Questo articolo è dedicato a tutti quelli come me che, d’inverno, sono costretti a lasciare la moto ferma...

Non tanto per questioni legate al pericolo ghiaccio o perché le giornate si sono accorciate, ma più che altro per motivi di salute.

Ebbene si. Nonostante l’abbigliamento invernale, l’essere super-coperti anche sotto giacconi, pantaloni e tutto il resto, puntualmente si ritrovano ad avere l’influenza dopo le tranquille cavalcate delle giornate invernali.
Per me, e per altri come me, è una maledizione. Una tortura.
La moto è ferma giù in garage.
E come se non bastasse, oltre al danno, va ad aggiungersi la beffa.

Sì, perché nei momenti tristi pensiamo ai bei ricordi. Che fanno ancora più male.
Per cercare di non pensarci,chiudo gli occhi.
E il pensiero corre velocemente alle cavalcate estive, che affrontiamo nonostante il caldo improponibile con l’abbigliamento tecnico.
E ancora alla visiera che di tanto in tanto si apre permettere a quel filo d’aria di scorrere sulla fronte e sul viso, per poi riabbassarla e riprendere la marcia sotto il sole.

Cose da pazzi, certo, ma la passione non ha prezzo.
E poi alle curve che affrontiamo in mezzo a paesaggi che avremo visto centinaia di volte, ma che percorsi con la moto diventano degli spettacoli incredibili.

Per non parlare del calore che dall’asfalto che si solleva quando siamo fermi ai semafori rossi. I momenti forse più “caldi” degli spostamenti estivi, ma che “sopportiamo” più che volentieri se siamo a cavallo della nostra moto.
E infine la soddisfazione di raggiungere la meta, assetati come tuareg dopo aver attraversato il deserto. La soddisfazione di quel bicchiere d’acqua, di quella Coca Cola o di qualsiasi cosa vogliate, ha un profumo ed un sapore che solo chi ha provato queste cose sa.

Poi però riapro gli occhi.
E mi ritrovo qui, nella mia stanza, a guardare dalla finestra le neve che sta lentamente cominciando a cadere.
Se c’è una punizione assegnata a ciascuno di noi, la mia è questa.
E fa male.


Riflessioni spontanee sull’inverno