Vedo che ogni nuovo topic viene chiuso e dirottato su quello intitolato
'Malesia,drammatico incidente Simoncelli'...
Tento la via dell'articolo allora, non perché sia presuntuoso,
ma perché ritengo di aver qualcosa da dire oltre al classico
commiato.
Quest'anno non ho guardato una gara della motogp, ho perso interesse da
un po' di tempo, queste moto moderne mi piacciono poco, però
stamattina mi sono svegliato alle 10, per caso, e ho acceso la tv... in
quel preciso istante.
Credo che ogni motociclista, oggi, si sia svegliato due volte, la prima
aprendo gli occhi, la seconda spalancandoli davanti a questa dura
realtà, che riporta tutti alla dimensione di esseri mortali.
Io non piango, mai. Ma mi si sono gonfiati gli occhi. Chiunque con un
minimo di senso critico, anche se la speranza è sempre l'ultima
a morire, sapeva già dentro di sé, vedendo la gara
sospesa e Carmelo Ezpeleta entrare personalmente in ogni singolo box,
come stavano le cose... quello, non si muove così, "tanto per".
Ognuno di noi fino al proclamo ufficiale, ha voluto sperare, ma appena
è stato detto che è arrivato in clinica mobile già
in arresto cardiocircolatorio, lo sapevamo tutti: in fondo, è
uno degli stadi di assimilazione del dolore, la negazione (sono 5 mi
pare, non li ricordo tutti).
Un incidente dalla dinamica assurda, una serie di circostanze, e un
epilogo che nessuno vorrebbe mai vedere. Magari il gas non l'ha chiuso
perché lui non mollava mai, magari l'ha chiuso, magari non
è riuscito a chiuderlo perché era fisicamente appeso al
manubrio, magari non è riuscito a mollare il manubrio
perché col gomito compresso dall'asfalto, nessuno lo può
dire e non cambia la situazione, oramai Marco è morto. E'
finita, come ha detto il padre.
E allora adesso che lui non c'è più, credo sia importante
dare tutta la nostra forza e il nostro appoggio alla sua famiglia, per
la quale da oggi ogni giorno sarà "questa maledetta domenica".
Perché non si supera mai la morte di un figlio... ognuno di noi,
conoscerà qualcuno che ha perso un figlio: guardatela negli
occhi, questa persona, il giorno del compleanno del figlio scomparso...
e capirete. Io ho perso un cugino in moto, era il 1994, aveva 17 anni,
un incidente senza alcuna colpa, eppure, se n'è andato. Sono
passati 17 anni, ma negli occhi di mio zio e mia zia, è come
fosse successo ieri.
E' così bello andare in moto, che ci ricordiamo di quanto sia
pericoloso solo in questi momenti, forse anche per un dovere di
coscienza, altrimenti, chi ci salirebbe più, in sella. Ogni
giorno, su strada, muoiono decine di motociclisti, e salvo siano nostri
amici o parenti, nessuno lo saprà mai. Certo, una morte in
diretta in mondovisione, poi di un Italiano, e che Italiano, un vero
conquistatore di folle, fa molto più notizia... quando
morì Kato, e poi Tomizawa, tutti contriti, certo, ma oggi fa
più male. Molto più male.
Spero solo con tutto il cuore che la morte di Simoncelli non diventi
uno show mediatico, che non montino un circo anche sulla sua giovane
vita spezzata. Aveva 24 anni, pochi per morire, ma anche ne avesse
avuti 34, o 44, non cambiava nulla: non è mai giusto, a nessuna
età, e non è mai il modo giusto, qualsiasi esso sia. E'
morto per ciò per cui viveva, non è una consolazione, ma
è bene prenderne atto, una volta passato il dolore.
La vita va avanti. Noi, motociclisti, grande famiglia dove non è
necessario conoscersi, tiriamo fuori il meglio quando si tratta di
unirsi. Certa gente che tanto ci critica, avrebbe solo da imparare, da
noi. Oggi è scomparso un nostro illustre fratello, e non credo
di peccare di presunzione a definirlo così, perché era
lui stesso a definirsi tale, nella sua spontanea modestia. Tutti noi
dobbiamo tributargli onore e rispetto, io personalmente, in barba al
freddo becco, al cielo coperto e agli 0.5mm di battistrada, oggi la
moto la tirerò fuori, e farò un giro in memoria di Marco.
Credo ne incrocerò molti, come me, e ogni saluto, varrà
doppio.
Adesso (scusate se ritorno sull'argomento), il pensiero più
grande va alla famiglia di Simoncelli... per loro, il peggio inizia
ora. Noi, emotivi, siamo sinceramente addolorati e contriti, siamo
attoniti, ma per forza di cose, e scusate se divento cinico, domani,
dovrà essere un altro giorno, dovremo andare a lavoro, dovremo
continuare l'iter della nostra, di vita. Ne parleremo, ma poco a poco,
ci ricorderemo di lui con un sorriso e una battuta romagnola, e lo
commemoreremo ogni 23 di ottobre. La sua famiglia, no. Dobbiamo
dimostrare tutto il nostro affetto, e trasmettere, per quanto
possibile, tutta la nostra energia, la nostra forza, a chi da oggi,
vivrà senza un pezzo di cuore.
Un motivo non c'è, e non va cercato. Ognuno di noi, ogni
motociclista, in cuor suo, lo sa, quante volte gli sia "andata bene",
sia per le cazzate proprie, che ogni tanto si fanno, sia per quelle
altrui, imprevedibili, sia per quello che volete voi... dentro il
casco, sotto la visiera, ognuno di noi l'ha tirato un sospiro, almeno
una volta. Oggi a Marco è andata male, molto male. Peggio di
così... ecco, per lui peggio, non poteva andare.
Rispetto, e onore a Marco Simoncelli.
Un abbraccio a tutti
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