E' un po' come il primo amore, non si scorda mai. Nonostante gli anni trascorsi siano ormai molti (purtroppo), ricordo ancora la sensazione provata, quel senso di farfalle nello stomaco, il tremolio delle gambe, la paura!

In fondo la patente l'avevo conseguita guidando una vespa tutta sgangherata... questa a confronto pareva un bolide della strada!
Primavera del 1989, il fatidico giorno, vado dal concessionario a ritirare la moto, anche se non è la moto dei miei sogni, mi sento già fortunata per il fatto di poterne avere una.
Sistemate le pratiche burocratiche, è l'ora di montare in sella alla mia Hondina 125 nsf bianca, blu e rossa, ho il cuore in gola, non so se sono più eccitata o agitata!

Cavoli in un attimo mi frullano mille cose per la testa, oddio e se... ma se poi... e... ma magari... fffffff un respiro profondo, dai Samy ce la puoi fare mi dico per incoraggiarmi, giro la chiave, un colpo deciso alla pedalina (no comment) e... non parte!!
Panico! Ecco lo sapevo cosa ho sbagliato? eppure la marcia non è inserita... nel casco sento un forte calore e già mi vedo rossa paonazza per l'agitazione, mi guardo attorno per vedere se qualcuno mi sta osservando, fortunatamente a parte mio padre che ride, non c'è nessun altro... fffffff ancora un respiro intenso e via nuovo colpo sulla pedalina. Questa volta sento il suono melodioso del motore!! è partita, cavoli l'ho messa in moto, ancora non ci credo, do un colpo di gas e... si si il motore canta... la moto è accesa!

Wow il primo passo è fatto. Ora concentrati, mi ripeto, ricorda i preziosi consigli dell'istruttore: la prima in giù e tutte le altre in sù (con queste sagge parole potevo correre il gp), ok tiro la frizione e inserisco la marcia... tremolante come una foglia, con la salivazione azzerata e la tachicardia a 1000, vedo la strada intorno a me che si muove... ma no, sono io a muovermi.... cavoli ci sono riuscita!

Un'altra valanga di emozioni mi travolge! Un mix di felicità, soddisfazione, paura, terrore, e lo confesso non so se per gioia o per scarico di tensione, mi sono scendono due lacrimucce.

Sì sono io, sto “guidando” ce l'ho fatta, urlo nel casco, e metto la seconda, piano piano la tensione va scemando, mi prendo il lusso di guardarmi attorno, le cose sembrano così diverse, la strada, gli alberi, eppure il percorso è lo stesso fatto in macchina pochi minuti prima! Mentre faccio le mie considerazioni, il motore chiama, cambio marcia ora sono in terza, ohi m'è venuto istintivo di cambiar marcia penso.

Ma come mi sembra di aver preso confidenza, scatta il preallarme, perché ok sono partita ma avanti a me ora c'è un stop! Niente panico, ricordati devi solo tirare la frizione, frenare, scalare... Ok.... panico! Tutte ste cose insieme? Non ce la farò mai penso... e le gambe ritremano, no non ora vi prego, dovete stare ferme, ritorna la paura a farmi compagnia coadiuvata dai mille ma e i mille se.

La riga dello stop è sempre più vicina, o mammina ci provo, non posso fare altro mi devo fermare...non ricordo di preciso l'ordine dei movimenti, ma mi sono fermata e la moto non s'è spenta! Appoggio la gamba tremolante a terra, guardo a sinistre e poi a destra, via libera, perfetto non c'è nessuno posso ripartire “tranquilla”. Metto la marcia, un colpetto di gas e la moto ricomincia a muoversi, questa volta un po' saltellando. Riprendo fiato, che ho trattenuto per tutta la durata dell'operazione, sono ancora un po' agitata ma fiera di me, casa mia non è distante, e cavoli voglia di scendere non è ho, anche se ho promesso a mamma di rientrare subito. Onde evitare inutili polemiche il primo giorno, decido di godermi quel breve tragitto che devo percorrere per rincasare, la strada che faccio non è trafficata, per cui non ho particolari apprensioni e riesco anche in questo caso a sbirciare un po' in giro, l'unico sussulto ce l'ho quando un tipo con un vespa truccato mi svernicia facendo un baccano infernale e provocandomi una strizza pazzesca!

Tempo una manciata di minuti e arrivo davanti al box di casa, peccato è già finito il giro, e “come una vera”, spengo la moto, metto il cavalletto, mi levo il casco, e con un sorriso beota stampato in faccia, parlo con le persone (vivo in condominio) e gli amici che nel frattempo sono venute a vedere la moto.

Mentre loro sparlottano, io li ascolto distrattamente, sento solo un bla bla di fondo e continuo a ripensare alle emozioni provate, alla gioia, alla felicità, alla paura, alla sensazione di libertà mai avuta prima, all'orgoglio che provo nell'essere riuscita in qualcosa a cui tutti mi dicevano di rinunciare, alla voglia di rimontare subito in sella. Apro il box, e metto via la mia piccolina, prima che qualcuno abbia la brillante idea di salirci, le faccio l'occhiolino e le sussurro “a domani”, mentre di malavoglia abbasso la serranda.

Che giornata fantastica, a distanza si 19 anni e diversi chilometri percorsi, ripensandoci, ancora mi emoziono e ricordo tutto esattamente come se fosse successo ieri. Sono pochi gli eventi che nella mia vita mi hanno saputo regalare tante emozioni diverse in una volta sola!