Come una semplice curiosità scateni la riflessione...

A MaxStreetBob & Pillion

Era stato un lungo, gelido giorno. Era cominciato con un breve spostamento per andare a pranzo a casa di conoscenti ma, dopo, non avevo preso la via del ritorno, semplicemente avevo proseguito nella stessa direzione, da solo, nella fredda sera di gennaio.

Benzina e caffè.
"Da dove arrivi?" la ragazzona fissa la moto, non me.
Pazienza... non mi preoccupo; quando si tratta di me o della Suzuki, non ci sono illusioni su quale di noi è più attraente.

“Me?” e fisso sfacciatamente la giovane: la differenza tra il gelo e l’umido esterno con il tepore e l’affaccendamento all’interno del Bar possono spesso tirare fuori il meglio nelle donne in Polesine. In poche parole: è vestita da Estate al mare... e penso che sono fortemente a favore di questa moda, tra shorts attillati e top viola. ...sì, lo so... sono quello che sono.
"Sono di Trieste (come da sigla sulla targa - ma vivo a Padova... ma non lo dico, per non accorciare di centocinquanta chilometri il mio esotismo)".

"E cosa fai qua?"
È una domanda comune: quando sono in viaggio da solo con la Suzi, qualcuno si avvicina quasi sempre a parlare, alla colonnina della benzina o, più facilmente dopo il rifornimento, al bar a bere qualcosa di caldo.

"Vado a cena, so che c'è un ottimo posto alla tirolese, sulla strada verso Legnago." (Come so che c'è un ottimo posto qui, in una piccola città, cento km o giù di lì da casa mia, è un'altra storia).
"Fin qui per gli gnocchi di pane?"
"Beh, anche a dire “ciao” ad alcuni amici." Mi guarda come fossi matto, questa è una cosa abbastanza comune anche.

Penso che, anche al giorno di oggi, ci sono persone qui che non sono mai state a più di venti chilometri da casa; so che in alcuni paesi qua attorno, lo spasso del sabato è girare nei centri commerciali...
"Davvero?"
"Sì".
Ci pensa su un attimo, poi mette le mani sui fianchi e spinge il petto in fuori (grazie al sottile cotone della maglietta, starei per applaudire...). Stringe le labbra. "Ma perché?"

Sto per dire : “Per godere di questa visione, per godere di questa straordinaria affermazione di passione e di vita proprio qui davanti a me; si sono abbattuti interi imperi per questo motivo, siamo creature interessanti ... uomini.” ma scuoto la testa. In realtà, la sua perplessità non era sulla qualità del cibo, ma sul "perché con la moto con ‘sto tempo".

Non ho mai una risposta pronta per questo; un lungo sorso di caffè, guardo il casco e penso... all’emozione, agli amici trovati e perduti, alla gioia e alla passione che ho nel celebrare sulla moto la vita stessa, passione come principio, dicono i filosofi... oh, già... tutto qua...

Dovrei parlare di statali e provinciali, luoghi e nomi, che possono sfumare uno nell’altro, in Polesine o a capo Nord; vedere e assaporare tutto; a dosi massicce, vivendo nel profondo dell'anima, andando ad un lavaggio gratuito dalla polvere e dallo stantio della vita quotidiana.

Dovrei parlare di me e di Suzie, l’uomo e la macchina, sangue, ossa, muscoli di carne e muscoli di acciaio, uno con l’altra in compagnia della strada; piegare, andare, sognare; in comune, il bisogno di assaggiare il vento, di bere l’inverno; il bisogno di esprimere passione, di mettersi alla prova.
Questo è ciò che è andare in moto, tutto qua.

Mezzo rivolto alla strada ancora da fare, strizzo l'occhio alla ragazzona e sogghigno: "Perché posso, fintanto che posso".

Suzi torna rombando alla vita con appena un lieve tocco sul pulsante di avviamento. 70.000 km e lei parte ancora al primo tocco. Cielo, amo questa macchina.

Gas e via.

A presto... lungo la prossima strada.