Commento di: Albyx94
:) articolo molto bello...
comunque anche io sono caduto perchè un bambino ha tirato un pallone in mezzo alla strada...fortuna che andavo piano e che il booster pesa poco perchè mi è rimasta la caviglia sotto la pedana...ho zoppicato 3 giorni ma niente di più...
Commento di: JO195
Ciao Albyx, buona strada sempre.
Commento di: SuperCreep
Complimenti, hai ben raccontato un episodio che mi riporta con la mente ad uno vissuto, più o meno nello stesso periodo, dal sottoscritto.
In Vespa, sul corso deserto. Parlo e giro leggermente la testa per ascoltare la risposta del mio amico e passeggero. Sulla strada, distante da noi, si è immessa un'auto. Prende la sua destra e io mi rimetto a parlare. Quando rigiro ben bene la testa: la stessa auto è perfettamente perpendicolare alla corsia e io ho il gas spalancato, lo chiudo, scalo, suono il clacson, niente, quello continua a tornare da dov'era venuto facendo tranquillo la sua bella "U" davanti a noi. Non avevo più scelta: o prenderlo sulla fiancata o cercare di passare tra il muso e il marciapiede. Arrivo: non posso certo inchiodare che ci intraversiamo e lo prendiamo in pieno, ma quello ci chiude, senza frenare, anche l'ultimo corridoio e allora fui costretto a prendere il marciapiede del controviale alberato. Finì che saltammo per aria. La ruota dietro esplosa contro la pietra del marciapiede, il passeggero disarcionato e gran culata, che gli salvò lo sfondamento della base cranica, ed io coricato di lato, sulla fiancata destra della vespa, giusto un attimo prima di lasciare il manubrio e vederla assestarsi sulla ghiaia. Illeso, ma furioso. Girai la testa: il figlio di puttana era scomparso senza lasciare testimoni, senza dare soccorso e senza che riuscissimo a prendergli la targa. Diedi soccorso al mio amico: aveva battuto la testa ma dopo le chiappe e attuttendo con i polsi s'era sbucciato i palmi delle mani. Andò così, non fu ne la prima, ne l'ultima, volta. Cademmo spesso, tra il '76 e l'80-81, sempre senza casco e il più delle volte ci curavamo da soli le ferite, mettendo gambe o braccia in una bacinella e togliendo pietre/vetri dalle abrasioni, con pinzette, acqua ossigenata e garze. Molti di noi, ancora minorenni, cercavano di nascondere ai genitori questi incidenti avendo paura che questi ultimi non ci avrebbero più lasciato più prendere le nostre amatissime motorette. In disco poi, un pò zoppi, trovavamo sempre qualche ragazza che, con una bella limonata dura, ci faceva dimenticare tutto. Eheheheheh!!! Ah! Bei tempi! Grazie Giò. Lamps a tutti ;-)
Commento di: JO195
azzz ! dopo la tua cronaca non posso che confermare : sono stato un ragazzo fortunato ! Un abbraccio. Giovanni
Commento di: Desmorebel
Jo, ecco cosa ci facevi sempre in soffitta questi giorni, e comunque è sempre un piacere leggerti, a presto
Commento di: JO195
Ciao Desmo, un abbraccio.
Commento di: Ospite
Jo...complimenti hai una narrativa che è uno spettacolo....mi hai riportato indietro di parecchi anni....un film già visto e vissuto
ciao
Commento di: JO195
Ciao Fabio ... e un siamo piu' di primo pelo. Lamps, a presto.
Commento di: BIAXI
beh tu pensa a me le vespe non mi son mai piaciute tanto...ma ho avuto amci che le avevano e quindi ..col piu' pazzo che aveva un PX col quale condividevo la passione del motocross ci siamo ribaltati un sacco di volte ( voleva sempre sta su una rota) ..per fortuna con poche conseguenza ...a lui ho dovuto togliere un po' di sassolini dal viso :-)
a me s'è fatto un buco su una nocca ..... per fortuna niente di grave e tante risate ....ma s'era proprio grulli vai .....almeno noi !
Commento di: JO195
Ciao Claudio, ... un bel po' di grullaggine me la sono conservata, altrimenti, che gusto c'e' ?. A presto !
Commento di: streghetta59
Caro Giò, la prima caduta, davvero, non si dimentica mai... e come potrei?
Ero sul mio amatissimo Ciao azzurro, bellssimo, me lo invidiavano tutte... gironzolavo la mattina di pasquetta di qualche.... anno fa, io ne avevo 15 circa, ancora il casco non era obbligatorio ma a volte io lo portavo ugualmente perchè, andando a lavorare presto la mattina, mi faceva riparare dal vento freddo delle 7.
Quella mattina decisi di visitare le stradine dell'entroterra viareggino, c'era n gran bel sole, ma ad un tratto venni presa in pieno da un tipo che non rispettò la precedenza e mi schacciò la gamba sinistra tra il Ciao e il suo paraurti.
La diatriba tra il tipo e me non la puoi nemmeno immaginare, scese dalla macchina dicendo: e ora? guarda che danni mi hai fatto! e chi li paga? Al che replico: brutto st....o e la mia gamba rotta chi me la paga??? Dopodichè svenni e mi ritrovai in ospedale, gamba ingessata e ferri vari infilati nella tibia e nel tallone, per la trazione del gesso, che portai per circa cinque mesi prima di tornare a camminare liberamente.
Come dicevamo.. impossibile dimenticare la prima caduta
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Un abbraccio
Paola