura così è davvero irripetibile....a proposito...sì ci sono rimasta un pò male per la partenza proprio il giorno di S.Valentino....te ne sei accorto un pò tardi,neh....
Commento di: Charlybike il 02-05-2012 21:12
Ciao Pallotta ... mi fa un po' specie risponderti qui, visto che sei a 2 metri da me ....
Comunque da quel giorno ne abbiamo fatta di strada insieme (in tutti i sensi), persino durante il viaggio di nozze eravamo su due ruote ... non potevamo non trasmettere anche questa passione ai nostri ragazzi !
... e a proposito di "quel" San Valentino ............ oh guarda, è ora di cena !!!!!!!

Commento di: robysteel il 02-05-2012 21:25
Siete splendidi, tutti e due/tre!!! :D
Grazie mille per il racconto.... Non a questi livelli, ma mi ci sono un pò immedesimata! Soprattutto per l'abbigliamento!
Tuta in pelle? Paraschiena?? STIVALI??? Ehhhhhh????? Erano più che sufficienti casco e guanti, e a volte nemmeno questi!!
A presto, Charlie! Salutissimi anche a Pallotta! ;))
Commento di: Pallotta il 02-05-2012 21:43
Grazie Robysteel,spero di rivederti presto! Un bacissimo!
Commento di: Charlybike il 03-05-2012 00:44
Ciao Roby ! Mi associo a Pallotta, la nostra Luckie Four è di nuovo in forma, per cui ... a presto !
Commento di: FalcoStellare il 04-05-2012 13:56
M I T I C I !!!!!!!!!!! 8-)))

In senso buono, vi invidio da morire :-)
Commento di: zefram65 il 02-05-2012 23:25
Bella storia!

Questi erano viaggi "eroici", dove si doveva fare i conti con la ridotta affidabilita' delle moto del tempo e dove confort e sicurezza erano decisamente scarsi se paragonati a quello che offrono le moto attuali.

Questi aspetti giocavano a sfavore, ma a mio parere c'era qualcosa che col passare degli anni e "l'infighettimento" di noi motociclisti di e' perduta e che dava una marcia in piu' ai 70's bikers: l'ottimismo.

Spiego meglio.
Si veniva dagli anni del boom economico e si respirava inconsapevolmente l'euforia che aleggiava nell'aria.
I giovani erano attivi, talvolta pure troppo,in tutti i campi ma soprattutto sapevano osare.
Osavano non perche' fossero dei temerari cavalieri senza paura, ma perche' clima generale ti spingeva ad essere ottimisti e fiduciosi in loro stessi. Erano propensi a pensare che sarebbe andato tutto bene.

Se poi malauguratamente l'impresa fosse fallita, beh, poco male,i nostri eroi avrebbero pensato che non ci sarebbe stato nulla da perdere.

"Everything is gonna be alright"

Partire in febbraio e sapere che molto probabilmente ci sarebbe trovati a smontare il motore sul ciglio di una strada con le mani gelate ...Signori, oggi solo pochissimi "alieni" potrebbero osare tanto.
Se ne conoscete qualcuno portategli i miei complimenti.

Grazie di aver condiviso con noi questa storia meravigliosa
Commento di: Charlybike il 03-05-2012 01:42
Ciao, forse oltre che ottimisti (a quell'età lo si DEVE essere anche oggi, nonostante tutto !) eravamo piu' ... scanzonati, alla Jo Bar per intenderci ...
Eppure se è vero che venivamo da un fantastico boom economico, che peraltro la mia generazione aveva visto con gli occhi dei propri genitori, nel '73 con il primo conflitto arabo-israeliano ed i conseguenti contingentamenti nelle forniture di petrolio da parte dei Paesi Opec avevamo già avuto il piacere di sperimentare l'impennata dei prezzi del carburante (dice niente ?), l'invenzione della "austerity" con le prime domeniche a piedi e limiti di velocità draconiani a cui non si era abituati ...
Per non parlare di quella leggina birichina all'italiana che proprio nel '73, se non mi ricordo male, innalzò improvvisamente e retroattivamente a 21 anni l'età per guidare moto oltre 350 cc, con buona pace di chi il 500 o 750 già l'aveva da tempo .... beh, a me l'avevano giusto rubato, quindi ...
Ecco, le moto .... a fianco di "romantici" esemplari come il mio Morini - che probabilmente era nato male lui, il modello in sè aveva ottima fama - già erano sbarcate in forze le Case giapponesi con i loro gioielli, senza trafilaggi d'olio, affidabili, prestazionali e confortevoli fino alla nausea, a contrastare l'indiscusso boxer BMW ed alle quali peraltro anche le nostre Marche avevano egregiamente risposto con moto tipo, ad esempio, la Guzzi V7.
Insomma, a mio modo di vedere allora come oggi era sufficiente avere il portafogli giusto o, in mancanza, osare !!!
Per aspera ad astra !
Commento di: GUNNY68 il 03-05-2012 12:28
Seplicemente fantastico !!

Emozionante il racconto, straordinaria l'avventura...

GRANDE !!
Commento di: FalcoStellare il 04-05-2012 13:53
Ti dico solo due cose:

1) Anche solo metà di una delle tue diapo ha più fascino e vita di un milione di perfette immagini da 36 megapixel messe insieme.

2) Sei il mio nuovo eroe :-)
Commento di: TolaSuDolsa il 04-05-2012 18:53
Bè, poche parole da dire davanti ad un racconto del genere se non, complimenti a te e alla tua signora.
Dice il saggio: “Non è perché le cose ci appaiono inaccessibili che noi non osiamo…..
E’ perché non osiamo che ci appaiono inaccessibili…"
Commento di: littewilliam il 05-05-2012 08:14
Semplicemente mitico, inarrestabile, determinato !
Commento di: ClaZblack il 05-05-2012 09:18
Complimenti,in primis per la famiglia che hai...non Immagino partir il giorno di San Valentino senza nemmeno il cellulare...lasciamo perdere.torni e il brodo te lo vuotano in testa...poi senza paura e con la consapevolezza che si sarebbe rotta più volte la moto non hai Pensato minimamente di non partire!giù il cappello di fronte a gente come te.ora servono 200cv per andar al bar....COMPLIMENTI PER L AVVENTURA E PER LA FAMIGLIA.
Commento di: AlbertoSSP il 09-05-2012 12:27
Io quest'anno ho fatto il mio primo Elefante. Tutta un'altra storia direi perchè se avessi avuto problemi alla moto importanti come i tuoi non sarei mai arrivato a destinazione.
Mi sono emozionato leggendo... Davvero un'esperienza epica!
Commento di: ravennate il 10-05-2012 00:14
GRAZIE per aver condiviso con noi questa esperienza, è stato davvero bello leggerla!!
Davvero tanta ammirazione!!

V
Commento di: virtual74 il 12-05-2012 22:45
che dire... complimenti!!!!
Commento di: HGH il 14-05-2012 14:28
Grazie per il bellissimo racconto è stato un piacere leggerlo, con quel mix tra comico ed epico che fa grande un'avventura.
Spero di avere presto l'occasione di fare nuovamente qualche chilometro insieme.
Ciao
Commento di: JO74 il 01-02-2013 19:31
Letto ora...
Bellissimo racconto, ma soprattutto bellissima avventura, soprattutto per il fatto che è stata vissuta qualche annetto fa... C'è chi oggi, un'esperienza del genere non la farebbe nemmeno con i tutti i comfort possibili...
Complimenti... Veramente...
Commento di: gennarodoronzo il 10-11-2016 21:47
complimenti per l'audacia e la determinazione DoppioOk Doppio Lamp Green
Commento di: Geppesh il 11-06-2019 09:00
Mi sono imbattuto per caso su questo tuo "reportage" facendomi tornare alla mente i viaggi fatti nei primi anni 80 ,quando partivi ma sapevi (perchè lo sapevi ) che si sarebbe rotto qualcosa. Erano veramente altri tempi. Viaggiavamo veramente con moto messe insieme con vari pezzi di altre (almeno io ) ma lo spirito d'avventura era superiore a qualunque altra cosa.
Belle le foto in diapositiva ed anche il giaccone sopra la tuta.
Complimenti, tuo figlio farà fatica a crederci ma era cosi che funzionavano i viaggi in moto.
Grazie per i lontani ricordi che mi hai fatto tornare in mente.
Commento di: Maverick948 il 12-11-2023 18:12
Che avventura!
Complimenti
👍