La Community Ting'Avert
Mobilis In Mobile
Scritto da edge - Pubblicato 09/11/2009 23:06
Il famoso motto del capitano Nemo, visto da un'ottica motociclistica...e perchè no?

Per chi non avesse letto Ventimila Leghe Sotto I Mari di Jules Verne, basta spiegare che Mobilis In Mobile è il motto del capitano Nemo e del suo Nautilus.

La frase in sé sta ad indicare un oggetto mobile in una sostanza mobile, cioè io mi muovo in una cosa che di per sé si muove autonomamente, proprio come fa una barca che si muove sull'acqua che ha sua volta ha un moto proprio. Tutto questo per spiegare un concetto che, potenza del latino, si riassume in tre parole: Mobilis In Mobile appunto.

Mi pare che questo concetto, una volta spiegato, possa essere applicato al mondo della motocicletta (che fa molto vintage chiamarla così).
Infatti, noi, a cavallo della nostra moto (o scooter), siamo mobili, in un ambiente mobile, che è la strada.

La strada ha acquistato negli anni una "coscienza" globale, ovvero, per qualcuno che osservi il traffico a un semaforo di una grande città (o meglio ancora una rotonda), parrebbe che ognuno faccia la sua parte per rendere mobile il tutto. Un po' come le tante particelle del sangue (globuli rossi e bianchi, piastrine ecc) che unite concorrono alla formazione di un elemento mobile (di nuovo... ora non lo scrivo più, ora non lo scrivo più...).

Orbene, senza dilungarmi oltre sul significato "filosofico" di questo articolo (non me ne vogliano i filosofi), io credo che la strada abbia una sua "anima" (quante virgolette...), e che per questo vada rispettata. Ricordate, fratelli, che facciamo parte di un ecosistema, e che siamo importanti per mantenerlo vivo.

Ora, quella persona su centocinquanta che ha letto fino a qui (tecnicamente questa cosa si chiama Captatio Benevolentia), si domanderà perché, perché diavolo io abbia scritto questa serie di nozioni apparentemente inutili e senza senso (probabilmente se lo sono domandati anche quelli che non hanno letto fino a qui... ma non sapranno la risposta... hahahaha).

Beh, perché volevo farvi riflettere, visto che la stagione motociclistica vera e propria è finita (almeno qui da me), su alcuni aspetti del nostro mondo.
Ad esempio, com'è possibile che ogni settimana così tanti fratelli si ritrovino in brutte condizioni all'ospedale o anche peggio?

Ragazzi, davvero, non conosco nemmeno voi del Tinga, figurarsi i motociclisti extra-tinga (che fra l'altro sono sempre di meno... hehe), però vi voglio bene a uno per uno, quindi cortesemente, anche io non è che rispetti sempre i limiti, ma almeno fatelo in sicurezza, per voi e per gli altri. Metallica docent: Luck Runs Out (la fortuna se ne va!).

Seriamente, questo articolo non vuole essere pedante e convincervi a tenere un andatura media di 30 km/h, però pensateci, quando salite in sella al vostro bolide, che è meglio divertirsi un po' meno una volta ma continuare a farlo per anni, che divertirsi una volta e non poterlo mai più ripetere (che bella calamita di sfiga eh?... dai, le corna ve le concedo, per i più scaramantici anche altro...).

Posto che non credo che rischiare la vita sei volte in tre chilometri sia divertimento puro, vi do un consiglio. Fate il 90% delle uscite con bikers che tengono andature più normali, e con la zavorrina, così "imparerete" a non eccedere. Poi una tiratina ogni tanto la si può anche fare!

Ciao fratelli, spero di non avervi annoiati... Buona strada e... Mobilis in Mobile!

p.s.: Non ho più ripetuto la parola mobile fino all'ultimo, direi che ce l'ho fatta!!!
 

Commenti degli Utenti (totali: 16)
Login/Crea Account



I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Commenti NON Abilitati per gli utenti non registrati
Commento di: tilt il 10-11-2009 08:51
Bell'articolo, sperando che venga ascoltato...
Commento di: pollaster il 10-11-2009 10:50
Bello ed anche piacevole articolo, condivido appieno.


Purtoppo non è facile "giocare" sempre sulla difensiva (qualche volta il polso si ribella foss'anche "semel in anno") e non sempre basta.



Commento di: edge il 10-11-2009 11:03
hehe

comunque rileggendolo sembra che io sappia il latino a meraviglia quando invece.....meglio sorvolare
Commento di: BandanaNera il 10-11-2009 12:19
........ah-ehm..... sarebbe "captatio benevolenti<b>ae</b>,

ma l'importante è il contenuto, condiviso "in toto"!! ;-)

LL (lampeggi latini)
Commento di: edge il 10-11-2009 13:20
chiedo venia (anzi, peto venia)(no, peto non è quel che pensate, ma è il verbo chiedere in latino)...
appunto perchè dicevo che non sono un mago del latino, ad ogni modo
LL
Commento di: neburzori il 10-11-2009 18:39
Si concordo si scrive "Captatio Benevolentiae" e comunque questi latinismi danno un certo spessore all' articolo che tra l' altro mi è piaciuto molto. Piacevole, e concordo su fatto secondo cui noi siamo parte di un ecosistema. Penso che molti considerino l' ambiente qualcosa da cui prendere e buttare (anche la sicurezza). Ciao lampeggio.
Commento di: hanamici_89 il 10-11-2009 21:05
gran bell'articolo...mobilis in mobile a tutti i colleghi motociclisti ;)
Commento di: _UBER_ il 11-11-2009 09:43
Al di là dei gradevoli latinismi e del contenuto dell'articolo, che condivido in pieno, devo dire sinceramente (con il massimo rispetto per l'autore, molto bravo tra l'altro) che in generale questo intervento mi risulta un pò ridondante e portatore di un messaggio ben concosciuto e già consolidato in moltissimi utenti.

Per carità, una parola in più sulla sicurezza non guasta mai, però a mio avviso è un pò superfluo riempire il sito di articoli che, alla fine dei conti, invitano ad andare piano, senza nessun valore aggiunto.
Si corre il rischio di cadere nel banale e di confinare un messaggio importante nell'alveo delle paternali, che tutti sanno essere assolutamente inutili.

Avrei preferito un contributo personale, magari un'esperienza vissuta direttamente o indirettamente, che celasse un messaggio di sicurezza e prudenza, piuttosto che un retorico e freddo invito ad andare piano.

E poi... Mobilis in mobile... va bene la filosofia, ma la strada in sè per sè non ha nulla di mobile. Provate a togliere dalla strada le moto, le auto, le bici, i pedoni, gli animali, ogni tipo di veicolo e di essere animato insomma... dove sta tutta questa mobilità????? Se non fosse per il vento che sposta le cartacce e fa' muovere le foglie, il filmato di una strada potrebbe essere tranquillamente un quadro.

Che poi la strada vada considerata come qualcosa in continua evoluzione (di condizioni), questo è un altro discorso. Ma di lì a paragonarla agli abissi oceanici (lì si che l'acqua è in continuo movimento) mi pare un pò eccessivo...

Apprezzo comunque la metafora, lo spunto filosofico ed il richiamo al latinismo... In questo mondo di sms, msn, fcb, mms, tvb, xxx, cmq... e chi più ne ha più ne metta, l'articolo è di assoluto pregio.



Commento di: edge il 11-11-2009 10:15
apprezzo la prima critica, che effettivamente rispecchia la realtà.
D'altronde io chi sono per dare consigli sulla sicurezza? tuttavia l'articolo voleva essere un'occasione di confronto, ed esperienze personali grazie a dio non ne ho vissute.

non concordo in pieno invece per ciò che riguarda la seconda critica, che a dire il vero mi pare un po' sterile, anche perchè per strada non intendevo certo la striscia d'asfalto, ma proprio un organismo formato da pedoni, moto, bici, vetture, ma anche animali ecc

però certo, non possiamo avere le stesse idee ;)

detto questo sono contento di aver trovato qualcuno che analizzi a fondo gli articoli e li commenti razionalmente, e non si limiti magari a giudicare senza sapere di cosa parla, mentre mi pare che uber sia una persona estremamente competente.
meno male che ogni tanto qualcuno si spende per la qualità e non solo per la quantità.
Edo
Commento di: _UBER_ il 11-11-2009 10:29
Hai capito il mio spirito, sono contento.
Spesso il rischio del linguaggio scritto, privato di mimica, gestualità ed espressioni fisiche, è quello di non essere perfettamente compreso, specialmente nelle intenzioni.

Ancora una precisazione: le mie non erano critiche ma un modo diverso di vedere le cose.
Tu, come tuttti gli utenti, hai il pieno diritto di lanciare un monito a favore di sicurezza e prudenza, però volevo sottolineare il pericolo di inciampare nella retorica e nell'arido paternalismo.

Quanto alla strada... è una visione soggettiva. Così come vi sono visioni animiste (per cui anche le pietre sono considerate viventi) così vi sono punti di vista estremamente razionali.
A mio avviso però, la strada può essere considerata "mobile" e quindi animata solo in funzione di altri soggetti animati: vive quindi una vita riflessa, è mobile finchè vi sono altri elementi mobili che interagiscono con essa e non perchè sia mobile in sè per sè.

Ora però sto diventando noioso io... :-)

LAMPS a tutti!!!!!!!!
Commento di: edge il 11-11-2009 10:35
per te noioso ed interessante sono sinonimi? perchè era molot interessante =)

adesso però sono curioso....cosa studi o cosa hai studiato o che lavoro fai??? mi pare che la filosofia la mastichi bene (che brutta espressione, lo so).
Commento di: _UBER_ il 11-11-2009 11:09
Purtroppo (o per fortuna, chissà... :-) ) non faccio un lavoro che ha a che fare con la filosofia...
L'ho studiata bene al Liceo, durante il quale ho avuto l'onore di avere come docente un vero filosofo che aveva la grande capacità non solo di farti amare la materia ma di insegnarti a pensare con la tua testa...

La filosofia, a prescindere dalla corrente che si decide di sposare o alla quale si dà vita, è qualcosa che riempie le nostre giornate e ci eleva tanto più ne siamo coscienti: vivere senza porsi delle domande, senza cercare spiegazioni e senza nutrire curiosità alcuna significa subire passivamente gli eventi e sprecare un grande dono: la coscienza umana, ciò che ci contraddistingue rispetto alle altre creature.

Non è necessario essere dotti, non serve una laurea in filosofia... l'importante è l'amore per la vita, nostra e di ciò che ci circonda.

Commento di: stealthfighter il 19-11-2009 11:15
in ogni modo non concordo con uber sulla questione della strada come essere inanimato. La strada è per sua natura composta dai pedoni, dalle auto, dalla segnaletica, dalle vacche che fanno transumanza e dalle alci che ti possono capitare davanti. Togliendo tutto questo non hai più una strada, forse hai una pista in cui peraltro sei in un turno di prove libere in solitario, perché se ci fosse gara ci sarebbe cmq qualcun altro. Il che implica che se quell'altro occupa una posizione nello spazio per la fisica stessa tu non potrai occupare lo stessa posizione nello stesso istante. E di questo ne devi tenere conto. Ma volendo anche rinunciare a tutto il resto, snaturando però la strada e trasformandola in qualcosaltro, rimane il fatto che ti stai muovendo nell'atmosfera: l'aria, il vento la pioggia non li puoi escludere. sei sempre in movimento in qualcosa che si muove.
Commento di: _UBER_ il 19-11-2009 12:13
Se la metti così, tutto è "Mobilis in mobile". Io avevo un pò contestualizzato, alla luce della metafora "Nautilus e mare - moto e strada".

Tra l'altro anche io ho detto che la strada è un "ambiente dinamico", finchè però la si guarda come "ambiente", cioè come un complesso di elementi che interagiscono tra loro. In questo caso sono d'accordo con te: "la strada è per sua natura composta dai pedoni, dalle auto, dalla segnalaetica, dalle vacche...".

Se però consideri la strada in senso stretto, cioè solo per quello che essa è, allora non è qualcosa di animato. La strada non è i pedoni, la strada non è le vacche, la strada non è la segnaletica, la strada è strada e basta.

E' solo una questione di orizzonti, tutto qua. E comunque nessuno ha mai pensato che quando si va in moto si può avere la pretesa di relazionarsi solo con la strada (in senso stretto)... E' scontato che quando si va in moto si ci inserisce in un contesto più ampio e variegato: la strada intesa come "ambiente dinamico".
Commento di: edge il 19-11-2009 18:00
però uber, mi pareva anche ovvio che per strada non intendessi un nastro d'asfalto. se volete possiamo chiamarla Strada, per distinguerla dalla strada e basta.......
Commento di: MAK1 il 25-11-2009 11:20
Concetto affascinante il tuo, che conlima con una mia tipica espressione "Fantasie in strada" ( quando qualcuno fa manovre bizzarre).

difatti la strada come un organismo mobile, non ha dei movimenti precisi ma casuali e spesso fuori dal concepibile, quindi concordo ...stiamo sempre allerta e cerchiamo di non dare di fantasia ..

in realtà vi sono delle regole del vivere comune della strada che dovrebbero far si questa si muova ritmaticamente e non a caso!
regole che come detto, di tanto in tanto lontano dai centri abitati, vale la pena infrangere
ma sempre con una grade allerta... salvo pista dove le regole sono sempre presenti ma diverse..

si lo sò, un sacco di regole, ma è la convivenza con altri che le consiglia , sapete per via del rispetto reciproco.