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La metamorfosi (inconscia) del pilota
Scritto da Capro - Pubblicato 03/10/2008 16:56
Adattare il proprio stile di guida alle condizioni fisiche

Sono tornato in sella, dopo un lungo infortunio.
Il tempo trascorso tra operazione e fisioterapia mi ha ormai permesso di poter tornare in sella con sufficiente sicurezza (per me e per gli altri), e il primo giro in compagnia è stato di certo diverso dagli altri.

Diverso perché nonostante riesca a guidare, le condizioni della gamba non mi permettono di guidare come guidavo "prima". La gamba fatica ad portare le punte dei piedi sulla pedana, e la forza non c'è, mi sporgo alla prima piega, carico sulla pedana con scarsi risultati. L'istinto, il dolore e la paura mi portano ad "appendermi" al manubrio con effetti tutt'altro che simpatici, io in balia della moto, e non la moto condotta da me.

Con coscienza o meno, con il passare dei chilometri, riporto il mio "posteriore" sulla sella, non carico sulle pedane, uso più lo sterzo che la parte bassa della moto. E continuo a guidare, con gli stessi risultati di prima, pulito, forse meno veloce e reattivo, ma in sicurezza.

Ero partito con la mia mente ferma a 3 mesi fa, con i movimenti ormai programmati e metabolizzati di 3 mesi fa, ma con il corpo diverso per forza di cose, e tutto funzionava male, il connubio tra il corpo e la mente, se una delle due cose è cambiata, non è più efficace, il risultato (la guida pulita e sicura) non può essere lo stesso, e l'uomo (il pilota in questo caso) si adatta, anche inconsciamente ad un nuovo modo di "fare le cose".

Mi ha colpito questa capacità che tutti abbiamo di adattarci (sia per le azioni di tutti i giorni che per la guida in moto) con gli stessi risultati che avevamo prima, anche se le nostre condizioni fisiche sono completamente diverse.

Ma non dovremmo farlo "solo" quando torniamo in sella dopo un infortunio, dovremmo farlo anche quando siamo stanchi, stressati, arrabbiati... adattare il proprio stile di guida al proprio livello di attenzione e di integrità fisica credo sia il mezzo migliore per andare in giro in sicurezza, lo dobbiamo a noi stessi, e a chi è in giro per le strade e potrebbe essere in pericolo a causa nostra.
 

Commenti degli Utenti (totali: 12)
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Commento di: mary69 il 03-10-2008 20:13
Solo un gran cuore, una grande passione e una volonta' di ferro possono far si' che il corpo si adatti alle mutate condizioni fisiche.
Ammirevole e' il fatto di guardare avanti adattandosi piuttosto che star fermi a rimpiangere quello che non e' piu' (in questo caso per fortuna solo temporaneamente).
Commento di: -ShaSha- il 03-10-2008 22:40
grande..anche io ho subito 3 interventi alla gamba e adesso dopo 2 anni sono ancora in sella...ti capisco...LAMPS
Commento di: lapo85 il 04-10-2008 12:15
E' l'istinto di sopravvivenza che abbiamo tutti che ci fa adattare alle situazioni inconsciamente....fortuna nostra..purtroppo però succede che vogliamo andare contro ai segnali del nostro corpo, vogliamo forzare per forza il nostro stato di quel momento,violiamo lo spirito di sopravvivenza e ci facciamo male...successo anche a me e più di una volta, ma quando impareremo?
Commento di: Vetro il 06-10-2008 10:16
""Ma non dovremmo farlo "solo" quando torniamo in sella dopo un infortunio, dovremmo farlo anche quando siamo stanchi, stressati, arrabbiati... adattare il proprio stile di guida al proprio livello di attenzione e di integrità fisica credo sia il mezzo migliore per andare in giro in sicurezza, lo dobbiamo a noi stessi, e a chi è in giro per le strade e potrebbe essere in pericolo a causa nostra.""

Ciao Stefano!
Questa tua ultima riflessione mi sembra assolutamente utile, dedicata davvero a tutti quelli che "chiudono la vena" a prescindere dalle proprie condizioni.

Sono contento di leggere che sei comunque di nuovo in sella e che stai bene. Chissà che questo passaggio ti porti verso una moto... tedesca???
Commento di: pikke il 06-10-2008 17:28
Sapersi adattare è una dote importante anche quando si sale di nuovo in sella dopo la stagione fredda.
Magari siamo comunque andati a giro ma certamente con ritmi più "turistici" dettati dalle temperature e dalle condizioni dell'asfalto.

Poi quando si riparte con l'arrivo della primavera e temperature più consone capita di prendere dei rischi inutili.
La mente tende a ricordare i movimenti e i ritmi della bella stagione precedente, solo che il corpo non riesce ad adeguarsi con il rischio di trovarsi poi nei guai per aver mal giudicato la nostra prontezza.

A me è capitato di arrivare in curva, inserire la moto e restare bello in sella con le ginocchia che stringono il mezzo e la schiena rigida come un palo, senza accompagnare l'inserimento.
Risultato: curva sballata.

Per fortuna che so che può capitare e mi tengo mooolto margine in termini di velocità.
Commento di: poldo_60 il 07-10-2008 19:23
Francamente non ci vedo niente di eccezionale, perché considero lo spirito di adattamento una delle più grandi risorse dell'uomo. In ogni ambito. ;-)
Commento di: Capro il 07-10-2008 19:34
Si........si.........per carità, ho solo voluto condividere il mio ritorno in sella e le mie emozioni dopo 3 mesi con le stampelle ;-)
Commento di: poldo_60 il 07-10-2008 19:38
...e non era mia intenzione sminuirlo! :-)
Commento di: Franz71 il 10-10-2008 11:56
Beh capro, credo che la mutazione del tuo modo di gestire la guida dopo l'infortunio sia anche frutto di un riflesso di protezione e autoconservazione dopo l'incidente. Il cervello deve riprogrammarsi, il corpo riadattarsi e trovare di nuovo i suoi limiti; ri-inizia il feedback fra corpo e mente che ti riporterà ad un (nuovo) equilibrio, diverso dal precedente.
In ogni caso bentornato in sella, non mollare e goditi le emozioni, sempre fantastiche e uniche!
Commento di: Capro il 10-10-2008 17:15
Grazie Franz ;-)
Commento di: xXTrZXx il 10-10-2008 14:19
Concordo..
Commento di: Luca38 il 10-10-2008 21:00
Grande Capro, hai detto una cosa giustissima!