A settembre 2013 ho acquistato da un privato la mia attuale Yamaha Fazer 8 Midnight Black anno di produzione 2011 . Ne sono stato entusiasta da subito, reputandola “il più bel mezzo a due ruote che abbia mai guidato” fino ad ora. Purtroppo però ho avvertito dal primo momento una certa sofferenza del mono posteriore meglio tradotta in un notevole “molleggiamento” ad ogni asperità assorbita dalle sospensioni. Questo tipo di comportamento, nei primi 1000/2000 km di utilizzo era quasi un’allucinazione poiché, non conoscendo ancora bene la moto, confondevo quest’effetto con un certo livello di “comfort” che probabilmente la casa aveva voluto dare a questo segmento “sport-touring”. Verso i 5000 km di utilizzo ho cominciato a capire che tale caratteristica poteva causarmi qualche fastidio, soprattutto in vista di un viaggio in Austria che mi accingevo a fare. Prevedendo di dover caricare borse laterali e zaino sul sellino posteriore, ho agito sull’unica regolazione del mono ammortizzatore, ossia il precarico molla. L’ho portato quasi al massimo della compressione ottenendo così solo un effetto ancora più isterico della norma. Sono tornato da quel viaggio con 6000km in più sulla strumentazione e la convinzione che quel mono facesse veramente schifo, altro che comfort! Nei mesi a seguire questa convinzione è diventata odio viscerale tanto da rendermi la guida nel misto di collina un vero e proprio incubo. I problemi sostanziali erano due: in primis ogni cambio di direzione ed ogni uscita di curva erano attanagliati da una perdita di tempo immensa, dovuta all’assorbimento di trazione e di potenza da parte di una molla eccessivamente scarica o fuori controllo; in secondo luogo ogni asperità assorbita si ripercuoteva per diverse decine di metri a seguire, azionando un sali-scendi terribilmente odioso. Nella prima condizione (cambi di direzione e uscita di curva) la sofferenza consisteva in perdita di tempo, dato che la moto si muoveva eccessivamente o affondava sul posteriore in accelerazione; nella seconda condizione, invece, i drammi seri si presentavano sui curvoni veloci dove una qualsiasi asperità o avvallamento poteva innescare sbacchettamenti anche pericolosi ad alte velocità e nel caso in cui fosse capito un sobbalzo poco prima di un inserimento in curva, prima sarebbe stato indispensabile tenere la moto ferma e dritta (a volte anche stringendola tra le gambe) prima di poterla lasciar scorrere nella curva. Comprimendo il precarico l’effetto “rimbalzo” si accentuava senza alcun miglioramento e quindi ho capito che il problema non era tanto l’efficacia della molla (fin troppo efficace!) quanto l’assenza di un freno in estensione, nonché di uno in compressione… praticamente il set completo di regolazioni che un mono di una stradale 800cc da 135cv dovrebbe per forza avere!
Esasperato da tutto ciò ho cominciato col sentire altri “fazeristi” uno dei quali mi ha detto che, a fronte degli stessi miei problemi, aveva montato il mono di una R1 con degli accorgimenti e delle modifiche “da officina”, teoria riscontrata anche su svariati forum nazionali dove diverse persone avevano risolto questo problema sostituendo il mono originale con quello di una R1 apportando modifiche alla bielletta o alle staffe triangolari che sostengono la sospensione posteriore. Step successivo è stato quello di cercare su internet qualcuno o qualche casa che producesse supporti adattati per poter montare il mono di una R1 e devo dire che l’unico sistema “in commercio” l’ho trovato negli States… ma mettersi in contatto con questa persona è stato impossibile.
Premetto che prima di tuffarmi in questa avventura “da meccanico”, non essendo un meccanico, ho provato a vedere cosa offrisse l’after market in termini di mono ammortizzatori “regolabili”, ma i costi sono davvero esorbitanti! Niente sotto i 500 euro… assolutamente fuori dal mio budget! Così sono andato sulla “baia” e ho acquistato un mono usato di R1 2006/2007 alla modica cifra di 80 euro spedizioni incluse. Avevo solo l’imbarazzo della scelta, ce ne sono di tutti i tipi tra i 50 e i 100 euro, provare per credere!
Misurando il mono originale con quello dell’R1 arrivato a casa in soli 2 giorni, è saltato subito agli occhi il problema principale: è più corto… Quindi a meno che non si voglia creare una Fazer “chopper” edition, bisogna compensare la differenza. Per fare ciò i metodi sono 3:
1. Creare un adattatore in testa al mono, una specie di zeppa che possa raccordare l’ammortizzatore al telaio compensando la differenza di lunghezza;
2. Creare una biella più corta, in modo da far salire il triangolo verso l’alto e compensare la differenza;
3. Creare due triangoli con misure differenti capaci di compensare lo spazio vuoto.
La prima soluzione richiede un tornio (che non ho); la seconda soluzione richiede delle boccole con cuscinetti a sfera di adeguata misura, nonché un valido sistema di inserimento e fissaggio (che non ho); la terza soluzione è quella più fattibile perché due staffe triangolari in un modo o nell’altro si possono fare, basta conoscere le misure.
A questo punto, carta alla mano, si butta giù un progettino per definire le giuste misure e creare le staffe necessarie. Fatto ciò, fissato il tutto, ci si rende subito conto del secondo grande problema di questo nuovo ammortizzatore: l’ingombro del bussolotto superiore. Sotto la sella c’è un telaietto al quale sono fissate diverse componenti tra cui il più ingombrante il regolatore di tensione. Per risolvere questo problema è stato necessario asportare il telaietto originale e creare dei supporti diretti. Il regolatore di tensione molti lo hanno montato lateralmente, ma così facendo tende a vedersi dall’esterno (pessima estetica). Io l’ho mantenuto in testa al mono, sempre con staffa dedicata e garantendo lo stesso tipo di ventilazione che aveva in origine.
Ultimo scoglio da superare è l’accesso alle regolazioni, o meglio, alla vite di taratura del freno in estensione. Il supporto del nottolino della serratura che apre la sella passeggiero, cade proprio in direzione della suddetta vite. A questa regolazione ci si può arrivare un po’ in diagonale rimuovendo il gommino all’interno del foro nel quale prima entrava un sostegno del vecchio telaietto, oppure forando il supporto del nottolino. In un caso o nell’altro per accedere a questa regolazione va rimossa la fiancatina.
Passiamo alle prove su strada. Premetto che, quando la moto era ancora nel box, scaricando il manuale di uso e manutenzione della R1 2007, ho riportato il setup originale del mono così come lo da’ la casa madre al momento dell’acquisto. Generalmente il setup originale di un mono sportivo per uso stradale è tarato su una via di mezzo tra eccessivamente rigido ed eccessivamente morbido. Basandomi sul maggiore peso della Fazer rispetto all’R1, sono partito da una regolazione un pelo più hard rispetto a quella standard.
Scesa dal ponte di lavoro, la moto ha già manifestato un carattere totalmente differente! Sedendomi sopra da fermo non affondava più neanche di mezzo millimetro! Il che mi ha un po’ sconcertato perché in primis ho temuto che qualcosa stesse urtando, ma invece mi sono subito accorto che era la rigidità del mono a fare la differenza. Speravo solo non si trattasse di un mono “incriccato”, così ho riportato il setup alla modalità normale della casa. Così facendo infatti ha ripreso un po’ di elasticità… Individuato il giusto punto di partenza, bisognava solo metterla su strada e provarla.
La prima sensazione percepita è stata la totale assenza di molleggiamenti strani, fuori luogo, prolungati o eccessivi. Quando la moto prendeva un sobbalzo, assorbiva pochino (tipico da moto sportiva) senza mai scomporsi. Sulle curve la moto è sembrata da subito molto più precisa negli inserimenti, solo che nei cambi di direzione feroci o nelle aperture di gas in uscita di curva il posteriore tendeva ad andar via… tipico sintomo di una sospensione troppo rigida che scarica tutto e troppo sul pneumatico. Tornato al box sono intervenuto solo sulla regolazione del freno in compressione, al fine di sbloccare il pompante in fase di pressione e permettere alla molla di fare sul suo lavoro di assorbimento. Devo dire che la differenza l’ho subito sentita al giro successivo dove le perdite di aderenza al posteriore si erano ridotte del 90% … il 10% che ne restava non era da attribuire al freno in compressione, quanto alla rigidità stessa della molla, quindi via una tacca di precarico verso la direzione soft. Devo dire che quest’ultima correzione è stata dettata più dal tipo di fondo tipico delle strade che generalmente percorro, più che da una necessità ciclistica/tecnica della moto e della sospensione. In altri termini la regolazione standard con un freno in compressione leggermente più morbido consente una guida già perfetta sia da soli che con passeggiero. Dovendo percorrere strade con asfalto consumato e/o polveroso, con la preponderanza a stare sempre col gas puntato sui primi giri di entrata in coppia del motore, si è visto necessario ammorbidire il precarico in modo tale da affondare un po’ di più in apertura, ma garantendoci comunque la tenuta della gomma sull’asfalto.
Ho deciso di riportarvi questa mia esperienza vissuta tra strada e box/officina sia perché è una cosa che rientra nel DNA del motociclista quella di raccontare le proprie “avventure”, ma anche per arricchire un po’ quello che si trova su internet a tal riguardo. Chiunque desideri procedere con questa modifica sulla sua Fazer 8 (o 1000 o Fz8/Fz1 ecc… il telaio e lo schifoso mono di serie sono sempre li…), può contattarmi alla mail thecab@virgilio.it (anche su facebook) sia per ulteriori informazioni, sia per l’acquisto di tutto il kit di staffe opportunamente modificate per l’occorrenza che posso tranquillamente riprodurre e fornire con foto e spiegazioni dettagliate per il montaggio.
Buona strada a tutti.
Staffa originale
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Staffa modificata
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Vista mono con accesso regolazione
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Bussolotto ingombrante e regolatore
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Appunti...
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