Quando lavare la moto diventa un incubo.

La notte è trascorsa insonne, incubi e immagini devastanti davanti ai nostri occhi, la catena secca e con puntini di ruggine, le carene color fango, i fanali ricoperti da un sottile strato di animaletti, la moto che torna indietro negli anni e più che l’ultimo modello di grido sembra una moto storica dimenticata nel garage. Sveglia all’alba, con la moglie già in costume e i figli con secchiello e paletta. Niente da fare, niente mare, oggi ho mal di testa e preferisco lavare la moto.

Carichiamo il carrello della spesa, sapone, spugna, ogni sorta di spruzzatore per vetri, plastiche, ferro, nero gomme, unguenti miracolosi e liquidi antistatici per la polvere. La nostra piccola a due ruote ci aspetta in garage per una bella doccia, è una splendida giornata di sole, una bella pulizia completa e un bel giro per farla ammirare.

Siamo pronti, moto sul cavalletto e tubo di gomma in mano, si comincia con una bella “sguazzata”, non troppo energica perché ci hanno detto che altrimenti l’acqua entra dappertutto, dobbiamo fare la doccia alla moto, non spegnere un incendio con un idrante, poi una bella passata di sapone, tanta bella schiuma profumata. Ma un attimo, poi se pulisco la catena si risporcano le carene, meglio che prima pulisca la catena. Via tutto il sapone e ci occupiamo della catena, pennello e gasolio ? Mah….mi hanno detto che ci vuole il petrolio bianco. Chiediamo a nostra moglie se ha del petrolio bianco tra i prodotti per la pulizia del bagno, come risposta ci “becchiamo” un “vaffa”…… allora c’è quella vecchia bomboletta spray per la pulizia della catena, pagata decine di euro e mai utilizzata. Il risultato non è granché, ma se c’è scritto che il prodotto pulisce la catena, allora la catena è pulita.

Nuova doccia e nuova insaponata (ma non verrà via la vernice a forza di sfregare ?), e una bella spruzzata di prodotto per togliere i moscerini che si sciolgono come neve al sole. Di nuovo una passata di spugna, con delicatezza perché a un nostro amico sono venuti via gli adesivi e ha speso uno stipendio per ricomprarli tutti rigorosamente originali. Una nuova doccia per togliere quell’ammasso di fango, moscerini, grasso di catena.

E’ ora di pranzo, un altro “vaffa” di nostra moglie, ma noi che siamo abituati a mangiare la domenica due piatti di lasagne e 10 cotolette oggi stranamente non abbiamo fame, e passiamo quindi all’asciugatura, veloci, perché un altro amico mi ha detto che se la moto si asciuga al sole rimangono degli antiestetici aloni sulle carene, incliniamo la moto per far sfuggire l’acqua dalle carene, e accendiamo il nostro potente compressore da 50 atmosfere alle 2 del pomeriggio, con la signora del primo piano che impreca urlando che le sembra di essere in un’officina, infine una bella passata con la pelle di daino, che lascia pallini gialli dappertutto (me lo aveva detto che quelle da pochi euro facevano schifo). E allora vai di spray lucidacruscotti e panno morbido.

Ora è proprio bella la nostra moto, ma è giunto il momento tragico, ingrassare la catena, bisogna farlo con cura, un altro mio amico aveva spruzzato un po di grasso anche su una gomma, e alla prima piega sulla Futa è volato per terra. Si crea una barriera invalicabile tra la catena ed ogni altra parte della moto con pezzi di cartone, stracci, e a volte anche le mani, e si da una bella spruzzata di grasso, ma poco perché poi quando arriviamo a 10.000 giri il grasso schizza in ogni angolo della moto. Una bella passata finale ai cerchioni e una buona dose di nero gomme, la gomma bella nera fa più paura, è più aggressiva.

Che spettacolo, la moto sembra nella vetrina della concessionaria, anzi forse è ancora più pulita di prima. Dopo 4 ore di duro lavoro il nostro gioiello risplende alla luce del sole. Inforchiamo tuta, stivali, guanti e paraschiena e andiamo a fare un bel giro perché tutti vedano che gran pezzo di moto abbiamo, cercando di evitare moscerini, vespe e altri insetti, con una guida da ubriaconi e senza mai superare i 2000 giri per paura che la catena spari grasso sulle carene. Siamo ormai vicini alle colline, adesso ci “spariamo” quattro belle pieghe, mah… che succede ? Dov’è il sole ? La nuvoletta fantozziana è sopra di noi, e scarica 100mm di acqua in 10 minuti, cerchiamo la tettoia di un benzinaio, un ombrello, un cornicione, uno straccio di riparo, ma ormai nulla ci salverà dalla tragedia, le strade sono un pantano, e torniamo verso casa a 10km orari per evitare di peggiorare la situazione. Nostra moglie ride di gusto, e forse oltre ai vari “vaffa” ha pure gufato.

Adesso il “vaffa” lo dico io, la moglie e i figli li mando al mare a dicembre, domani mi prendo un giorno di ferie e lavo di nuovo la moto.