Erano settanta o ottanta giorni che non poggiavo il mio nobile deretano su quella lastra di travertino che qualcuno chiama sellino. La cosa cominciava a pesarmi seriamente.
Nel weekend 21-22 settembre mi si è aperta la possibilità di saltare in moto e passarci due giorni.
Dove andare partendo da Roma? Ho un debole per la Toscana e quando ci penso ho solo l'imbarazzo della scelta della meta a cui puntare. Stavolta ho scelto una località sul mare, Talamone, che avevo sempre desiderato vedere. "Viamichelin", che la fa troppo facile, mi suggerisce che si tratta di 178 km, considerando il ritorno sono...vediamo... 356 km. No. Così è troppo facile! Così, cartine geografiche e pennarello alla mano traccio altri itinerari. Alla fine del mio lavoretto di pianificazione i chilometri sono 600, ovviamente diversificando la via da fare anche al ritorno. Basta ignorare autostrade e strade "facili" come l'Aurelia.
Prima però devo fare i conti con la mia pigrizia. Sabato mattina mi sveglio e passo un'ora a letto col cervello che mi suggerisce mille ragioni per starmene orizzontale e rimandare il viaggetto. Mi passano davanti tutti i possibili scenari allettanti, e quando mi alzo non sono più tanto sicuro che partirò. Effetti deleteri della pigrizia. Apro la finestra e la giornata si preannuncia bellissima...non dovrei perdermela una giornata così in moto... vado verso il casco e la voglia aumenta... ma l'albergo che mi avevano consigliato risulta al completo quindi dove vado...sì, però un bel giro in moto...
Per farla breve mi connetto rapidamente a Internet e chiamo il primo albergo, praticamente a caso, poi butto tutta una serie di cose nello zainetto che credo potranno tornarmi utili sulla scorta di esperienze precedenti! Ad esempio, se monto la visiera nera, portare dietro assolutamente anche la visiera trasparente!!! Portare sottoguanti! Pronto lo zaino e caricato in spalla tutto il resto, vado al garage.
La MV mi fa gola, dovrei passarci più tempo, ma 600 km sono tanti e per questo la Ducati è più adatta, si fa per dire: non pare proprio una moto da viaggio. Ma i freni sono sensazionali, il controllo di trazione utilissimo, il peso molto più leggero, gli specchietti... esistono. Monto lo zainetto sul codino e lo fisso con la rete ragno (testata in precedenza fino a 150 km/h).
Faccio il pieno e via. Merd@, sono già le 11,30. Ma si può partire così tardi?!
Il primo problema è uscire dalla città. Raccordo, Salaria e un pezzo di Cassia. Semafori su semafori portano la temperatura a 106 gradi. Il mio jeans comincia a diventare un po' troppo caldo... Mi spazientisco come al solito. Tanto più che la Ducati da 0 a 40 km/h arranca, raglia, sputa, tossisce. E' tutto un "tira frizione-dosa il gas-tira frizione".
Maledico gli scooteristi che si prendono dei rischi enormi zigzagando tra le auto a velocità esagerate prendendo rischi eccessivi. Idioti.
Esco finalmente dal breve tratto di Cassia e mi dirigo verso Bracciano, e la strada non è delle migliori. Solo dopo Bracciano diventa decente, direzione Tolfa. Mi diverto un po' a riprendere la mano con la Ducati. Smanaccio sul gas prima-seconda e la moto si solleva, minkia. Ricorda: sulla Ducati mai smanacciare invano! Oh che bello, gli specchietti a qualcosa servono; sulla MV sono due appendici estetiche che permettono di ammirarti le maniche del giubbotto.
Verso Tolfa, mentre cominciano a manifestarsi i primi doloretti (polsi, avambracci, deretano, schiena ecc.), come è normale dopo tanto tempo di stop, mi sfreccia accanto una moto a gran velocità. Sembra conoscere la strada a memoria, visto il modo in cui si butta anche nelle curve cieche. Mi passa un secondo motociclista. Mi metto in coda e cerco di stargli dietro, per un po' va bene. Poi penso: non sono neanche a un quarto del mio percorso, datti una calmata. Torno un ritmo più rilassato e incappo in due moto, questa volta da turismo. Li seguo per qualche minuto. Ottima passeggiata ma se continuo così la mia moto prende fuoco: la temperatura ha già ripreso a salire. Quindi, anche se mi dispiace passarli, li saluto e via.
Arrivo su a Tolfa, parcheggio e noto che c'è una terrazza panoramica:


Risalgo subito in moto, è già tardi e ne ho di strada da fare. Scendendo da Tolfa mi ritrovo dopo una curva con uno scenario che proprio non mi aspettavo: giù di fronte a me c'è il mare e..delle navi! Ma è un miraggio?! E' Civitavecchia, invece, proprio non me l'aspettavo (dovrei guardarle meglio, le cartine). Scendo giù tra una curva e l'altra e poi prendo direzione Tarquinia. Da Tarquinia punto verso l'interno a Tuscania. Mi fermo per strada per fare un paio di foto al paesaggio misto pianura-colline:


Attraverso località a me del tutto sconosciute fermandomi ogni tanto a consultare la cartina: Arlena di Castro, Tessennano, Canino. A Canino mi fermo. Continuerei ancora, perché una volta salito in moto difficilmente mi va di scendere, ma ho una voragine nello stomaco. Ristoranti niente. C'è un baretto con dei tavolini all'aperto, va più che bene. Lasciare la moto parcheggiata al sole accanto alle altre auto non mi va proprio, così chiedo al proprietario se posso portarla nel recinto. E' perplesso ma alla fine si lascia convincere. La parcheggio accanto alle giostrine e mentre un gruppetto di ciclisti in sosta la studiano per capire il modello, due metri più in là, il sottoscritto un po' accaldato e stanchetto divora una piadina:


(continuo più tardi)