Esperienza personale: quanto possano essere fantastici i rapporti tra motociclisti, che incontrano quasi per caso lungo la loro strada! :D

Sabato mattina, mi sono alzato presto e ne approfitto per andare dal ricambista e comprare ciò che mi manca per il tagliando della moto (35.000 km in un anno e mezzo :P ).

Dieci minuti e mi libero, ri-attraverso così la città per tornare verso la mia campagna.
Nelle province della riviera romagnola, si sa, quando si fa caldo c’è sempre un po’ di caos, nel fine settimana. Ma con tranquillità, in moto, ci si svicola un po’ ovunque.

Sono in centro, su di una strada bella larga, ho uno scooter davanti e stiamo sorpassando alcune macchine che procedono molto lentamente, rispettando comunque velocità e distanza di sicurezza.
A un certo punto, scorgo in mezzo alle auto, un’altra moto, che procede INCOLLATA alla macchina precedente. Procedo comunque dietro allo scooter al sorpasso dei veicoli più lenti, ovviamente con freccia accesa.

Chissà per quale motivo, questa moto, all’ultimo momento, decide di infilarsi a sua volta al sorpasso, tra me e lo scooter, senza nemmeno sfiorare il tasto della freccia.
Io ero già a ridosso dell’auto, quindi non ho fatto altro che completare la mia manovra, spostandomi semplicemente un pelo più a sinistra per evitare che mi toccasse.

Questa “persona che guidava una moto” (non di certo un motociclista) decide quindi di attaccarsi al clacson per diversi secondi, attirando anche l’attenzione dello scooterista che era più avanti di me.
Nemmeno ci bado, di gente così se ne incontra fin troppo ultimamente, ma non ho certo voglia di battibeccare, ragione o torto che sia.

Fino a quando poche centinaia di metri dopo, vedo una signora all’inizio delle strisce, che si guarda intorno per attraversare. Come sono solito fare, quando il traffico scorre lentamente, mi fermo e le faccio segno di farsi avanti. In quel preciso istante vengo affiancato dall’altra moto, il cui conducente, con qualche capello grigio e circa 40 anni, mi recita, con aria beffarda: “E se lo fai un’altra volta, ti spacco la faccia”.

Quel “e”, all’inizio della frase, mi fa capire che, nella sua testa malata, la prolungata suonata di clacson era stata già una punizione, e qualora fossi stato “recidivo”, mi avrebbe addirittura pestato.
Non so perché ma dalla mia visiera leggermente sollevata, dati i 30°, guida in città, con giubbotto, integrale, foulard e guanti, è uscito quasi automatico un “Ma vai a cagare…”, ben scandito, mentre già lasciavo la leva della frizione per ripartire, senza nemmeno dargli peso.

Ma non deve averla presa bene. Ho sentito il suo motore salire di giri molto velocemente, per poi scendere in un attimo, seguito da uno “sclack”… Butto un occhio nello specchietto e la moto gli si era spenta, se non si muoveva a buttare giù il piede finiva per terra come un sacco di patate! xD

Motocilisti: strana, fantastica, meravigliosa gente!
(mica sempre però…)

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