...ma il fai da te non è per tutti...

Ho portato per quattro settimane il gesso al braccio destro ed ora sto rieducando l’arto, per cui, visto che, per un altro mese di guidare la Suzuki non si può nemmeno parlare, me ne prendo almeno cura e la/mi preparo ad una favolosa rentrée.

La bella Suzi è rimasta ferma per troppo tempo, come chilometraggio e come intervallo di tempo ci siamo, dunque: cambio dell’olio fai-da-te.

Comprare l’olio nuovo è facile… il lavoro sta nel togliere ed eliminare quello vecchio; facilissimo sarebbe spingere la XF sul primo tombino, svitare il tappo e voilà; altrettanto facile farlo nottetempo nel giardino dei vicini - i vecchi signori P***, che sono anche cordialmente antipatici; ma alle comunali ho votato per i Verdi, ed allora non c’è altro da fare che raccogliere diligentemente la nera melassa e “conferirla (?)” - l’ordinanza del Sindaco usa questo termine che, secondo me, evoca curiose immagini… - al Punto di Raccolta Oli Esausti.

In commercio si trova una comoda vasca di raccolta, abbastanza grande, e richiudibile con uno sportellino a viti, buona anche come contenitore per il trasporto, ma chiedono trentasette euro e far da sé vuole anche dire risparmiare… dietro l’orto scovo un vecchio bidoncino di plastica di cui ignoro scopo e proprietario originale: come misure – a occhio – ci stiamo, il tappo c’è e sembra anche chiudere bene, le ragnatele che vedo all’interno non mi preoccupano – sto per riempirla di rifiuti, dopotutto.

Pronto? Via!

Piazzata Suzi sul cavalletto centrale (mi congratulo con me stesso per averlo montato), infilato il bidoncino sotto la cavalcatura, stile secchio del mungitore, attacco l’operazione, svitando l’apposita brugola: appena allentata (con la sinistra - la mano destra funziona ancora assi poco), dalla fessura che si crea tra tappo e sottocoppa sprizzano in ogni direzione eleganti parabole di una specie di fontanella di catrame, evitando accuratamente l’imboccatura del bidoncino che osserva e sorride compiaciuto.

Afferro il contenitore schizzinoso e mi ingegno di spostarlo qua e là per cogliere al volo almeno i getti più grossi e, quando riesco a sfilare il tappo, la guarnizione piomba nel nero gorgo sottostante… ma almeno ho costretto l’olio a scendere verticalmente – come nelle pubblicità - sospiro di sollievo.

Sollievo per poco, poiché l’olio, sfruttando malignamente le leggi della viscosità e della tensione superficiale, sta bellamente correndo lungo i due bordi del telaio e sta scegliendosi un’altra via di fuga, in un raggio di venti centimetri per parte, stile irrigatore agricolo.

Ignorando la nuova seccatura, mi applico a svitare il coperchio del filtro dell’olio, che è da tutt’altra parte… le viti sono tre, tutte con la loro brava guarnizione, ma l’operazione pare andare liscia. Sfilo il filtro dalla sua sede – operazione riuscita – mentre mi chiedo da dove nasca una nuova tenue fontanella laterale, sotto la sede del filtro e lungo il carter laterale e che, di nuovo evita di misura la malefica tanichetta – che sogghigna ancora...

Quando le cateratte oleose sembrano alla fine, mi inginocchio un attimo accanto alla cara moto a godermi lo spettacolo dello sgocciolio finale – nella tanica, stavolta...

Ma perché farsi mancare qualcosa? Ad onta della giornata di sole, cominciano – di colpo – delle folate di vento, non un uragano, ma abbastanza per spruzzare Olio Esausto in tutte le direzioni – tranne che nel contenitore…

Sospiro – forse impreco – e sebbene ci sia ancora qualche sgocciolio qua e là - ma questi rivoletti non finiscono mai? – risistemo il filtro nuovo, riavvito il coperchio, ripesco la guarnizione immersa nel brodo primordiale (immaginate le condizioni delle mani…) e richiudo, finalmente, il tutto.

Ora sì che posso tirare il fiato!

È il malefico bidoncino che ha in serbo ancora uno scherzo per me: nell’estrarlo, scopro che è aumentato di dimensioni; infatti si è incastrato con l’orlo in una fascetta del paramotore… OK, cosa importa – inclinare, tracimare, aumentare le pozzanghere oleose – un po’ di sporco in più, non peggiorerà certo la situazione ambientale, già compromessa dalle manovre precedenti… sulle Betonelle del cortile si è creato un disegno artistico, stile carta geografica – Neil Buchanan di Art Attack è un dilettante, al mio confronto…

E chissà i commenti dei simpatici vecchietti confinanti...

Comunque, non resta che rimettere olio fresco e lasciar girare due o tre minuti il motore, spegnere, controllare il livello e tutto sarà fatto!

Dal bauletto estraggo il bidoncino dell’olio nuovo e, nel farlo, mi capita in mano il libretto di istruzioni della moto...
Pagina 41: “...prima di procedere allo svuotamento dell’olio motore, togliere il tappo del bocchettone di riempimento (rif. 1) per ottenere la compensazione della pressione dell’aria, necessaria ad assicurare il regolare svuotamento dell’olio esausto…”

Togliere il tappo?

Bene... lo tolgo ora, per rimettere l'olio nuovo…ed è fatto! È stato semplice, no?

La prossima volta... ci penserà il meccanico...

Lamps