Antefatto dell'antefatto
Perché esiste sempre un antefatto, a volte due!
Era la metà degli anni novanta e un ventenne di belle speranze organizzava con gli amici di sempre un giro d'Irlanda in fly&drive, formula molto in voga a quei tempi (e pure ora, in realtà), attirato dal verde, dalle bionde, dalle rosse e dalle scure, alcooliche e non! Al solito, l'entusiasmo iniziale condiviso si scontra con i problemi quotidiani (lavoro, denaro, impegni...) e al momento di finalizzare l'organizzazione il giovane resterebbe solo a far da reggimoccolo ad una coppia . Il viaggio resta quindi nel cassetto dei sogni (sempre detto che son meglio le mensole così i sogni rimangono ben in vista).
Antefatto
Motograna 2014 - il giovane di belle speranze non è più tanto giovane, ha comprato una moto (in realtà due dopo che la prima lo ha abbandonato...) e con questa viaggia non appena ne ha la possibilità. Un amico motociclista, gran viaggiatore, propone per l'estate 2015 un viaggio in Irlanda. Il non più giovane, sempre di belle speranze, aderisce immediatamente con entusiasmo.
Inutile dire che il giovane non più giovane sono io...
Negli anni passati avevo avuto modo di visitare Dublino, me ne ero innamorato e il desiderio di visitare l'Irlanda tutta era ancora più grande.
Con gli amici del motograna ci si incontra nuovamente a Casina, al CheFreffen, e si comincia a parlare concretamente del viaggio. Saremo in tre: Franco (TDMonza, il promotore e organizzatore), Marcello (topomotogsx) ed io. Nelle settimane successive si comincia con il dare un'occhiata ai traghetti dalla Francia, si decide di traghettare direttamente verso l'Irlanda, la scelta sia per l'andata che per il ritorno cadrà sulla tratta Cherbourg-Rosslare, si individua il periodo (due settimane dal 6 al 21 Giugno) e la macchina organizzativa è in moto e ben oliata. Si decide per il periplo in senso orario dell'isola con visita anche dell'Irlanda del Nord e una sosta di due giorni a Dublino.
Arriva il nuovo anno e con esso la conferma del periodo di ferie, la prenotazione del traghetto, la definizione del programma (percorso, luoghi da visitare, pernottamenti... gran lavoro di Franco!), la prenotazione degli alloggi (immenso Marcello) e, una volta definito tutto non resta che attendere il giorno della partenza.
Da parte mia c'è stata anche la necessità di attrezzare la moto di valigie laterali (col solo bauletto non avrei potuto far stare i bagagli per 16 giorni), l'acquisto di una tenda (Decathlon santo subito...) e di un po' di attrezzatura mancante.
Dovendo lavorare fino alla sera di venerdì 5, sfrutto il weekend precedente e la festa della repubblica per preparare i bagagli. Venerdì sera la moto è carica, io sono pronto (pronto? non so se sono veramente pronto ma ormai il dado è tratto...) e sabato mattina inizia l'avventura.
Sabato 6 e Domenica 7 Giugno
Il ritrovo è fissato per le 6:00 del mattino all'ADS Villarboit Nord dell'autostrada Torino-Milano. E' presto ma i km da fare sono tanti. Nonostante gli sforzi arrivo con una decina di minuti di ritardo, Franco e Marcello sono già lì che aspettano. Decidiamo di prendere un caffé ma una comitiva di pellegrini diretti a Torino per l'ostensione della Sindone ci precede. Un pullman di pellegrini che fa colazione... e la nostra sosta si protrae . Finalmente si riparte, fino a Susa tutta pallostrada poi il Moncenisio a movimentare un po' l'andatura. Certo che, con la moto carica come un mulo le curve del passo che conduce oltralpe non si possono fare "ginocchio a terra" (anche con la moto scarica non è che sia l'emulo di Valentino Rossi...). Sosta benzina poco oltre Lanslebourg per sfruttare i favorevoli prezzi francesi, quindi nuovamente autostrada verso Lione, città caotica da attraversare anche utilizzando la Périphérique, sbagliamo strada ma subito riprendiamo il percorso corretto verso Clermont-Ferrand e Saint-Amand Montrond, tappa della prima giornata di viaggio.
Tappa in campeggio. Considerando la necessità di ripartire presto la mattina successiva optiamo per una sistemazione in mobilhome o simile per evitare di dover smontare le tende ad ore antelucane. Ci viene proposta una tenda attrezzata con cucina e quattro posti letto ad un prezzo convenientissimo. Accettiamo e, da buoni italiani all'estero, ci esibiamo già dalla prima sera nella cucina: un'abbondante razione di pasta che aveva trovato spazio, insieme ad altri generi di conforto, nei nostri bauletti.
E' il giorno della finale di Champions League. Durante l'organizzazione del viaggio avevo ignorato la data (era poca la speranza che la mia squadra ci arrivasse...). A Berlino invece va in scena Juventus-Barcellona. Mi sono quindi sincerato che in campeggio si potesse vedere e così, dopo cena, mi trovo nella sala TV in compagnia di un italofrancese con indosso la maglia dello Juventus Club Parigi ad assistere alla partita. Il segnale televisivo è pessimo, e le sorti della partita non sono favorevoli alla mia squadra. Ce la siamo giocata ma non è stato sufficiente.
Vado a letto non proprio felice. Il sonno mi restituisce l'indomani al viaggio di buon umore anche se la partenza è nuovamente all'alba. Chilometri e chilometri di pallostrada attraverso la Francia. Il paesaggio è vario e interessante, già ieri, dopo aver valicato lo spartiacque tra Mediterraneo e Atlantico, tra Rodano e Loira, abbiamo avuto modo di apprezzare un clima più fresco e ventilato e di attraversare una zona di dolci colline coltivate a cereali, con le spighe ormai mature accarezzate dal vento. Le colline hanno lasciato spazio alla pianura ma il paesaggio naturale rimane piacevole. L'orario favorisce l'avvistamento di un cerbiatto nei campi a lato dell'autostrada e con l'avanzare della giornata è il volo dei rapaci a farci compagnia. Man mano che ci avviciniamo alla Normandia si alza il vento e il freddo si fa pungente. In prossimità di un'area di servizio mi porto in testa al gruppo e propongo una sosta per vestirmi. Entro pure contromano... sarò già in clima irlandese?
Arriviamo in Normandia il giorno dopo le celebrazioni per l'anniversario del D-day (il D-day-after ), incrociamo parecchi mezzi militari della seconda guerra mondiale, Jeep e camionette, protagoniste della rievocazione dei fatti avvenuti 71 anni orsono che hanno segnato la storia dell'Europa e del mondo moderno.
La curiosità di visitare la Normandia è molta ma per questo viaggio l'obiettivo è un altro: l'isola di smeraldo ci aspetta, anzi per ora ci aspetta un traghetto della Stena Line, battente bandiera italiana , sul quale stiviamo le moto prima di prendere posto sul ponte dove trascorreremo le successive 18 ore e mezza di traversata.
Dal bauletto di Franco, che sempre di più durante il viaggio ricorderà il gonnellino di Eta Beta per la quantità di oggetti che contiene , spunta un salame (altrimenti detto oggetto di culto) che sarà la nostra cena, invidiata dagli altri passeggeri, soprattutto gli italiani! Il comodo divano della zona bar ci accoglie per la notte e l'alba del nuovo giorno ci attende nella terra di San Patrizio.
Lunedì 8 Giugno
Sbarchiamo a Rosslare di prima mattina. In traghetto abbiamo conosciuto due coppie di motociclisti di Padova che faranno il giro dell'isola con le loro BMW, si uniscono a noi per il primo pezzo del viaggio, il motociclismo è anche questo.
Primo approccio con la guida a sinistra, non sembra così grave, bisogna fare attenzione, guardare a destra agli incroci, evitare la corsia sbagliata nelle svolte, non essere l'apripista aiuta (abbiamo lasciato il compito a Franco, oltre ad avere organizzato il percorso ha già esperienza di guida contromano...). Bisogna prendere confidenza anche con i cartelli stradali, diversi da quelli a cui siamo abituati. Per esempio un cartello bianco con una macchina fotografica a soffietto non indica un punto panoramico bensì la possibile presenza di rilevatori elettronici di velocità (vero Marcello? ).
Un po' di chilometri e siamo a Hook Head, il bellissimo faro è il più antico d'Irlanda ancora funzionante. Nelle adiacenze ci sono un piccolo museo dedicato alla guardia costiera, scopriremo che le coste irlandesi sono disseminate di salvagenti, e un negozio di souvenir (anche questi diffusissimi in tutta l'isola).
Si riparte in direzione Waterford, i veneti preferiscono procedere da soli (li rivedremo durante la giornata), e nel tragitto si attraversa New Ross, cittadina di origine della famiglia Kennedy (sì, proprio quella di JFK) e porto di partenza delle navi di migranti verso gli Stati Uniti: un monumento e il veliero Dunbrody rendono omaggio a questa fase storica così triste e così importante per l'Irlanda.
E' quindi la volta di Waterford e del suo orologio vichingo sulla riva del fiume.
La meta successiva è l'abbazia di Jerpoint: abbazia cistercense del XII secolo fondata dal re di Osraige e famosa per le sue sculture in pietra. La visitiamo e scattiamo un po' di foto, aiutati anche dal sole che fa capolino dalle nuvole.
Tornati alle moto ci occupiamo delle frecce della Yamaha di Marcello: improvvisamente hanno smesso di funzionare. Sostituiamo il fusibile ma si brucia anche il secondo... si proseguirà il viaggio senza frecce, Marcello nella posizione di mezzo tra Franco e me. Stiamo per partire e notiamo che l'auto a fianco a noi ha una gomma a terra, lo segnaliamo ai due occupanti, una coppia di francesi in viaggio con un auto a noleggio; notato che sono in difficoltà con il cambio ruota, diamo loro una mano e in men che non si dica li facciamo ripartire. Li reincontreremo a Kilkenny, tappa successiva del viaggio, dove ci ringrazieranno per l'aiuto e per le dritte sui contatti con la società di noleggio. A Kilkenny visitiamo i giardini del castello (è tardi per una visita dell'interno) e l'immenso parco caratterizzato da una distesa d'erba verde e rigogliosa. Il "prato inglese", tanto esibito dai proprietari di villette unifamigliari alle nostre latitudini e frutto di lavoro di piantumazione, taglio e innaffiatura, qui cresce naturale ed è decisamente più bello!
La prima giornata di viaggio volge al termine, la meta di giornata è Cashel che raggiungiamo attraverso una piacevole strada "movimentata" gustandoci un po' di curve. La visita della rocca (Rock of Cashel), antica fortezza del re di Munster in posizione dominante sulla pianura circostante, precede l'arrivo in ostello; riusciamo a seguire anche la guida che in inglese con accento irish narra le vicissitudini del castello e del regno di Munster, della costruzione in fasi successive di rocca, cattedrale e torrione abitativo. La visita, piacevole, si conclude con i saluti e i ringraziamenti della guida in lingua irlandese: anche se non siamo in un villaggio del Gaeltacht, le zone dove l'irlandese è parlato come lingua corrente, l'idioma gaelico è comunque molto diffuso e simbolo di "irlandesità" esibito orgogliosamente.
L'ostello che ci ospita per la notte è ricavato in una costruzione risalente all'epoca georgiana, comfortevole e dotato di cucina dove nuovamente ci esibiamo nella preparazione di un'abbondante dose di pasta che attira l'attenzione degli altri ospiti facendoci riconoscere indiscutibilmente come italiani. La serata prosegue con quattro chiacchiere in giardino con una ciarliera signora statunitense originaria di Cashel che torna ogni anno per le vacanze in Irlanda. Una piacevole conversazione tipica dell'ambiente informale di un ostello e altrettanto comune in Irlanda. La prima giornata vera di viaggio è stata un successo: quasi non ci siamo accorti di non aver pranzato!
continua...