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CAPRIOLO DELLA CAPRONI
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capriolo 75 sport
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gran parte della capacità produttiva risultava compromessa dai bombardamenti, fu arduo, per la Caproni, riorganizzare l' attività nell' immediato periodo postbellico. Il Conte Caproni intuì che la produzione di motociclette poteva essere un eccellente modo per riavviare la produzione. Nella nativa fabbrica di Arco risparmiata dalla distruzione prese corpo il progetto di una motoleggera. Probabilmente il naturale scenario alpino suggerì il logo e la fauna il nome della marca "Capriolo".
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Nel 1950 nella fabbrica Aero Caproni nasce il primo veicolo con motore da 49cc su telaio elastico Ducati. Il telaio Ducati Cucciolo era prodotto allora, nello stabilimento di Arco. La realizzazione del veicolo e' dovuta a G. Perini. Possiede già lo schema del motore da cui deriverà successivamente la fortunata serie Capriolo 75 e poi l' elegante Cento 50.
Il Capriolo 75
Si giunge al 1951 quando la Capriolo 75 venne presentata dall' Aero Caproni; mostra subito soluzioni originali anche se non inedite e un interpretazione stilistica particolare che la distacca dalle principali 75cc dell' epoca. Venduta inizialmente nella versione Normale, venne presto affiancata da una versione Sport con lievi ritocchi estetici, sella lunga, manubrio abbassato e parecchie modifiche al motore con incremento di potenza di 1CV.
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Il Telaio del Capriolo 75
Il telaio in lamiera stampata, mostra un evidente influenza di scuola tedesca (DKW, BMW) tanto che il rubinetto del serbatoio riporta le scritte in tedesco "ZU" e "OFFEN". Tuttavia e' reinterpretato con un attento studio specie nel forcellone posteriore. Nella prima versione il forcellone oscillante e' imperniato subito dietro il motore, connesso al telaio da una "pinna" e da una coppia di due molle coassiali racchiuse da astucci poste sotto il motore; due ammortizzatori a compasso in posizione classica costituiscono l'elemento smorzante della sospensione.
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Nella seconda edizione del telaio, il forcellone oscillante perde pinna e molle ed al posto dei compassi ci sono degli ammortizzatori idraulici in posizione inclinata. Per costruire le due fiancate in lamiera stampata la Aero Caproni si era dotata di presse speciali che stamparono poi anche alcuni lamierati per la moto Guzzi. Il telaio, una volta composto, assume configurazione a doppia culla intera con due robuste mensole nervate a sostegno degli ammortizzatori. Il serbatoio ovale viene ospitato parzialmente incassato nel telaio. La forcella, telescopica, con molle a spirale passo e cedimento variabili non contiene olio idraulico. Gli steli scorrono su boccole assiali di microtex da lubrificare tramite tappi posti sopra la piastra superiore ogni 1000Km. Le ruote da 24x21/4 hanno mozzi in lega di alluminio con freno laterale e perni sfilabili. Il mozzo posteriore e' scomponibile a livello del parastrappi in modo da poter sfilare la ruota posteriore senza togliere la catena.
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Motore del Capriolo 75
Il motore, quattro tempi, e' di interessante architettura, raffinato per la classe del motociclo. L' albero motore, disposto longitudinalmente, viene supportato da due cuscinetti. Anteriormente c'e' il volano magnete, mentre una coppia conica trasmette il moto alla frizione coassiale all' albero del cambio in blocco a quattro marce. Disposto tradizionalmente permette di avere la trasmissione finale a catena. La leva del cambio a bilanciere con preselettore interno si trova sul lato sinistro. Un ulteriore coppia conica con un piccolo albero verticale trasmette il moto alla camma posta in testa. La lubrificazione a carter umido e' ben curata con una pompa a stantuffo che spinge l' olio in tubature visibili poste all' interno del monoblocco (prima versione di motori). Successivamente i condotti verranno annegati nella fusione del monoblocco (secondo tipo di motori). La mandata di olio della pompa per il condotto in testa e' abbondante tale da far si che anche i cinematismi della testa lavorino a bagno d'olio. Il comando della pompa e' dato da una camma coassiale all' albero ausiliario del cambio. Utile il filtro olio centrifugo, peccato che sia posto in posizione tale da dover smontare testa, cilindro, volano e il carter anteriore del motore per poterlo pulire.
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Il Capriolo 75 ebbe un buon successo commerciale, venne prodotto come descritto in parecchie migliaia di esemplari e i vari modelli dal 1951 al 1957 anche sotto la denominazione Aeromere. Da sottolineare come le transizioni tra i vari anni di produzione non siano repentine ma morbide con i particolari dei modelli che sfumano trasformandosi. Si assiste quindi all' aggiornamento del motore montato sempre nel telaio primo tipo, poi alla introduzione del serbatoio ovoidale senza disegno a sbalzo con riga nera longitudinale e così per tutte le altre varianti. In questo periodo la Aero Caproni decide anche di partecipare alla manifestazioni sportive dell' epoca per fornire adeguato supporto pubblicitario alla moto.
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Nasce così un modello che chiameremo "derivato serie", competizione o CORSA, destinato al solo impegno sportivo. E' distinto da una forcella anteriore teleidraulica con registro dello sterzo, nuovo freno anteriore, dall' arretramento dei comandi, della sella e dalla foggia del serbatoio particolare. Nel motore oltre alla presa del contagiri, coppa olio maggiorata, vi e' installato un particolare castello in lega con coppia conica che trasforma la macchina ad albero a camme in testa. Essendo un modello destinato alle corse, ha molte varianti che rendono difficilmente classificabile la moto, ma le caratteristiche base descritte sono ritrovabili negli esemplari sopravvissuti. Data la robustezza della moto le gare principali ove raccolse vittorie furono quelle di gran fondo quali la Milano Taranto del 1954 con Galliani e sempre con lo stesso pilota il Giro Motociclistico d'Italia del 1955. In molte altre gare anche con moto poco lontane da quelle di serie la piccola moto Trentina si fece onore battendo o contrastando efficacemente Laverda e Ceccato suoi avversari di allora.
Il Capriolo 125
Sebbene la Cento 50 fu una moto di gran classe che incontrò i favori degli addetti ai lavori e gli elogi della stampa specializzata non era una moto sportiva adatta a soddisfare i corridori e anche se parca nei consumi non poteva incontrare il favore della maggioranza degli utenti dato il suo costo iniziale. Così nel 1955 venne presentato al Salone di Milano il Capriolo 125. Il motore sempre a quattro tempi completamente rinnovato, perde la classica camma frontale,ha l' albero motore trasversale al senso di marcia e il basamento, con una tradizionale linea ovale, include il cambio a 4 marce comandato dal lato sinistro. La trasmissione primaria venne realizzata con ingranaggi cilindrici a denti elicoidali, la frizione e' a bagno d' olio con dischi multipli in acciaio e materiale d' attrito. La trasmissione secondaria e' ha catena sul lato destro della moto. Il cilindro, generosamente alettato, ospita sul lato sinistro l' alberino verticale della distribuzione scomposto in due parti per compensare le dilatazioni termiche. Superiormente una coppia conica trasmette il moto all' albero a camme in testa mentre inferiormente si accoppia all'albero motore con una coppia di ingranaggi a denti elicoidali. Discreta la potenza alla ruota di 7.5 CV con coppia ben distribuita sui 6000 giri che uniti al peso contenuto di 95 Kg permetteva alla macchina di competere in prestazioni con il Cento 50 ma a costi più contenuti. Il telaio a doppia culla in lamiera stampata e forcellone oscillante riprendeva la ciclistica della Cento 50 con ruote da 19 x 2.50 a perni sfilabili. I freni, entrambi a tamburo centrale da 160mm x 30mm assicurano un efficiente frenata. Il mozzo posteriore scomponibile include il parastrappi ad elementi in gomma. La moto resterà in produzione a tutto il 1957 e nei primi del 1958 per essere poi sostituita dal Capriolo 125 De Luxe.
La Caproni Vizzola
Prima di procedere oltre con le moto di Arco e' doveroso aprire una parentesi. Come gia' citato nell' introduzione, l'inizio della Seconda Guerra Mondiale vede la Caproni come un grande complesso industriale che ha assorbito svariate piccole e medie industrie tra cui, nel 1935 la CNA di Roma che realizzò la Rondine e sul cui progetto, ceduto alla casa di Arcore, nacque la Gilera quattro cilindri. Quindi il gruppo disponeva di svariati stabilimenti tra cui le Costruzioni Aeronautiche Vizzola Ticino e Taliedo ove venivano prodotti aeroplani. Dopo la seconda Guerra Mondiale gli alleati proibiscono alla Caproni di continuare con la produzione di velivoli. L' opificio di Taliedo fu smantellato e la fabbrica di Vizzola Ticino, visto il buon successo del Capriolo si convertì alle motoleggere. Contrariamente alla scelta operata ad Arco di produrre integralmente una moto, a Vizzola si decise di assemblare il veicolo, derivando il modello da un esemplare preesistente. Raggiunto un accordo con la Tedesca NSU, al Salone di Milano nel Novembre del 1953 venne presentato il modello Max 250 da 247 cc motorizzato NSU. Eccezion fatta per il motore, uguale al modello Tedesco, il telaio in tubi a doppia culla chiusa, viene rivisto e migliorato specialmente nelle sospensioni anteriore e posteriore entrambe teleidrauliche. Nuovo e' anche il disegno del serbatoio che, unito agli ampi carter accuratamente lucidati, rende molto gradevole la moto alleggerendo l' aspetto massiccio del progetto Tedesco. Il discreto successo porta la Caproni Vizzola ad affiancare, in tempi successivi, la Max con i modelli Lux due tempi da 200cc motorizzato NSU e il 175 quattro tempi con motore FBM. Oltre alle moto di grossa cilindrata, nel 1955 verrà prodotto, a completamento della gamma, il ciclomotore Capriolo Quickly con motore NSU da 48 cc due tempi, due marce. Il telaio triangolare in tubi, ha il motore appeso a sbalzo e curiosamente la borsa porta attrezzi e' di eguale foggia a quella del Capriolo 75. Nel 1956, alla Fiera di Milano, viene anche presentato uno scooter con ruote alte, motore NSU e ruota posteriore parzialmente carenata. Denominato Scooter e' dotato di un telaio in tubi disegnato per un comodo accesso ma resterà solo a livello di pre serie. In pratica la produzione di motoveicoli cesserà a Vizzola attorno alla fine del 1959. La crisi degli anni '60 travolgerà anche questo ramo del gruppo che verrà poi ceduto alla Agusta.
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AEROMERE
Il 1957 e' un hanno particolare per l' Aero Caproni; infatti nell' Ottobre '57 l' ingegnere Giovanni Caproni a soli 71 anni scompare e la Aero Caproni, ceduta alla regione Trentino, subisce un riassetto societario ripresentandosi sulla scena motociclistica con il nome di Aeromere, acronimo di Aero Meccanica Regionale. La produzione dei precedenti modelli continua, ma ben presto vengono rimpiazzati dai nuovi. L' esigenza di contenere i costi porta l' Aeromere ad adottare soluzioni più convenzionali senza però stravolgere lo stile passato.
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Il Nuovo Capriolo 75
Nasce verso la seconda metà del 1958, il nuovo Capriolo 75 Turismo Veloce, affiancato dal Turismo Normale. Il telaio si presenta ancora in lamiera stampata ma a culla chiusa semplice e ingloba anche il parafango. Il forcellone posteriore oscillante, di nuova fattura, sempre in lamiera stampata e' scatolato e integrato da due ammortizzatori idraulici. La forcella anteriore viene aggiornata, perde i soffietti in gomma, assume un estetica da forcella teleidraulica vera pur rimanendo a boccole guidate e molle. Evidente la semplicità di assemblaggio; basta montare il forcellone con il suo perno, gli ammortizzatori al telaio, la forcella anteriore con il parafango e praticamente la moto e' completa. Il motore viene fissato con due bulloni al posteriore e con due piccole piastre triangolari sul davanti. Anche quest' ultimo viene completamente rivisto sia come architettura che come meccanica interna. Con il passato conserva due similitudini: la camma frontale e le misure di alesaggio corsa del precedente 75.
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Il disegno ovale dei carter motore con coppa olio integrata e' del 125 di due anni prima. La nuova disposizione degli organi interni; il comando a bilanciere del cambio a quattro marce si trova a destra il volano magnete a sinistra montato sull' albero motore ora scomponibile. L' albero della distribuzione leggermente inclinato in avanti di una dozzina di gradi, trae il moto direttamente dall' albero motore grazie ad un rinvio del tipo pignone/vite senza fine a più principi. Interessante la soluzione della pompa dell' olio ad ingranaggi montata coassiale all' albero della distribuzione. Il motore e' comunque ispirato alla massima semplicità affidabilità ed efficienza. Il nuovo Capriolo fu un buon progetto di disegno elegante e moderno, ottima maneggevolezza, con velocità massima superiore ai pari concorrenti Parilla, Bianchi, Guzzi. Infatti la moto, impegnata nella attivita' sportiva, raccolse buoni successi pur non risultando vincente come la vecchia 75. Gli allori comunque vennero, per la piccola moto Trentina, dalla versione regolarità sia alle Sei Giorni internazionali dal 1958 al 1961 con l' onnipresente Strenghetto ed altri valenti corridori, che dal Campionato Italiano.
Capriolo 125
In Aeromere i successi sportivi del '58 catalizzarono le energie e la fabbrica si impegnò con nuovo slancio produttivo ad aggiornare il parco modelli presentando, nel '59, la nuova Capriolo 125 Gran Turismo anch' essa con telaio in lamiera stampata monoculla, comoda sella monoposto, manubrio rialzato, nuovo motore con cambio a destra, avviamento a sinistra, e camme a disco in testa direttamente derivato dalla nuova 75. Della 125 fu realizzata anche la versione denominata Capriolo 125 De Luxe meglio rifinita, manubrio basso, sella lunga con velocità massima di 100 Km/h. Molto bello anche il serbatoio, dalle linee tese che reca impressa in bianco sullo sfondo rosso metallizzato, un fregio che sembra la sagoma stilizzata di un uccello in volo a richiamare il nuovo logo della casa.
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Il Capriolo 100
A fianco dei due modelli da 75cc e 125cc, al fine di ottenere una maggior penetrazione nel mercato e soddisfare un ampio numero di utenti, venne introdotto il modello Capriolo 100 che e' in pratica un 75 T.V. potenziato nel gruppo termico il cui l'alesaggio cresce a 53 mm con corsa invariata di 43 mm. Il motore, identico per il resto al precedente, vede la potenza erogabile salire a 6.2 CV con una buona distribuzione di coppia. Il telaio viene rivisto esteticamente specie nella zona centrale dove trova posto la cassettina attrezzi, ora sul lato destro, e l' avvisatore acustico posto a sinistra. Il serbatoio ricalca le linee aggressive del 125 e la ciclistica resta quella del 75. Delle precedenti macchine mantiene le caratteristiche di stabilità e maneggevolezza tipiche dei modelli da fuoristrada impegnati nelle competizioni. Verranno allestite due versioni stradali,come ormai tradizione della casa, una di impostazione turistica sella monoposto, l'altra più sportiva,con sella lunga e posizione di guida raccolta grazie ai due piccoli semimanubri. Prenderanno rispettivamente il nome di Capriolo 100 Turismo e Bondone, dalla celebre salita alle porte di Trento. Originale la verniciatura del 100 in marrone chiaro finemente metallizzato con fregi bianchi sul serbatoio; l' accoppiamento cromatico comunque elegante e ben riuscito. Tutti i modelli, nelle tre cilindrate, non ebbero il successo commerciale sperato nonostante gli sforzi profusi in campo sportivo e nell' esportazione sui mercati Inglese e Nord Americano. Nell' Aprile '62, alla Fiera di Milano, viene presentato il Capriolo Scooter 150 con motore da 150cc, quattro marce, ruote basse e la cui linea ricorda, specie nella coda, l' Orsetto Bianchi. La moto non avrà seguito, così come la speciale versione da trial del 125 che i fratelli Rickman realizzarono in Inghilterra lo stesso anno.
I tempi stavano cambiando. Infatti gli anni sessanta furono indubbiamente duri per tutta l' industria motociclistica Italiana; l' automobile, intesa come utilitaria, erode sempre più lo spazio alla moto costringendo le case a ridurre i costi di produzione offrendo allo stesso tempo prestazioni migliori. Ma purtroppo il mercato non e' ancora maturo per interpretare la moto come mezzo di svago e il destino di molti costruttori e' segnato. La parabola dell' avventura industriale in campo motociclistico della fabbrica Trentina e' durata una dozzina di anni circa; in pratica alla fine del 1962 la produzione di motoleggere viene a cessare mentre continuerà quella di aeroplani da turismo. Ora restano le moto, il ricordo ben vivo in coloro che hanno posseduto da giovani un Capriolo, la passione in chi ha conosciuto la marca in tempi ben più recenti. Questa breve storia vuole contribuire a diffondere la conoscenza del Capriolo e ad incoraggiare gli sforzi a sostegno del marchio del Conte Massimo Caproni. Da sempre impegnato con la famiglia nei motoraduni di Vizzola Ticino e dal 1999 in quello di Massone, ha recentemente costituito con sede a Trento in via Mazzini 14 il Registro Storico Capriolo assumendone la carica di presidente.
Ringraziamenti
Un grazie particolare a Enrico e Giorgio che hanno contribuito alla genesi di questa avventura.
Giuseppe Perini nato a Riva del Garda nel 1925 entro' in Caproni nel 1943 come capo officina. Realizzo' il motore da 50cc che piacque in fabbrica e servi' come base per la costruzione del 75. A lui si deve anche l' idea del Cento 50.
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Appassionato motociclista oltre che bravo tecnico usava anche collaudare i prototipi per individuarne i difetti e migliorarne l' affidabilita'. Purtroppo nel '53 un incidente, proprio durante uno di questi collaudi, gli costo' la vita non permettendogli di vedere la Cento 50 completamente realizzata.
DA QUESTE MOTO NASCONO LE MV AGUSTA
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