Dedicato a tutti i motociclisti che tutti i giorni devono affrontare una dura battaglia nel traffico...

A volte mi chiedo se sono rimasto tra quei pochi per cui ha senso quella strana insegna di forma ottagonale, che reca evidente, in bianco su campo rosso, la scritta STOP... forse hai ragione tu, amica mia, che sopra il tuo SUV da quattromila chilogrammi acquistati alla modica cifra di ottantantimila euro, mi delizi del suono delle trombe, probabilmente tante quante le canne di un organo da cattedrale, che equipaggiano il tuo potente mezzo, partorito evidentemente dopo una notte di sfrenata lussuria tra un trattore ed una berlina di lusso, ed altrettanto evidentemente segnato dalla sventura di non aver ereditato dai genitori nessuno dei pregi ma sicuramente tutti i difetti. Son le trombe del giudizio, per fortuna solo il tuo e non quello divino, che mi esortano a rompere gli indugi, a lanciarmi in mezzo al fluire denso di auto e camion, a non perdere ulteriormente tempo, come solo gli inetti quali mio pari possono perderlo, nel cercare di capire come entrare in uno degli incroci più brutti del pianeta, e sopratutto come uscirne tutto intero.

Amica mia, datti pace! Ti prego! Non ci sono pesanti corazze d'acciaio a proteggere il mio corpo, solo una giacca con protezioni a norme CE, un casco che ha visto tempi migliori ed un paio di guanti di pelle, ma tu ora mi incalzi, avvicinandoti pericolosamente alla mia targa con quel cofano grande come il ponte di una portaerei, facendo nitrire all'unisono l'enorme mandria di cavalli che vi galoppa sotto, mentre, lo sguardo celato da uno spesso paio di occhiali di marca, anche se in cielo, del sole, non vi è traccia alcuna, continui a parlare a quel cellulare...Hei! Non è che magari stai parlando male di me, di come le moto siano inutili e pericolose, come ultimamente ci insegna anche internet, perché sono brutte, scomode e rallentano il traffico e ti fanno perdere tempo agli incroci, mica come te che puoi lanciarti in mezzo agli incroci con la tua "macchinona" indistruttibile, a prova di tutto, con decine di airbag, a sacco, a tendina, a busta, a pouf, che si aprirebbero in un solo istante, a proteggere la tua augusta persona.

Amica mia, son passati si e no dieci secondi da quando ci siano incontrati, e giuro su quello che ho di più caro che se avessi avuto anche uno spazio minimo per varcare la sottile linea bianca mi sarei già lanciato, anche a discapito della mia incolumità, giusto per evitare di sentire ancora una volta tutto il repertorio cacofonico del tuo clacson, che ancora si erige alto sopra il rumore del traffico. Cosa ti avrò mai fatto di male per meritarmi un trattamento simile? Io che appena posso prendo la moto? Occupo poco spazio nei parcheggi, consumo un decimo di quello che consumi tu per avere il doppio delle tue prestazioni, e quando sono per strada, normalmente nemmeno mi vedi, così hai tutti i parcheggi, tutto il carburante e tutta la strada per te, dovresti ringraziarmi, sorridermi, pagarmi il caffé, invitarmi pure a cena, ed invece mi suoni a tutto spiano, cattiva.

Amica mia, ora la mia moto è sul cavalletto, e son venuto a bussare al tuo finestrino, tu fai finta che non ci sono, guardando fissa avanti, ma stranamente le trombe hanno smesso di suonare ed hai posato anche il telefono, vorrei dirti che sei graziosa, quasi sensuale in quel tailleur grigio, che fa molto maestrina, e che trovo i tuoi orecchini molto eleganti, ma l'educazione ed il senso del pudore mi fan da freno, e mi ritrovo a dire :

"Signora, se non smette di rompermi le scatole, con quel cavolo di clacson, rimaniamo qui sino al natale del 2013!"

Forse sono stato un po' più prosaico, ma tu intuisci il mio tormento interno, forse vorresti dirmi qualcosa, fermarmi, forse vorresti addirittura scusarti, ma in quei pochi secondi di pace che son riuscito a strapparti, ho varcato la sottile linea bianca dello stop, perduto per sempre nel fluire dell'umana marea, ancora più convinto che sto facendo la cosa giusta a preferire le due ruote alle quattro.