C'erano una volta due ragazzi, avevano tutti e 2 la passione per la
moto, e questa passione li aveva portati a gareggiare fino al
motomondiale.
Erano due ragazzi molto diversi, uno era famoso, estroverso, conosciuto
anche al di fuori del mondo dei motori, faceva pubblicità. Tutti
dicevano che era solo questione di tempo, che doveva imparare a non
cadere e sarebbe diventato un vero campione.
L'altro era meno noto, correva anche lui il mondiale ma senza grandi
risultati, lo conoscevano solo gli appassionati, e forse, nemmeno tutti.
Un anno finirono tutti e 2 sotto l'ala protettiva di un signore, un ex
pilota che aveva tante ferite sulla pelle e nell'animo, e che li
aiutava a correre e realizzare i loro sogni.
Quello più famoso, quello più personaggio, dicevamo,
doveva solo imparare a non cadere. Ma cadde un'ultima volta, e gli fu
fatale.
Ma si sa, chi crede veramente in un sogno non ci rinuncia così
facilmente, e questo spiritello dispettoso aveva in mente di fare un
ultimo regalo a tutti quelli che gli volevano bene. Anche a quell'altro
ragazzo, quello meno famoso, quello che nessuno sapeva manco che faccia
avesse. Si accorse che la sua testa piena di ricci sarebbe stata per
un'ultima volta presente su un circuito, proprio sulla moto del suo
compagno di squadra, proprio su quella moto messa in pista da quel
signore dalla faccia seria ma comprensiva, come solo quella di un padre
sa essere.
E così pensò bene che su quella moto poteva salirci pure
lui.
Tanto, si diceva fra sé e sé, non mi vede nessuno, e
manco do fastidio al pilota leggero come sono... mica pesante come
quando guidavo io, mica così ingombrante.
E così, in quel weekend piovoso, il ragazzo "sconosciuto", si
trovò un passeggero insolito, che gli urlava dentro al casco"
dai gas diobò, che queste qua son tutte femminucce!"
E così quel ragazzotto riuscì a partire in testa alla
gara.
Ma pensateci bene, cos'è che distingue una storia da una Favola?
beh ovvio, il lieto fine, e quell'aura di fantastico che la
accompagna. Mica raccontate ai vostri figli di come prendete l'autobus
no? E questa cosa quello spiritello lo sa, e sa che mica il lieto fine
lo puoi mettere a metà della storia, sennò che lieto fine
è?
E così decide che mica basta farlo partire davanti, che almeno
qualche giro in testa tocca farglielo fare... solo che pian piano ci
prende gusto... d'altronde anche quando guidava lui mica ci stava a
stare dietro. E poi mica fa del male a nessuno.
E il ragazzo arriva al traguardo per primo da solo, mentre il signore
serio scoppia in lacrime, perché capisce che per l'ultima volta
ha avuto la fortuna di condividere la stessa pista con il suo "figlio".
Si abbracciano, e quando il pilota, che ora non è più
sconosciuto, si gira per ringraziare il suo angelo custode, non lo
trova più. Gli risuona solo una voce nella testa che dice, "hai
guidato tu, mica io!".
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