La mia vita, un sogno ad occhi aperti che ogni giorno costruisco, impegnando a realizzare i miei progetti, le mie ambizioni... le mie speranze.

Scrivo ora, dopo 5 anni di moto, dopo tanti chilometri passati su una moto come compagna, e mi domando se mi possa definire un Motociclista, un Centauro. Forse, questa parola racchiude una molteplicità di significati soggettivi difficili da esteriorizzare qui sul Tingavert.

Guardando il mondo, credo che molti ragazzi stiano su due ruote per necessità; io per scelta.
Da qui potremmo dedurre che un vero motociclista accetta il freddo, la pioggia, le vibrazioni e il rumore assordante del vento; quel vento che mi accompagna ovunque vado.
È come se noi centauri avessimo la necessità di viaggiare e stare a contatto con la natura, riappropriarci di quella naturalezza che nella società frenetica perdiamo… in moto si è disponibili, ci si aiuta, ci si senta fratelli!!! Diventiamo più umani, più NOI.

Penso che per viaggiare bisogna essere ottimisti: lasciasi andare, affidarsi a due sole ruote governate da una fisica che è l’equilibrio.

A volte capita che mentre viaggio, per qualche istante sembra di essere in un sogno: questo accade di solito con la moto che va a 90 all’ora quando il motore gira senza sforzo con un lieve e gradevolissimo suono musicale, sembra che lo Spirito sia lì dentro, in quella perfezione quando aste e bilancieri vanno in lieve risonanza. Accade di solito quando tutt’intorno è silenzio. Solo la natura. Accade quando puoi stare per minuti perfettamente immobile sulla motocicletta con solo la mano destra leggermente stretta sulla manopola senza compiere il benché minimo movimento. Non hai dolori, né sentimenti esasperati, solo una sensazione che tutto vada bene e non potrebbe andare meglio. Tutto sembra immobile ed immutabile.

Paesaggi che cambiano, sapori, odori nuovi.
Il cervello è come se si spegnesse e tu voli via con quella dolce musica che ti accompagna sempre..

Per me questo è viaggiare. In questi momenti io sono completamente felice, in quell’istante nessuno può disturbarmi. I problemi stanno fuori. Nessuno mi dice cosa fare, dove andare; nessuno mi ostacola.
Siamo solo io e lei.
Credo che il viaggio stesso sia decisamente più importante della meta.

Forse risulterà difficile capirmi, ma mentre vado in moto e sento la musica cupa e possente del mio 4 cilindri Kawasaki, mentre sento la sensazione di attrito delle gomme con l’asfalto entro in quel feeling particolare dove tutto è più facile, più naturale…

Noi viviamo in una società frenetica, con obblighi e doveri, con responsabilità e pesi sulla coscienza; viviamo stressati.
Ma mentre si viaggia tutto questo scompare, nessuna fretta, la pace, chiusi nel nostro casco ad estrapolare migliaia di pensieri…
Tra questi ricorre spesso il “senso della vita”. Forse un senso la nostra vita non ce l’ha ma seppur per pochi attimi il tutto trova un senso. Questo avviene su una moto in viaggio, lontano da casa.


Il viaggio non è mai un viaggio compiuto, ma una continua ricerca, un continuo moto perpetuo…

Più penso che il viaggio sia una ricerca, più penso che chi viaggia sia una persona semplice, un motociclista..

Correte fieri, vivete liberi
fratellini bikers.

Mattia Calvo